Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."

domenica 11 marzo 2012

Un Re difende la discarica, ma è davvero un cavaliere senza macchia?

Venerdì sera ho assistito a un dibattito televisivo sul tema dei rifiuti e della problematica relativa all'immondezzaio di Mazzarrà andato in onda su un'emittente locale.
E ad ascoltare certe affermazioni di alcuni dei partecipanti mi sento in diritto di rispondere su alcuni punti.
Iniziamo da quanto affermato dal commissario liquidatore dell'Ato Me 2, ingegner Salvatore Re (a quanto sciorinato da Navarra all'etere credo di aver già risposto preventivamente con la pubblicazione de La collina della munnizza, ma mi riservo il piacere di rispondere anche da qui non appena avrò finito di trascrivere la registrazione del suo intervento.
Ma torniamo a questo Re (senza corona) che si permette di dire che una discarica sul territorio è necessaria, che non c'è altro modo di gestire i rifiuti e che quella di Mazzarrà è gestita in modo ottimale.
Cominciamo con la trascrizione integrale del suo intervento alla trasmissione:

«Non entro nel merito di questi problemi che conosco evidentemente per averli osservati più volte.La discarica è assolutamente necessaria in un territorio, non se ne può fare a meno (sic).Quindi una volta stabilito questo, è ovvio che la discarica da qualche parte deve essere messa, ed è altrettanto ovvio che nessuno la vuole vicino a casa sua.In conseguenza di questo fatto esistono una serie di norme di origine comunitaria ormai recepite dal nostro ordinamento che devono essere osservate nella realizzazione della discarica e successivamente nella gestione.Queste norme permettono di gestire la discarica in modo controllato viene detto.Una discarica controllata è totalmente diversa dal punto di vista dell'impatto da una discarica assolutamente incontrollata.In una discarica controllata  la parte di impatto che potrebbe, che potrebbe, essere notevolmente pericolosa è il cosiddetto percolato, il quale, mi risulta, che venga quotidianamente, raccolto e avviato al trattamento.Chiaramente la discarica, da chiunque sia gestita, deve essere controllata quotidianamente perché gli Enti devono controllare che tutto avvenga - una volta realizzata a regola d'arte, e mi pare che abbia superato tutti i collaudi e quindi anche il rispetto delle norme – in maniera regolare.Però una discarica, vorrei essere chiaro su questo, è assolutamente indispensabile. Per cui una volta che Mazzarrà avrà chiuso il suo ciclo vitale, occorrerà in questo territorio un'altra discarica perché i rifiuti è assurdo che viaggino».

Diceva Don Abbondio nei Promessi sposi: «Carneade, chi era costui?».
Innanzi tutto è una persona che a dispetto del titolo di ingegnere sembra non aver mai sentito parlare di sistemi alternativi e moderni al conferimento in discarica e qui, avendoci pure pubblicato un libro ne possiamo fare di esempi a tinchitè, ma mi limito a citare la premessa del capitolo cinque del già citato volume:

«Risulterà evidente a chiunque non ragioni con la logica del profitto, che una discarica è un modo per chiudere gli occhi davanti al problema dei rifiuti, è una indicazione di totale indifferenza e disprezzo per il futuro del prossimo e di se stessi, ma soprattutto è uno spreco di preziosissime risorse che vanno perdute per l’esclusivo tornaconto dei pochissimi che lucrano sulla gestione dei rifiuti.
Sono convinto che il tema dei rifiuti sarebbe quello in assoluto più semplice da affrontare e risolvere se solo ci fosse la volontà politica di farlo, dal momento che esistono soluzioni già ampiamente praticate e non c’è nulla da inventare.
La prima, fondamentale, operazione da fare è di tipo culturale: occorre riconsiderare il concetto stesso di rifiuto, da non intendersi più come qualcosa di negativo di cui liberarsi, ma da concepire come un bene che, esaurita la sua funzione, va poi recuperato per rientrare in un ciclo vitale e produttivo garantendo la massima efficienza, lasciando che la discarica assorba quote sempre minori tendenti idealmente allo zero.
Dal punto di vista tecnico, il problema dei rifiuti si può affrontare seguendo una formula adottata con successo in tutto il resto d’Europa, basata sulle cinque erre: riduzione dei materiali, riuso, raccolta differenziata, riciclo e recupero energetico.»

