«Non abbiamo alcuna intenzione di trasportare i nostri rifiuti in altre
regioni, poiché ogni Regione ha il dovere di smaltire i propri. E noi
non ci sottrarremo alle nostre responsabilità. Ritengo però che si debba
aprire subito un tavolo a Roma per affrontare la questione ed evitare
che la Sicilia diventi un nuovo "caso Campania", per intervenire quando
la spazzature avrà già invaso le strade: chiederò quindi il
commissariamento per la gestione dell'emergenza». Lo ha dichiarato all'ANSA il
presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che giorno 28 novembre ha
firmato un'ordinanza «per tamponare la situazione che si è creata in
seguito alla vicenda giudiziaria della discarica di Mazzarà Sant'Andrea e
alla chiusura di quella di Siculiana per effetto dell'incremento dei
conferimenti».
«In 24 ore ho annullato l'emergenza, assumendomi una
responsabilità enorme e tamponando una situazione che poteva diventare
drammatica», prosegue il governatore.
«L'attuale piano distribuisce in
modo equo i rifiuti in base alle disponibilità esistenti - spiega - ma
opereremo in questo modo solo per un mese. Nel frattempo occorre mettere
in campo, immediatamente, misure alternative che consentano la
riapertura delle discariche di Mazzarà Sant'Andrea e di Siculiana». Non
solo, Crocetta punta «all'utilizzo a tappeto di altre discariche, magari
in disuso, che possono essere utilizzate facendo dei piccolissimi
interventi».
Il governatore sottolinea che «sono in corso le gare per
cinque impianti in Sicilia, in cui lavori potrebbero essere imminenti,
ma tali interventi non possono rappresentare la soluzione definitiva».
«Le criticità attuali - evidenzia - sono state determinate dalla scelta,
compiuta in passato dai governi precedenti, di autorizzare solo
discariche private senza pensare a investimenti pubblici. Si è pensato a
creare mega-discariche di eccessivo impatto e non a piccoli interventi
che avrebbero consentito ai singoli comuni o a consorzi di comuni di
potere gestire i propri rifiuti. Questo sistema va rivisto
profondamente: è impensabile che Catania, Messina e la parte orientale
della provincia di Palermo debbano dipendere da tre impianti».
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001
Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."
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