In un’intervista rilasciata ieri al
Giornale di Sicilia, Vania Contrafatto, assessore regionale
all’Energia e servizi di pubblica utilità, fresca nominata da
Renzi – per intercessione del suo plenipotenziario siciliano Davide
Faraone – commissario straordinario per i depuratori, ha dichiarato
che per risolvere l’emergenza rifiuti isolana a breve verranno
attivati sei impianti di compostaggio che si aggiungeranno ai sei già
attivi e permetteranno di alleggerire il peso dei rifiuti smaltiti in
discarica. Entro un anno nasceranno due nuove discariche e almeno
altri sette impianti di compostaggio più tre strutture capaci di
separare i rifiuti organici da quelli secchi.
Per l’assessore «Il problema vero è
che si fa poca differenziata. E la colpa è dei Comuni. Se la Sicilia
raggiungesse il 45% di differenziata, obiettivo ambizioso ma
difficilmente centrabile nel breve periodo, non avremmo alcun
problema. Aumentare la differenziata significa ridurre i rifiuti, far
pagare meno tasse ai cittadini e proteggere l'ambiente».
Tuttavia l’Assemblea regionale rema
contro non approvando nella finanziaria una legge che avrebbe
introdotto sanzioni pecuniarie per chi non fa la differenziata e
incentivi per chi invece la fa. «È vero – dichiara la Contrafatto
–, volevamo la tassa ad hoc in Finanziaria. Ma l'Ars l'ha bloccata.
Purtroppo a volte in Assemblea scattano meccanismi che impongono di
accettare altre emendamenti per far approvare quelli voluti dal
governo. E ora sarà più difficile introdurre sanzioni e incentivi
in una legge ordinaria. Resta il fatto che ciascun Comune dovrebbe
dotarsi di isole ecologiche destinate alla raccolta di ciò che
rifiuto non è. E i cittadini devono abituarsi a differenziare perché
vetro, plastica e carta non sono rifiuti ma prodotti che hanno un
valore economico recuperabile».
A quali meccanismi voleva fare
riferimento l’assessore? Se volessimo pensar male, potremmo
ipotizzare alla lobby delle discariche, sempre viva e vegeta. Da chi
saranno gestite le due nuove discariche da realizzare a Enna e
Messina?
Secondo quanto riferito dall'associazione Zero Waste Sicilia, l'assessore Contrafatto non sa che la discarica di Messina è un impianto alquanto piccolo. Sarà dotato di un impianto di TMB in ingresso, ma senza produzione di Css. Se (ma non sarà così, visto che a Messina è finalmente cominciata la raccolta PAP, con punte in alcuni quartieri del 75%) assorbisse tutto il tal quale di Messina sarebbe saturo in soli 43 mesi. L'idea della amministrazione Accorinti è quella di trasformarlo in una "Fabbrica dei materiali" e in un "deposito" per estrazione mineraria urbana (ris. europea del 12/05/2012).
Secondo quanto riferito dall'associazione Zero Waste Sicilia, l'assessore Contrafatto non sa che la discarica di Messina è un impianto alquanto piccolo. Sarà dotato di un impianto di TMB in ingresso, ma senza produzione di Css. Se (ma non sarà così, visto che a Messina è finalmente cominciata la raccolta PAP, con punte in alcuni quartieri del 75%) assorbisse tutto il tal quale di Messina sarebbe saturo in soli 43 mesi. L'idea della amministrazione Accorinti è quella di trasformarlo in una "Fabbrica dei materiali" e in un "deposito" per estrazione mineraria urbana (ris. europea del 12/05/2012).
Secondo l’assessore, comunque, «La
Sicilia avrebbe impianti a sufficienza per far fronte al sistema
rifiuti. Si consideri che a brevissimo consegneremo l'impianto per il
trattamento meccanico biologico di Bellolampo e che ci sono sei
impianti di compostaggio già realizzati e in fase di attivazione. In
pochi mesi potremmo essere fuori dall'emergenza. Abbiamo però
bisogno che Roma ci conceda qualche altro mese per attivare gli
impianti».
E cosa si pensa di chiedere al governo
centrale?
«In questo momento – si legge
nell’intervista al quotidiano palermitano – abbiamo raddoppiato o
comunque molto aumentato il livello di smaltimento nelle discariche
in funzione. Ma queste sono cose che si possono fare per sei mesi e
noi stiamo per superare questo limite. Abbiamo bisogno di prorogare
questa possibilità per arrivare in tempo al completamento degli
impianti che permetteranno dio ridurre la quantità di rifiuti da
smaltire in discarica. Serve un'autorizzazione statale».
Ricordiamo che nel dicembre 2014 –
scaduta l'ennesima proroga al 30 giugno dello stesso anno – il
presidente della Regione Rosario Crocetta aveva nuovamente chiesto i
poteri speciali per l’emergenza rifiuti. Poteri che però gli erano
stati negati con la buona motivazione che la Sicilia sono anni che
commissaria il trattamento dei rifiuti con risultati fallimentari.
