L’avvio della raccolta differenziata
porta a porta a Furnari a fine aprile scorso era stato annunciato
dall’amministrazione comunale attraverso locandine e depliant dove
si invitavano i furnaresi ad essere mossi da un “senso di
responsabilità” per il “rispetto del nostro territorio e
dell’ambiente in cui viviamo, per il nostro futuro e quello dei
nostri figli”.
Nei programmi dell’amministrazione il
“nuovo corso nella gestione e nel recupero delle frazioni
riciclabili” doveva portare al “superamento del 50% in soli 30
giorni”, per poi raggiungere “entro breve termine il 65% e
oltre”.
Tuttavia, mentre a Furnari la
cittadinanza sta rispondendo in modo abbastanza positivo (come già
accennato il sistema necessiterebbe di qualche aggiustamento),
altrettanto non sembra potersi affermare per il resto del territorio
comunale, con particolare riguardo al complesso turistico di
Portorosa, troppo spesso e a sproposito identificato con il paese di
Furnari.
Come dimostra la foto, in questa
località non sembra sia stato recepito, o attuato, non solo il
sistema porta a porta, ma nemmeno la differenziazione dei rifiuti che
vengono ammassati in maniera indifferenziata e come tali saranno
smaltiti in discarica, andando così a vanificare l’auspicato (nel
depliant) “risparmio nel conferimento in discarica” con la
conseguente previsione di “meccanismi ulteriori di risparmio per
l’utenza”. E invece, quei costi supplementari per lo smaltimento
dell’indifferenziato di Portorosa “influiranno negativamente su
tutti i cittadini”.
Sono stati annunciati controlli serrati
sul rispetto del regolamento comunale e “qualunque conferimento non
conforme verrà sanzionato con ammenda da €.150,00 a €.3.000,00”.
Controlli e sanzioni vanno bene, ma perché non iniziare con
l’applicare le stesse regole per tutti, senza distinzioni tra mare
e collina?
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