Riscontrata la presenza di metalli
pesanti, come arsenico, cadmio, cromo, nichel, piombo e mercurio, in valori oltre i limiti di legge nei campioni prelevati in
prossimità delle vasche di accumulo del percolato
La querelle, quasi sempre con toni
accesi, circa il possibile inquinamento delle falde idriche
insistenti nell'alveo del torrente Mazzarrà, nel quale sono
localizzati anche i pozzi di che alimentano gli acquedotti dei comuni
di Furnari e Terme Vigliatore, a causa della presenza dell'ecomostro
voluto da quella che l'ex procuratore capo di Messina Guido Lo Forte
definì la “triade mafia-politica-affari”, ha riempito pagine di
giornali, è stato oggetto di infuocati comizi politici e punto di
dibattito in diverse audizioni presso varie commissioni parlamentari
e regionali.
Di pericolo di inquinamento si legge
anche negli atti delle inchieste che la Procura della Repubblica di
Barcellona Pozzo di Gotto ha avviato nel corso degli ultimi anni,
fino ad arrivare al sequestro dell'impianto eseguito dalle forze
dell'ordine nel novembre del 2014.
Senza dilungarci nel riassumere i fatti
scoperchiati da quell'indagine, per la quale oggi si sta celebrando
un processo davanti al Tribunale di Barcellona, ricordiamo che venne
nominato un perito dal Gip Danilo Maffa, Nicola Dell’Acqua,
dirigente del dipartimento nazionale di protezione civile, che doveva
fornire riscontri sulle ipotesi investigative di rischio inquinamento
dei pozzi di contrada Lacco – che alimentano l’acquedotto di
Furnari – e del torrente Mazzarrà, a seguito dell’abbancamento
di rifiuti, oltre il limite consentito e dei lavori di ampliamento,
realizzati in difformità delle autorizzazioni.
Dell'Acqua – nella sua perizia
conclusiva depositata a fine 2015 – escluse “che allo stato le
acque superficiali del torrente Mazzarrà e dei pozzi idrici del
comune di Furnari siti nelle immediate vicinanze, siano inquinati”.
Ma da quella perizia altri fatti sono
accaduti.
Il più grave lo scorso 5 aprile, quando Tirrenoambiente (proprietatio/gestore dell'immondezzaio, ndr) comunica lo sversamento del percolato nel vicino torrente Mazzarrà,
a seguito della decisione di spegnere le pompe di sollevamento del
liquido dal fondo della discarica per “mancanza di fondi” per il
suo smaltimento.
Cosa ha comportato quello sversamento?
In tanti ce lo siamo chiesti in quei
giorni.
Forse oggi abbiamo qualche dato in più per rispondere a quell'interrogativo.
Tra l'11 e il 21 aprile scorso sono state fatte eseguire dal Comune di Furnari delle analisi sulle acque che alimentano l'acquedotto pubblico e quindi destinate al consumo umano.
La Chemitecnosud di Messina ha campionato in diversi punti del torrente Mazzarrà: dalla foce fino alla direzione delle cisterne in cui si accumula il percolato prodotto dalla discarica.
Tra l'11 e il 21 aprile scorso sono state fatte eseguire dal Comune di Furnari delle analisi sulle acque che alimentano l'acquedotto pubblico e quindi destinate al consumo umano.
La Chemitecnosud di Messina ha campionato in diversi punti del torrente Mazzarrà: dalla foce fino alla direzione delle cisterne in cui si accumula il percolato prodotto dalla discarica.
Gli inquinanti più comuni negli
ecosistemi di acqua dolce sono formati da metalli pesanti: arsenico,
cadmio, cromo, rame, nichel, piombo e mercurio.
I risultati, nei campioni prelevati
alla foce del torrente Mazzarrà e a valle dei pozzi di contrada
Lacco non hanno evidenziato valori di sforamento rispetto ai limiti
di legge (d.lgs n. 31/01, ndr).
Più preoccupanti, sono invece i
risultati dei campioni prelevati in due punti di campionamento a
valle delle cisterne del percolato.
Arsenico, cadmio, cromo, nichel, piombo
e mercurio sono presenti in valori ben oltre i limiti.
Giusto per rendere l'idea, secondo
l'EPA (Agenzia USA per la protezione dell'ambiente, ndr) per
la salvaguardia della salute umana le concentrazione massime ammesse
per i metalli nelle acque naturali sono pari a 0.144 milligrammi per
metro cubo per il mercurio, 5 per il piombo, 10 per il cadmio, 50 per
il cromo.
Il mercurio, il piombo ed il cadmio non
sono richiesti da nessun organismo, neppure in piccole quantità.
I dati che emergono dalla tabella
relativa ai prelievi effettuati nel punto di prelievo "leggermente a
valle delle cisterne di accumulo" evidenziano un valore di 9,8
microgrammi per litro (equivalente ai mg/metro cubo) per il mercurio,
16, 5 per il cadmio, 37,5 per il piombo, 97, 5 per il cromo, 174 per
il nichel e 261 per l'arsenico.
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