La raccolta differenziata porta a
porta, a conti fatti, costa molto meno della raccolta
tradizionale e crea nuova e stabile occupazione, ma deve essere fatta bene e meglio ancora se gestita in house.
Ed è una leggenda metropolitana che il
porta a porta si può fare solo nei piccoli comuni, se l'assessore
all'Ambiente del Comune di Milano, Pier Francesco Maran ha tenuto ad
informare il suo collega di Parigi che, con l'introduzione della
raccolta della frazione umida su tutta Milano, le casse comunali
avevano risparmiato ben 300.000 euro, reinvestiti in nuovi servizi a
favore della città.
Conti più precisi vengono dai bilanci
di Contarina Spa, una società interamente pubblica che gestisce la
raccolta dei materiali post consumo di Treviso (85.000 abitanti) e di
altri 49 comuni della provincia trevigiana, per un totale di 554.000
abitanti.
Da alcuni anni tutti questi comuni sono
serviti con il Porta a Porta e cittadini e aziende pagano in
proporzione alla quantità di materiali non differenziati
(tariffazione puntuale).
Nel 2014, i comuni serviti dal
Consorzio hanno differenziato l'85% dei loro scarti e, udite udite,
le famiglie hanno pagato questo servizio meno degli altri utenti, sia
a livello nazionale che a confronto del nord Italia: in media solo
179 euro all'anno, contro 226 euro del nord Italia e i 245 €euro della
media nazionale.
Fig. 1. Tariffe rifiuti 2013 a
confronto
E i costi a carico del Consorzio?
Fig. 2. Costi annuali per abitante del
servizio di raccolta e trattamento rifiuti
La figura 2 mostra come, nel 2011, a
fronte di un costo medio nazionale di 195 euro ad abitante servito, il
costo del Consorzio Contarina è stato di 102 euro, novantatré euro in
meno, decisamente un bel risparmio.
Questo risparmio è stato prodotto dai
costi evitati per lo smaltimento e i ricavi ottenuti con la vendita
delle frazioni dei materiali raccolti in modo differenziato.
E l'occupazione?
Fig. 3 Andamento percentuale
dell'occupazione in Italia e dei dipendenti assunti dal Consorzio
Contarina (2002-2014)
La figura 3 mostra come, nel corso
degli ultimi 12 anni, grazie ai risparmi ottenuti con il passaggio
alla raccolta porta a porta, il Consorzio abbia progressivamente
aumentato i propri addetti (un aumento di oltre il 150%) per poter
offrire un servizio adeguato ai propri utenti, a fronte di un
drammatico calo dell'occupazione nazionale a partire dal 2008 quando
è iniziata la pesante crisi economica che ancora non ci molla.
Sono notizie che i lavoratori delle
nostre aziende di Igiene Urbana, i loro sindacati e chi amministra il bene pubblico, dovrebbero
conoscere e meditare.
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