Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."

sabato 22 novembre 2014

Indagine sullo smaltimento dei rifiuti, situazione critica in Sicilia

Secondo il primo WAS Annual Report, il rapporto sulla gestione dei rifiuti preparato dalla società di ricerche e di consulenza strategica ambientale Althesys, la capacità di abbancamento delle discariche nazionali potrebbe esaurirsi nel giro dei prossimi due anni, soprattutto in quelle regioni – come la Sicilia – che le utilizzano come riferimento principale del proprio sistema di gestione.
Nell’Isola infatti ci sono ben tredici siti (dieci pubblici e tre privati) che si spartiscono qualcosa come 2,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (dati Ispra 2013), pari al 93% dei rifiuti prodotti (in Italia la media è del 37%).
Dei tre impianti privati siciliani, due – la discarica di Valanghe d’Inverno della Oikos, a Motta Sant'Anastasia in provincia di Catania e la discarica di contrada Zuppà della Tirrenoambiente Mazzarà Sant’Andrea, in provincia di Messina, sono in fase di chiusura dopo il provvedimento del diniego del rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dello scorso luglio (per la Oikos) e dello scorso ottobre (per la Tirrenoambiente). La discarica di Mazzarrà è stata anche sequestrata all’inizio di questo mese su provvedimento del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto che ha avviato l'ennesima indagine sulla gestione del sito da parte di Tirrenoambiente, in virtù delle risultanze della relazione ispettiva della commissione voluta dall'ex assessore regionale Marino.
Mentre nel resto dell'Europa diversi Paesi hanno abolito del tutto, o quasi, le discariche, come la Svizzera, in Sicilia, invece, con la scusa dell'emergenza continua si continua a tollerarne la presenza o addirittura si avanza la richiesta di realizzarne di nuove. L'intero sistema, quindi, è sbilanciato a causa di quel 93% di rifiuti che continua ad andare in discarica.
La Regione ha avviato dei bandi di gara europei da 70 milioni di euro per tre nuove piattaforme integrate di smaltimento di rifiuti, ma non ha ancora previsto una strategia complessiva per venire fuori dalla crisi proprio per il ritardo nell'aggiornamento del Piano Rifiuti.
Quello su cui si dovrebbe puntare sarebbe in primis la raccolta differenziata, le direttive europee in materia di rifiuti fissano anche precisi obiettivi da raggiungere della quota di riciclo: il 50% nel 2020 e il 70% nel 2030. Poi, la prevenzione con l'introduzione di un obiettivo di riduzione dei rifiuti alimentari del 30% entro il 2025.
Mentre incalza la nuova direttiva Ue con la quale tutti i Paesi europei si preparano ad abbattere le quantità di rifiuti in discarica, l'Italia, con la raccolta differenziata attestata sui 12,5 milioni di tonnellate con una crescita, di poco inferiore, tra il 2012 e il 2013, a 530 mila tonnellate (+4,4%), rimane al palo mentre potrebbe avere potenziali benefici economici e sociali fino a ben 15 miliardi tramite il raggiungimento degli obiettivi Ue sui rifiuti al 2030, e in particolare con il target del 70% di riciclo.

Nessun commento:

Posta un commento