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sabato 12 settembre 2020

Nuovi attori, stesso business: munnizza!

 

Nonostante decenni di devastazioni ambientali e sotto la perenne minaccia dell’esplosione di una bomba ecologica di quasi tremila tonnellate di rifiuti, si ritorna a parlare di fare di contrada Zuppà, nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, un polo impiantistico per la gestione dei rifiuti. Rabbia e sconcerto tra gli abitanti del comprensorio

Torna ad aleggiare sugli abitanti di Furnari, Terme Vigliatore e degli altri paesi della zona tirrenica messinese lo spettro di quella che quasi dieci anni fa avevo battezzato la collina della munnizza.

Dopo anni di denunce, interrogazioni parlamentari, audizioni presso le più svariate commissioni ispettive nazionali e regionali, lo scioglimento per mafia di un comune, indagini della magistratura, il sequestro della discarica (tuttora in atto, a quanto mi risulta), alcuni processi penali in corso nei confronti di ex amministratori e di ex sindaci, si torna a parlare di fare di contrada Zuppà, nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, un mega polo per la gestione dei rifiuti.

È stato recentemente pubblicato infatti, da parte della Srr (società regolamentazione rifiuti, ndr) Messina Provincia, un bando di gara, per un importo complessivo dell’investimento di 41.183.145,00 euro, avente ad oggetto la “concessione mediante projet financing per la progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione e successiva gestione di un polo impiantistico, nella contrada Zuppà del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, con diritto di prelazione da parte del promotore”. 

“La domanda nasce spontanea” soleva dire Antonio Lubrano a Mi manda Rai Tre. Chi è il promotore?

L’amministrazione comunale di Mazzarrà Sant’Andrea, guidata dal professor Carmelo Pietrafitta.

È del 23 luglio scorso infatti la firma di un “atto di accordo tra società ed amministrazione pubblica” (il cui contenuto sarà oggetto di un successivo articolo, ndr) tra lo stesso Pietrafitta e il dottor Rosario Sidoti, presidente della Srr.

Andando più nei dettagli, nel bando l’appalto ha ad oggetto la “progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione e gestione funzionale ed economica, con adeguamento e inclusione delle strutture esistenti, dell’impianto costituito da una sezione di selezione Rifiuti Solidi Urbani (RSU), una sezione di trattamento della frazione organica differenziata (FORSU) e due sezioni di biostabilizzazione/biodigestione della frazione organica derivante delle due precedenti sezioni RSU e FORSU e conseguente concessione a favore del concessionario del diritto di ritiro da terzi dei rifiuti idonei al trattamento presso l’Impianto di Biodigestione e di valorizzazione dei medesimi per la produzione di biometano e compost di qualità”. 

Nello specifico l’Impianto di biodigestione sarà destinato alla produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica derivante dalla relativa sezione di selezione RSU, della FORSU derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, dei rifiuti ligneo cellulosici (VERDE), e di ogni altro rifiuto individuato dal Concessionario e comunque nel rispetto delle autorizzazioni di legge.

Ma non solo, è prevista anche la “revisione e gestione funzionale ed economica dell’impianto di trattamento del percolato con potenzialità da 200 mc/g, con conseguente concessione a favore del concessionario del diritto di smaltire, con conseguente valorizzazione economica, il percolato proveniente dalla discarica della località C.da Zuppà, Comune Mazzarà ed altresì proveniente da siti terzi”.

Ed infine “la revisione e gestione funzionale ed economica dell’impianto di recupero energetico del biogas della Discarica da 3,192 MWe e 7,8 MWt e conseguente concessione a favore del concessionario del diritto di captazione e sfruttamento energetico del biogas prodotto dalla discarica”. 

Il tutto per una durata di 25 anni dalla data di entrata in esercizio dell’impianto di biodigestione.

Ovviamente le reazioni da parte dei paesi vicini a contrada Zuppà non sono tardate.

“…il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea promotore dell’iniziativa, anziché occuparsi della messa in sicurezza della discarica per la quale la Regione ha messo a disposizione le somme necessarie, sia rimasto totalmente sordo al grido di allarme che più volte la comunità furnarese e i paesi limitrofi hanno lanciato sui rischi ambientali e di salute pubblica inevitabili conseguenze di quello che è stato definito il capitolo due della discarica…” - ha commentato il sindaco di Furnari, Maurizio Crimi.

“La notizia, poi, che la SRR Messina provincia abbia programmato ‘grazie al precedente consenso prestato dai Comuni che fanno parte della SRR’ la costruzione di impianti sia per il trattamento di rifiuti che del percolato, anche proveniente da altri siti regionali, con un investimento privato e non pubblico di oltre 40 milioni di euro, è la prova evidente – continua la nota di Crimi - che nonostante le numerose iniziative attuate dall’Amministrazione di Furnari, la questione dei rifiuti ed i relativi interessi calpestano quella tutela ambientale che invece meriterebbe un territorio martoriato per anni ed il primario diritto alla salute dei cittadini, pur di fare affluire nel comprensorio ingenti risorse finanziarie private”.

“Nonostante le rassicurazioni regionali circa l’intendimento di procedere alla sola bonifica e messa in sicurezza del sito, la SRR Messina Provincia ed il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea continuano sulla strada dell’apertura del polo impiantistico per il trattamento dei rifiuti. Purtroppo – conclude il sindaco furnarese - si ha la netta e nefasta impressione che la Regione per fronteggiare la crisi dei rifiuti in Sicilia intenda avallare la scellerata scelta effettuata dalla SRR di avviare gli impianti sulla superficie su cui insiste l’invaso per altro sottoposta a sequestro e a poche centinaia di metri dal letto del torrente Mazzarrà”.


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