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martedì 30 settembre 2025

Revocata l'Aia per il polo impiantistico di contrada Zuppà

Discarica di contrada Zuppà
Sfuma l'ipotesi del rilascio del "miniPaur" alla Srr Messina-Provincia, mentre tarda a partire la bonifica

Il Dipartimento regionale acque e rifiuti ha annullato, con il decreto 1343 del 25 settembre, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2023 per il progetto del polo impiantistico per il trattamento dei rifiuti che la Srr Messina-Provincia intendeva realizzare in contrada Zuppà, accanto alla discarica chiusa per revoca delle autorizzazioni nel 2014.
Una decisione attesa, visto l’esito negativo dell’ultima conferenza dei servizi (31 luglio) per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale per un progetto che era stato già ridimensionato (per gravi carenze documentali) alla sola riattivazione degli impianti di trattamento del percolato e del biogas, in quanto funzionali per la bonifica dell’ex sito di smaltimento.
Il Dipartimento aveva infatti chiarito in sede di conferenza come i due impianti dovevano essere «previsti e inseriti nel progetto della messa in sicurezza del sito», per il quali sono stati messi sul piatto ben 32 milioni di euro del Pnrr (con lo stesso Dipartimento soggetto attuatore), essendo strumentali per il trattamento del refluo proveniente dalla discarica e «solo per i fini della bonifica della stessa». Motivi per cui il Dipartimento riteneva che la procedura per il rilascio del Paur doveva «dichiararsi caducata». 

Una bonifica e messa in sicurezza definitiva che gli abitanti del territorio attorno alla discarica attendono da ben 12 anni. Le criticità ambientali del sito sono note da tempo, cristallizzate in molteplici relazioni dell’Istituto per la protezione ambientale e dell’Arpa Sicilia e finite sotto la lente della magistratura dando via ad un processo per disastro ambientale davanti al Tribunale di Messina. Una bomba ecologica, la cui pericolosità si è acuita drammaticamente dopo il rogo doloso che lo scorso anno ha devastato la maggior parte della discarica e distrutto tutti gli interventi “tampone” realizzati nel corso degli ultimi anni.

Tuttavia a 14 mesi dal rogo e a quasi un anno dalla dichiarazione dello stato di emergenza regionale, gli unici interventi di cui si ha contezza sono la progettazione di alcuni interventi emergenziali (ripristino del sistema di captazione del percolato e di alcune parti del capping), la prosecuzione dello smaltimento del percolato con i fondi stanziati ad hoc dalla Regione e la redazione delle indagini geologiche e chimico-fisiche. Studi commissionati anche dal soggetto attuatore, insieme all'aggiornamento e alla validazione della progettazione esecutiva. Attività propedeutiche alle procedure di affidamento, successiva consegna e realizzazione delle opere che, secondo il cronoprogramma stabilito dall’accordo quadro firmato il 31 gennaio tra Regione Sicilia e Ministero dell'Ambiente, con conclusione entro il 31 marzo 2026 (salvo proroghe).
Sui ritardi e sul rischio di revoca dei fondi, si interroga anche la politica nazionale con l’on. Maria Stefania Marino, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che interroga il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo di conoscere quali «iniziative urgenti intenda adottare per garantire che i progetti previsti dal Pnrr per la bonifica della di- scarica di contrada Zuppà vengano completati nei tempi stabiliti». La parlamentare chiede, inoltre, se il ministro «non ritenga opportuno promuovere un tavolo di monitoraggio con Regione Siciliana, enti locali e commissari straordinari, così da assicurare un costante controllo sullo stato di avanzamento dei lavori e scongiurare ogni rischio di perdita delle risorse».

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