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domenica 30 novembre 2014

L'infinita "emergenza": Crocetta pronto a riaprire la discarica di Mazzarà Sant'Andrea?

«Non abbiamo alcuna intenzione di trasportare i nostri rifiuti in altre regioni, poiché ogni Regione ha il dovere di smaltire i propri. E noi non ci sottrarremo alle nostre responsabilità. Ritengo però che si debba aprire subito un tavolo a Roma per affrontare la questione ed evitare che la Sicilia diventi un nuovo "caso Campania", per intervenire quando la spazzature avrà già invaso le strade: chiederò quindi il commissariamento per la gestione dell'emergenza». Lo ha dichiarato all'ANSA il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che giorno 28 novembre ha firmato un'ordinanza «per tamponare la situazione che si è creata in seguito alla vicenda giudiziaria della discarica di Mazzarà Sant'Andrea e alla chiusura di quella di Siculiana per effetto dell'incremento dei conferimenti».
«In 24 ore ho annullato l'emergenza, assumendomi una responsabilità enorme e tamponando una situazione che poteva diventare drammatica», prosegue il governatore.
«L'attuale piano distribuisce in modo equo i rifiuti in base alle disponibilità esistenti - spiega - ma opereremo in questo modo solo per un mese. Nel frattempo occorre mettere in campo, immediatamente, misure alternative che consentano la riapertura delle discariche di Mazzarà Sant'Andrea e di Siculiana». Non solo, Crocetta punta «all'utilizzo a tappeto di altre discariche, magari in disuso, che possono essere utilizzate facendo dei piccolissimi interventi».
Il governatore sottolinea che «sono in corso le gare per cinque impianti in Sicilia, in cui lavori potrebbero essere imminenti, ma tali interventi non possono rappresentare la soluzione definitiva».
«Le criticità attuali - evidenzia - sono state determinate dalla scelta, compiuta in passato dai governi precedenti, di autorizzare solo discariche private senza pensare a investimenti pubblici. Si è pensato a creare mega-discariche di eccessivo impatto e non a piccoli interventi che avrebbero consentito ai singoli comuni o a consorzi di comuni di potere gestire i propri rifiuti. Questo sistema va rivisto profondamente: è impensabile che Catania, Messina e la parte orientale della provincia di Palermo debbano dipendere da tre impianti».

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