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venerdì 23 settembre 2011

Settembre di "botti"

Non si erano ancora ripresi dalla notizia dell'imminente fissazione di un turno straordinario di elezioni amministrative che li vedrà chiamati il prossimo 27 novembre per procedere alla elezione dei nuovi organi comunali dopo due anni di commissariamento, che i cittadini furnaresi dopo il "botto" della discarica di qualche giorno prima (non ne parlerò per il momento, perché è di prossima pubblicazione un mio libro in cui, tra le altre cose, nell'evidenziare i rischi collegati all'esercizio di una discarica, evidenzio una diversa spiegazione, rispetto a quella fornita ufficialmente dal gestore, di quello che potrebbe essere effettivamente successo), ne hanno sentito un altro.
Per l'ex sindaco Salvatore Lopes, per il capo degli "scissionisti" della cosca mafiosa dei "mazzarroti" Tindaro Calabrese e per il l'ex boss del sodalizio criminale adesso collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano, i sostituti procuratori della Dda peloritana Giuseppe Verzera ed Angelo Cavallo, hanno chiesto il rinvio a giudizio. Lopes, accusato di aver firmato un "patto scellerato" con i boss per farsi eleggere nella primavera del 2007, era stato arrestato il 5 novembre del 2010 nell'operazione antimafia del Ros dei carabinieri "Torrente" sulle infiltrazioni mafiose negli appalti e le somme urgenze affidate dopo l'alluvione del dicembre 2008 nei Comuni di Mazzarra' Sant'Andrea e Furnari. L'ex sindaco è accusato di avere agevolato le imprese legate ai mafiosi nell'assegnazione dei lavori per l'alluvione e nel rilascio di autorizzazioni commerciali in cambio del "proselitismo elettorale, di procacciamento voti e per le minacce e pressioni esercitate durante la campagna elettorale" nel Comune tirrenico messinese. Oltre a Lopes, Calabrese e Bisognano, dovranno comparire davanti al Gup l'imprenditore turistico catanese Leonardo Arcidiacono, il guardiacaccia Sebastiano Placido Geraci, l'imprenditore edile Roberto Munafo' e la sorella del boss pentito, Vincenza Bisognano. L'inchiesta "Torrente" e' uno sviluppo del blitz "Vivaio" del 10 aprile 2008 sulle infiltrazioni mafiose nei subappalti di opere pubbliche nel messinese e che aveva provocato un "cortocircuito" politico tra maggioranza ed opposizione nel Comune di Furnari con le dimissioni della minoranza consiliare e poi con lo scioglimento del Comune per mafia, nel novembre 2009. Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali dell'inchiesta antimafia "Vivaio" era emerso anche il condizionamento mafioso delle stesse elezioni amministrative del 13 e 14 magio 2007 che avevano portato all'elezione di Salvatore Lopes e alla sconfitta dello sfidante Mario Foti per appena 17 voti.

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