![]() | |
Sito post incendio |
Si è tenuta ieri a Messina una nuova udienza del processo per il disastro ambientale della discarica di contrada Zuppà a Mazzarrà Sant’Andrea. Un’indagine che vede coinvolti una ventina di persone, tra ex amministratori, commissari liquidatori, funzionari regionali, e la stessa società Tirrenoambiente (oggi fallita) che l’ha gestita fino al novembre del 2014, anno in cui venne chiusa per revoca delle autorizzazioni integrate ambientali concesse nel 2009, e da allora in attesa di essere bonificata.
La giornata di ieri è stata dedicata agli interventi del collegio di difesa, che non si sono conclusi e che impegneranno anche il prossimo appuntamento fissato dal giudice per il 30 aprile. Solo allora, forse, si conoscerà la decisione in merito al rinvio a giudizio degli indagati, mentre già nella scorsa udienza sono state ammesse diverse parti civili: i ministeri dell’Ambiente e della Salute, i Comuni di Furnari e Mazzarrà Sant’Andrea, il Wwf, Legambiente, il Codacons e alcuni cittadini che abitano nelle vicinanze del sito dismesso.L’inchiesta, avviata dall’allora sostituta della Dda peloritana Rosanna Casabona, ha puntato i riflettori sulle vicende dell’ex discarica a partire dalla sua realizzazione fino all’ultimo sopralluogo del consulente tecnico del 6 luglio 2023. Vengono contestati i reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale.
Nessun commento:
Posta un commento