Si è conclusa l’attività della
commissione di accesso agli atti al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea.
Nominata dal prefetto di Messina, composta dal viceprefetto Carmelo
Musolino, dal dirigente del commissariato di polizia Mario Ceraolo, e
dal comandante del Gico del nucleo di polizia tributaria della
Guardia di finanza, tenente colonnello Jonathan Pace, e insediatasi
il 19 dicembre dello scorso anno.
Il comune tirrenico, una volta noto per
essere la “città dei vivai”, oggi ospita una delle più grandi
discariche siciliane, sequestrata per gravi criticità ambientali e
violazioni di legge da parte della procura della Repubblica di
Barcellona Pozzo di Gotto, indagine che vede coinvolti tutti gli ex
vertici della Tirrenoambiente, di cui lo stesso comune mazzarrese è
azionista di maggioranza, oltre che altri pubblici funzionari.
Secondo le risultanze dell’attività
dei commissari, sarebbe emersa «la sussistenza di forme di
condizionamento degli organi amministrativi» da parte della
criminalità organizzata. «La mafia avrebbe imperato ovunque,
condizionando anche le decisioni di funzionari comunali che non
avrebbero adottato per tempo atti amministrativi urgenti che per
legge dovevano trovare attuazione».
Il prossimo passo sarà, entro il 5
agosto, l’invio al ministro dell’Interno da parte del prefetto
della relazione nella quale si dovrà dare conto della «sussistenza
degli elementi» che proverebbero l’ingerenza della criminalità
organizzata nella gestione dell’ente.
Nei tre mesi successivi il ministro
dovrà relazionare al consiglio dei ministri che deciderà lo
scioglimento degli organi amministrativi e le eventuali sanzioni nei
confronti di dipendenti apicali condizionati dalla criminalità
organizzata.
Nel 2009 è stato sciolto per
condizionamento mafioso il vicino comune di Furnari, qualche anno
prima (2005) era stato sciolto per lo stesso motivo quello di Terme
Vigliatore, anche Barcellona Pozzo di Gotto è arrivata vicina al
drastico provvedimento, nonostante le risultanze di ben due
commissioni prefettizie d’inchiesta.
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