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venerdì 24 dicembre 2010

Operazione Torrente, restano in carcere gli 8 arrestati. 25 gli altri indagati pubblicato il 28/11/10


Messina 28.11.2010 - Il Tribunale del riesame ha respinto tutti i ricorsi con i quali i difensori delle otto persone arrestate nell'ambito dell'Operazione Torrente, scattata lo scorso 5 novembre, avevano chiesto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare che aveva colpito gli otto indagati.
Restano quindi in carcere Salvatore Lopes, Carmelo Bisognano, Tindaro Calabrese, Sebastiano Placido Geraci, Leonardo Arcidiacono, Salvatore Genovese, Roberto Munafò e Teresa Truscello. I giudici del Tribunale del riesame hanno pertanto ritenuto validi gli elementi posti alla base dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Massimiliano Micali, su richiesta dei sostituti della Dda di Messina Giuseppe Verzera e Angelo Cavallo che hanno coordinato l'indagine effettuata dai carabinieri del Ros di Messina e che ha interessato da vicino il comune di Furnari, precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose.
Nell'inchiesta Torrente, insieme agli otto arrestati, risultano inoltre altri 25 indagati che si aggiungono agli altri due a piede libero, Giulio Lopes e Vincenza Bisognano. Nell'inchiesta risulta indagato – anche se la rispettiva posizione è stata stralciata – anche l'attuale sindaco di Mazzarrà S. Andrea Carmelo Navarra, accusato per gli affidamenti dei lavori di somma urgenza nel torrente Mazzarrà a ditte riconducibili al boss Bisognano, nel periodo dell'emergenza alluvionale del dicembre del 2008 e del febbraio del 2009. Indagato anche l'ex presidente della società mista TirrenoAmbiente, Sebastiano Giambò, ex sindaco del Comune di Mazzarrà e ideatore del sistema discarica e della società mista fondata il 9 luglio del 2002. Assieme a Giambò è indagato Carmelo Pietrafitta, di Mazzarrà Sant'Andrea, "delfino" politico dell'ex sindaco destinato a succedergli alle prossime elezioni comunali.
Indagata anche l'ex dirigente dell'anagrafe di Furnari, Francesca Bonomo, per la vicenda del cambio di residenza e dell'attestazione di convivenza rilasciata a Teresa Truscello.
Nella lista si contano anche il tecnico comunale di Mazzarrà Sant'Andrea e Oliveri, Roberto Ravidà, accusato di aver favorito una imprenditore di Ragusa in un appalto pubblico per arredo urbano a Oliveri; Aldo Campo, di Ragusa, l'uomo che dalla Regione riusciva a sapere prima degli altri i finanziamenti per gli arredi proponendo ai Comuni di Oliveri, Gioiosa Marea e Tusa, con la complicità dell'intermediazione del Pietrafitta, "progetti e appalti" chiavi in mano a spese della Regione ed eludendo in regime di monopolio la concorrenza.
L'elenco degli indagati prosegue con l'imprenditore di Barcellona Giacomo Venuto, titolare della "Mediterranea costruzioni"; con Beniamino Cambria, di Falcone, l'uomo più fedele di Bisognano; Vincenzo Antonio, di Furnari; Vincenzo Munafò di Furnari; Tindaro Accordino, di San Giorgio di Gioiosa Marea; Rosario Crisafulli di Mazzarrà, Filippo Crisafulli di Furnari; Salvatore Crisafulli, di Mazzarà; Giovanni Iraci, di Oliveri; Giuseppe Pagano di Santa Lucia del Mela; Giovannino Pnatano di Mazzarrà; Francesco Perdichizzi di Mazzarrà; Giuseppe Reale di Rodì Milici; Antonino Russo, di Oliveri; Orazio Simone, presidente pro tempore del Consorzio irriguo di Mazzarrà; Giuseppe Torre di Furnari. Risultano inoltre indagati una impiegata del Comune di Mazzarrà, Salvatora Simone, accusata di aver ricevuto una raccomandazione esercitata dal boss Bisognano sull'ex sindaco Nello Giambo, docente universitario e ciò per superare agevolmente gli esami per 5 materie di Statistica. Per questa vicenda sono indagate anche le professoresse Romana Gargano e Dorotea Naiza. Entrambe avrebbero consentito all'impiegata comunale di Mazzarrà di superare agevolmente due materie con domande concordate e con voti da 26 a 30. La vicenda è documentata dai carabinieri del Ros con foto e intercettazioni.

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