La conseguenza è stata quindi il
continuo ricorrere alle ordinanze contingibili e urgenti ex art. 191
prorogando le deroghe al conferimento dei rifiuti nelle
megadiscariche siciliane, compresa quella di contrada Valanghe
d’Inverno di proprietà della Oikos, che proprio in forza di un
provvedimento regionale dovrebbe chiudere e invece rimane attiva.
Aggiungiamo che sarebbe ancora attiva anche quella di Mazzarrà se
non fosse intervenuta la magistratura con un provvedimento di
sequestro preventivo in virtù delle gravissime criticità ambientali
rappresentate dal sito di Tirrenoambiente.
E se quindi, almeno per il momento alla
Regione non si pensa di reiterare la richiesta dello stato di
emergenza perché l’assessore vuole evitare che «la dichiarazione
di emergenza diventi un'opportunità per interessi illeciti che
sfruttano il superamento dei limiti di legge», si stanno realizzando
– ha dichiarato l’assessore –, «impianti di trattamento
meccanico biologico che, accoppiati a opportuni impianti di selezione
e recupero, permettono di dimezzare la quantità di rifiuti che
finisce in discarica separando alla base il secco dall'umido. Esiste
un impianto a Catania e ne stiamo consegnando uno a Bellolampo. Entro
un anno ne saranno pronti altri tre a Enna, Gela e Messina.
Contemporaneamente nasceranno due discariche a Enna e Messina a cui
saranno collegati altrettanti impianti di Tmb e compostaggio. Inoltre
abbiamo già sei impianti di compostaggio per smaltire i rifiuti
organici provenienti dalla differenziata: si trovano a Enna,
Grammichele, Ramacca, Sciacca, Castelbuono e Castelvetrano. A questi
già attivi ne aggiungeremo altri sei realizzati e da attivare in
tempi bravissimi. Si trovano a Bisacquino, Gela, Joppolo Giancaxio,
Marsala, Ragusa e Vittoria. Gli ultimi sette impianti compostaggio
saranno pronti entro un anno, le gare sono già bandite, e nasceranno
a Augusta, Calatafimi, Capo d'Orlando, Casteltermini, Noto, Paternò
e San Cataldo. Quando tutti saranno attivi saremo in grado di
smaltire fra strutture di compostaggio, Tmb e discariche tutti i
rifiuti prodotti giornalmente che ammontano a 6.582 tonnellate».
Saranno sufficienti i nuovi impianti?
Gli impianti di compostaggio attivi
sono quelli di Enna, Grammichele, Ramacca, Castelbuono,
Castelvetrano, Sciacca, ma sono piccoli impianti.
Gli altri sei che dovrebbero essere
attivati “entro un mese o poco più” – come si legge sul
quotidiano – sono quelli di Bisacquino, Gela , Joppolo Giancaxio,
Marsala, Ragusa e Vittoria però che erano stati bloccati negli anni
scorsi. Perché? L’intervistatore non l’ha chiesto e la
Contrafatto non lo dice.
Considerati i tempi biblici di
realizzazione che hanno gli appalti dei lavori pubblici in Italia e
peggio che mai in Sicilia, quanto è plausibile la previsione
dell’assessore Contrafatto che gli altri sette impianti di Augusta,
Calatafimi, Capo d’Orlando, Casteltermini, Noto, Paternò, San
Cataldo saranno pronti entro il maggio del 2016?
Gli impianti di trattamento meccanico
biologico al momento sono solo due: Catania e Palermo-Bellolampo
(quest’ultimo ancora da consegnare in verità), siamo già fuori il
tempo massimo stabilito dall’Unione Europea e quindi pagheremo
multe nei prossimi anni.
Dalle dichiarazioni della Contrafatto
sembra che il “piano” non preveda il ricorso alla
termovalorizzazione: «Nel piano rifiuti in vigore sono previsti. Ma
è una tecnologia superata e se con gli impianti che stiamo
realizzando ce la facciamo, non c'è bisogno dei termovalorizzatori»,
però quest’ultima è prevista dallo “Sblocca Italia”, insieme
al costoso trasferimento in altre regioni (se non addirittura
all'estero) «una soluzione estrema, che abbiamo ottime probabilità
di evitare» – conclude l’assessore –.
Nel frattempo si cominceranno a creare
le balle di materiale secco prodotto dagli impianti TMB: balle buone
per fare il Css. Basti ricordare che in passato, considerando vigente
il piano varato dalla giunta Lombardo, c’è chi si era spinto a
ipotizzare la costruzione di impianti per bruciare proprio il
cosiddetto Css. Questo la Contraffatto però non lo dice.
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