Produciamo meno rifiuti nel nostro
paese, come in Europa è questa la tendenza degli ultimi anni ma il
merito non è nostro bensì della crisi economica e della contrazione
dei consumi. È questa la fotografia scattata dal nuovo Rapporto
Ispra sui rifiuti urbani.
Nel 2013 sono state prodotte quasi 400
mila tonnellate di spazzatura in meno rispetto al 2012 (-1,3%), 2,9
milioni di tonnellate rispetto al 2010 (-8,9%), un valore inferiore
anche a quello del 2002. La buona notizia è che gli italiani
differenziano di più rispetto agli anni precedenti, portando al
42,3% la produzione nazionale, 2 punti in più rispetto al 2012
(40%). Ancora una volta è il Nord a farla da padrone col 54,4%,
seguito dal Centro al 36,3% e dal Sud al 28,9%, dove a differenziare
di più è la Campania che separa correttamente quasi la metà dei
rifiuti prodotti ( 44%), anticipata solo dalla Sardegna (51%).
Differenziare permette di ridurre i
costi. Secondo l'analisi dell'Ispra sulla gestione del servizio di
igiene urbana, il costo medio annuo pro capite è stato di 158,86
euro imputabili alla gestione dei rifiuti indifferenziati per il
37,9%, alle raccolte differenziate per il 26,4%, allo spazzamento e
al lavaggio delle strade per il 14,3%. La rimanente percentuale deve
essere imputata ai costi generali del servizio ed ai costi del
capitale investito. Cifra che cambia in base alle dimensioni del
comune di appartenenza. Mettendo a confronto i costi della produzione
dei rifiuti, quello per la gestione dell'indifferenziato è pari a
22,35 eurocentesimi/kg, mentre il costo medio di gestione della
differenziata è nettamente inferiore: 18,38 eurocentesimi/kg, con
valori di 12,8 eurocentesimi/kg per la carta e cartone, 11,2 per il
vetro, 23,1 per la plastica, 29,4 per i RAEE, 23,4 per la frazione
umida, 9,6 per la frazione verde e 1,79 euro/kg per i farmaci
scaduti.
“La percentuale di copertura dei
costi del servizio con i proventi dalla tarsu e dalla tariffa sui
rifiuti è cresciuta con gli anni, raggiungendo, come media
nazionale, la copertura totale dei costi, come previsto dalla
normativa vigente in materia” spiega l'Ispra.
Regioni. Lo scorso anno, ogni italiano
ha prodotto 18 kg di rifiuti in meno, un calo che segue quello di 23
kg per abitante rilevato tra il 2011 e il 2012. L'Emilia Romagna è
la regione che produce più rifiuti con 625 kg pro capite, seguita da
Toscana (con 596 kg per abitante), Valle d’Aosta (565 kg) e Liguria
(559 kg). Minori quantità si si producono in Basilicata (359 kg
abitante per anno), in Molise (394 kg per abitante per anno), in
Calabria (421 kg per abitante per anno) e in Campania (434 kg per
abitante per anno).
A livello regionale, a differenziare di
più sono stati Veneto e Trentino Alto Adige (64,6%), seguiti dal
Friuli Venezia Giulia (59,1%), dalle Marche (55,5%), da Piemonte
(54,6%), Lombardia (53,3%), Emilia Romagna (53%) e Sardegna (51%).
Tra le regioni del Centro, il Lazio si attesta al 26,1%. Nel 2013 vi
è stato un aumento evidente della differenziata in Campania, passata
dal 41% del 2012 al 44% del 2013. Al 25,8% e 22% si posizionano
Basilicata e Puglia. Inferiori al 15% risultano Calabria (14,7%) e
Sicilia (13,4%) dove lo smaltimento in discarica rimane, chissà
perché, ancora una forma di gestione molto diffusa, e la chiusura
delle discariche di contrada Tiritì e Valanghe d’inverno (nel
catanese) alle quali dovrebbe seguire quella di contrada Zuppà (nel
messinese), finite sotto inchiesta per irregolarità e tangenti, già
fa gridare all’emergenza.
A livello nazionale invece si registra
un lieve calo, rispetto al 2012, dei rifiuti conferiti in discarica,
pari a 10,9 milioni di tonnellate, quasi 800 mila tonnellate (-6,8%)
rispetto ai dati dell'anno precedente. Crescono però le quote
avviate ad incenerimento (+4,4%), con 44 impianti operativi per
rifiuti urbani, frazione secca (FS) e CSS. Gran parte di essi si
trova nelle regioni del nord (28 impianti, pari al 64% del totale) e,
in particolare, in Lombardia e in Emilia Romagna rispettivamente con
13 ed 8 impianti operativi. Al centro sono 8 e altrettanti al sud. Il
totale dei rifiuti inceneriti lo scorso anno sono pari a 5,8 milioni
di tonnellate, di cui 2,5 milioni di rifiuti urbani indifferenziati.
Un leggero decremento si registra
infine per il trattamento della frazione organica (compostaggio e
digestione anaerobica) che ha interessato quasi 4,3 milioni di
tonnellate di rifiuti.
Nessun commento:
Posta un commento