Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."

domenica 17 maggio 2015

Nuove discariche e potenziamento dell’impiantistica, ecco il piano regionale per uscire dall’emergenza rifiuti

In un’intervista rilasciata ieri al Giornale di Sicilia, Vania Contrafatto, assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, fresca nominata da Renzi – per intercessione del suo plenipotenziario siciliano Davide Faraone – commissario straordinario per i depuratori, ha dichiarato che per risolvere l’emergenza rifiuti isolana a breve verranno attivati sei impianti di compostaggio che si aggiungeranno ai sei già attivi e permetteranno di alleggerire il peso dei rifiuti smaltiti in discarica. Entro un anno nasceranno due nuove discariche e almeno altri sette impianti di compostaggio più tre strutture capaci di separare i rifiuti organici da quelli secchi.
Per l’assessore «Il problema vero è che si fa poca differenziata. E la colpa è dei Comuni. Se la Sicilia raggiungesse il 45% di differenziata, obiettivo ambizioso ma difficilmente centrabile nel breve periodo, non avremmo alcun problema. Aumentare la differenziata significa ridurre i rifiuti, far pagare meno tasse ai cittadini e proteggere l'ambiente».
Tuttavia l’Assemblea regionale rema contro non approvando nella finanziaria una legge che avrebbe introdotto sanzioni pecuniarie per chi non fa la differenziata e incentivi per chi invece la fa. «È vero – dichiara la Contrafatto –, volevamo la tassa ad hoc in Finanziaria. Ma l'Ars l'ha bloccata. Purtroppo a volte in Assemblea scattano meccanismi che impongono di accettare altre emendamenti per far approvare quelli voluti dal governo. E ora sarà più difficile introdurre sanzioni e incentivi in una legge ordinaria. Resta il fatto che ciascun Comune dovrebbe dotarsi di isole ecologiche destinate alla raccolta di ciò che rifiuto non è. E i cittadini devono abituarsi a differenziare perché vetro, plastica e carta non sono rifiuti ma prodotti che hanno un valore economico recuperabile».
A quali meccanismi voleva fare riferimento l’assessore? Se volessimo pensar male, potremmo ipotizzare alla lobby delle discariche, sempre viva e vegeta. Da chi saranno gestite le due nuove discariche da realizzare a Enna e Messina?
Secondo quanto riferito dall'associazione Zero Waste Sicilia, l'assessore Contrafatto non sa che la discarica di Messina è un impianto alquanto piccolo. Sarà dotato di un impianto di TMB in ingresso, ma senza produzione di Css. Se (ma non sarà così, visto che a Messina è finalmente cominciata la raccolta PAP, con punte in alcuni quartieri del 75%) assorbisse tutto il tal quale di Messina sarebbe saturo in soli 43 mesi. L'idea della amministrazione Accorinti è quella di trasformarlo in una "Fabbrica dei materiali" e in un "deposito" per estrazione mineraria urbana (ris. europea del 12/05/2012).
Secondo l’assessore, comunque, «La Sicilia avrebbe impianti a sufficienza per far fronte al sistema rifiuti. Si consideri che a brevissimo consegneremo l'impianto per il trattamento meccanico biologico di Bellolampo e che ci sono sei impianti di compostaggio già realizzati e in fase di attivazione. In pochi mesi potremmo essere fuori dall'emergenza. Abbiamo però bisogno che Roma ci conceda qualche altro mese per attivare gli impianti».
E cosa si pensa di chiedere al governo centrale?
«In questo momento – si legge nell’intervista al quotidiano palermitano – abbiamo raddoppiato o comunque molto aumentato il livello di smaltimento nelle discariche in funzione. Ma queste sono cose che si possono fare per sei mesi e noi stiamo per superare questo limite. Abbiamo bisogno di prorogare questa possibilità per arrivare in tempo al completamento degli impianti che permetteranno dio ridurre la quantità di rifiuti da smaltire in discarica. Serve un'autorizzazione statale».
Ricordiamo che nel dicembre 2014 – scaduta l'ennesima proroga al 30 giugno dello stesso anno – il presidente della Regione Rosario Crocetta aveva nuovamente chiesto i poteri speciali per l’emergenza rifiuti. Poteri che però gli erano stati negati con la buona motivazione che la Sicilia sono anni che commissaria il trattamento dei rifiuti con risultati fallimentari.
