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mercoledì 22 luglio 2015

Il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea va sciolto per mafia

Si è conclusa l’attività della commissione di accesso agli atti al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea. Nominata dal prefetto di Messina, composta dal viceprefetto Carmelo Musolino, dal dirigente del commissariato di polizia Mario Ceraolo, e dal comandante del Gico del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, tenente colonnello Jonathan Pace, e insediatasi il 19 dicembre dello scorso anno.
Il comune tirrenico, una volta noto per essere la “città dei vivai”, oggi ospita una delle più grandi discariche siciliane, sequestrata per gravi criticità ambientali e violazioni di legge da parte della procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, indagine che vede coinvolti tutti gli ex vertici della Tirrenoambiente, di cui lo stesso comune mazzarrese è azionista di maggioranza, oltre che altri pubblici funzionari.
Secondo le risultanze dell’attività dei commissari, sarebbe emersa «la sussistenza di forme di condizionamento degli organi amministrativi» da parte della criminalità organizzata. «La mafia avrebbe imperato ovunque, condizionando anche le decisioni di funzionari comunali che non avrebbero adottato per tempo atti amministrativi urgenti che per legge dovevano trovare attuazione».
Il prossimo passo sarà, entro il 5 agosto, l’invio al ministro dell’Interno da parte del prefetto della relazione nella quale si dovrà dare conto della «sussistenza degli elementi» che proverebbero l’ingerenza della criminalità organizzata nella gestione dell’ente.
Nei tre mesi successivi il ministro dovrà relazionare al consiglio dei ministri che deciderà lo scioglimento degli organi amministrativi e le eventuali sanzioni nei confronti di dipendenti apicali condizionati dalla criminalità organizzata.

Nel 2009 è stato sciolto per condizionamento mafioso il vicino comune di Furnari, qualche anno prima (2005) era stato sciolto per lo stesso motivo quello di Terme Vigliatore, anche Barcellona Pozzo di Gotto è arrivata vicina al drastico provvedimento, nonostante le risultanze di ben due commissioni prefettizie d’inchiesta.

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