Ma, a mio giudizio non si tratterebbe nemmeno di una persona a cui si possa dare eccessiva fiducia, prova ne sia il mancato rispetto da parte sua di un accordo stipulato nel novembre 2010 tra lo stesso Re e il presidente dell'Associazione Consumatori Siciliani, Nicola Calabria.
Infatti, dopo una serie di contatti, culminati nell’incontro tenutosi martedì 16 novembre 2010 a Barcellona Pozzo di Gotto presso la sede dell’ATO ME 2 tra il commissario liquidatore della società d'ambito e il presidente Calabria, si era concretizzata la possibilità di chiudere i numerosi procedimenti, pendenti tra i cittadini e l’ATO mediante formale atto di transazione che prevedeva il pagamento degli anni d’imposta 2008 e 2009 sulla base della vecchia TARSU come approvata dai consigli comunali nel 2004.
L’Associazione Consumatori avrebbe (e realmente ha) fatto da tramite in questa operazione assistendo gli utenti che avrebbero voluto aderire alla transazione nella compilazione dei bollettini di conto corrente postale intestato all’ATO Me2 con gli importi da versare.
La proposta avanzata dal presidente Nicola Calabria prevedeva quindi lo sblocco di circa 15.000 utenze e l’arrivo nelle casse dell’ATO ME2 di alcuni milioni di euro.
E bene, com'è finita?
Che gli utenti hanno rispettato la loro parte dell'accordo, regolarmente pagando sul conto corrente dell'Ato gli importi dovuti versando denaro fresco nelle esauste casse del carrozzone rifiuti.
Lo stesso, dobbiamo constatare purtroppo, non possiamo dire dell'Ato e quindi di Re, che la rappresenta.
La società pur impegnandosi a comunicare alla società della riscossione (Equitalia – Serit) gli elenchi (forniti dalla stessa Associazione) dei contribuenti virtuosi, al fine di evitare che gli importi dovuti venissero iscritti a ruolo e che i cittadini si vedessero recapitate le cartelle di pagamento, concretamente non ha fatto nulla o se l'ha fatto, non nel modo in cui avrebbe dovuto, prova ne sia il fatto, accertato, che quegli utenti che avevano pagato utilizzando il bollettino rilasciato dall'associazione, si sono visti notificare da Equitalia-Serit le cartelle esattoriali riferite proprio agli anni 2008-2009, già regolarmente versati.
Mi si potrebbe ribattere che è stato un problema di comunicazione tra enti, e a quanto mi risulta, è stata la risposta che lo stesso Re avrebbe dato a Calabria quando quest'ultimo ha chiesto conto di questo comportamento da parte dell'agente della riscossione.
E quindi la macchina organizzativa dell'associazione pattese si è messa in moto per assistere i contribuenti a presentare le istanze per l'annullamento e lo sgravio delle cartelle incriminate, predisponendo fascicoli ed elenchi regolarmente e periodicamente trasmessi alla società d'ambito che avrebbe dovuto “girarli” alla Serit per l'annullamento.
Tutto risolto direte voi? E invece no, vi rispondo.
Perché dopo un promettente inizio, rappresentato dall'invio agli istanti di alcune lettere di discarico con le quali si accertava la regolarità della loro posizione debitoria nei confronti della tassa sui rifiuti, agli allibiti responsabili del movimento di tutela dei consumatori si sono recentemente presentati gli stessi utenti che prima avevano pagato, dopo avevano “sgravato” e adesso tornano a ricevere da parte della Serit nuove cartelle per gli stessi importi e per lo stesso tributo.
Ora delle due l'una, o l'Ato non ha fatto nulla per porre rimedio alla situazione o non è capace di imporsi sulla Serit.
In un caso o nell'altro è pacifico che Re, in quanto rappresentante legale, è venuto meno ai patti.
Gli auguriamo di tornare quanto prima ad occuparsi d'altro e non più di rifiuti.

Nessun commento:

Posta un commento