La conseguenza è stata quindi il continuo ricorrere alle ordinanze contingibili e urgenti ex art. 191 prorogando le deroghe al conferimento dei rifiuti nelle megadiscariche siciliane, compresa quella di contrada Valanghe d’Inverno di proprietà della Oikos, che proprio in forza di un provvedimento regionale dovrebbe chiudere e invece rimane attiva. Aggiungiamo che sarebbe ancora attiva anche quella di Mazzarrà se non fosse intervenuta la magistratura con un provvedimento di sequestro preventivo in virtù delle gravissime criticità ambientali rappresentate dal sito di Tirrenoambiente.
E se quindi, almeno per il momento alla Regione non si pensa di reiterare la richiesta dello stato di emergenza perché l’assessore vuole evitare che «la dichiarazione di emergenza diventi un'opportunità per interessi illeciti che sfruttano il superamento dei limiti di legge», si stanno realizzando – ha dichiarato l’assessore –, «impianti di trattamento meccanico biologico che, accoppiati a opportuni impianti di selezione e recupero, permettono di dimezzare la quantità di rifiuti che finisce in discarica separando alla base il secco dall'umido. Esiste un impianto a Catania e ne stiamo consegnando uno a Bellolampo. Entro un anno ne saranno pronti altri tre a Enna, Gela e Messina. Contemporaneamente nasceranno due discariche a Enna e Messina a cui saranno collegati altrettanti impianti di Tmb e compostaggio. Inoltre abbiamo già sei impianti di compostaggio per smaltire i rifiuti organici provenienti dalla differenziata: si trovano a Enna, Grammichele, Ramacca, Sciacca, Castelbuono e Castelvetrano. A questi già attivi ne aggiungeremo altri sei realizzati e da attivare in tempi bravissimi. Si trovano a Bisacquino, Gela, Joppolo Giancaxio, Marsala, Ragusa e Vittoria. Gli ultimi sette impianti compostaggio saranno pronti entro un anno, le gare sono già bandite, e nasceranno a Augusta, Calatafimi, Capo d'Orlando, Casteltermini, Noto, Paternò e San Cataldo. Quando tutti saranno attivi saremo in grado di smaltire fra strutture di compostaggio, Tmb e discariche tutti i rifiuti prodotti giornalmente che ammontano a 6.582 tonnellate».
Saranno sufficienti i nuovi impianti?
Gli impianti di compostaggio attivi sono quelli di Enna, Grammichele, Ramacca, Castelbuono, Castelvetrano, Sciacca, ma sono piccoli impianti.
Gli altri sei che dovrebbero essere attivati “entro un mese o poco più” – come si legge sul quotidiano – sono quelli di Bisacquino, Gela , Joppolo Giancaxio, Marsala, Ragusa e Vittoria però che erano stati bloccati negli anni scorsi. Perché? L’intervistatore non l’ha chiesto e la Contrafatto non lo dice.
Considerati i tempi biblici di realizzazione che hanno gli appalti dei lavori pubblici in Italia e peggio che mai in Sicilia, quanto è plausibile la previsione dell’assessore Contrafatto che gli altri sette impianti di Augusta, Calatafimi, Capo d’Orlando, Casteltermini, Noto, Paternò, San Cataldo saranno pronti entro il maggio del 2016?
Gli impianti di trattamento meccanico biologico al momento sono solo due: Catania e Palermo-Bellolampo (quest’ultimo ancora da consegnare in verità), siamo già fuori il tempo massimo stabilito dall’Unione Europea e quindi pagheremo multe nei prossimi anni.
Dalle dichiarazioni della Contrafatto sembra che il “piano” non preveda il ricorso alla termovalorizzazione: «Nel piano rifiuti in vigore sono previsti. Ma è una tecnologia superata e se con gli impianti che stiamo realizzando ce la facciamo, non c'è bisogno dei termovalorizzatori», però quest’ultima è prevista dallo “Sblocca Italia”, insieme al costoso trasferimento in altre regioni (se non addirittura all'estero) «una soluzione estrema, che abbiamo ottime probabilità di evitare» – conclude l’assessore –.
Nel frattempo si cominceranno a creare le balle di materiale secco prodotto dagli impianti TMB: balle buone per fare il Css. Basti ricordare che in passato, considerando vigente il piano varato dalla giunta Lombardo, c’è chi si era spinto a ipotizzare la costruzione di impianti per bruciare proprio il cosiddetto Css. Questo la Contraffatto però non lo dice.

Nessun commento:

Posta un commento