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domenica 24 agosto 2014

Premio Parmaliana 2014: il video



Giovedì 21 agosto si è svolta la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio alla legalità e ai diritti "Adolfo Parmaliana", a cura del Circolo Arci Senza Confini di Furnari. Riconoscimento attribuito quest’anno all’Associazione Antimafie Rita Atria, di cui ricorre il ventennale, determinante presidio di legalità, e all’Associazione di Volontariato Casa di Solidarietà e Accoglienza di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) guidata da Don Pippo Insana che da decenni svolge attività di volontariato a supporto degli internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “V. Madia”. 

Le motivazioni del Premio

Nel mondo della cooperazione e dell’associazionismo, che esalta i valori di mutualità e solidarietà, equità sociale e centralità del lavoro umano rispetto al capitale la legalità è un obiettivo da perseguire non solo attraverso azioni eclatanti o dichiarazioni di principio ma soprattutto attraverso l'attività quotidiana, fatta del rispetto delle regole e delle leggi.
Il nostro circolo con l’istituzione del premio alla legalità e ai diritti nell’onorare la memoria del compianto Adolfo Parmaliana, ha voluto raccogliere idealmente il testimone del suo instancabile impegno sociale improntato al rispetto delle regole di civile convivenza che uno Stato democratico deve darsi.
Quest’anno, assegnando il riconoscimento all’Associazione Antimafie Rita Atria e alla Casa di solidarietà e accoglienza di Barcellona Pozzo di Gotto, desideriamo ringraziare e sostenere queste associazioni che, da sole, rischiando del proprio, operano giornalmente in silenzio per l’affermazione della legalità e il sostegno ai più deboli ed emarginati. A volte, troppe volte in verità, contrastate dalle stesse istituzioni, spesso profondamente inadeguate, alle cui mancanze suppliscono.
L’Associazione Antimafie Rita Atria nasce a Milazzo giusto venti anni fa, nel 1994, dall’iniziativa di due studentesse Nadia Furnari e Santina Latella, con l’obiettivo di raccogliere le immagini delle stragi di Stato del ‘92 custodite nella nostra mente e trasformarle da dolore in azioni, spinte dalla voglia di dare un senso a quella frase “Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe”.
Gli scopi dell’associazione sono: promuovere la diffusione della cultura della legalità, e di una coscienza antimafiosa e antifascista;  sensibilizzare a queste tematiche tutti i cittadini; promuovere attività e manifestazioni riguardanti queste tematiche; funzione di osservatorio politico-sociale sul territorio. E tante sono le battaglie affrontate e vinte, ne citiano per brevità solo alcune.
Grazie alla costante e tenace opera dell’associazione, i cui presidi sono sparsi in tutte le regioni d’Italia, nel 1996 si riapre il caso sull’omicidio di Graziella Campagna avvenuto a Villafranca il 12 dicembre del 1985.
Nel 1997 viene presentato un dossier sulle violazioni dei diritti umani dei Testimoni di giustizia.
Il 26 luglio del 1997 organizza a Partanna il funerale che Rita Atria non ha mai avuto.
Nel corso degli anni l’Associazione ha allarga il suo raggio d’azione e, oltre a seguire le evoluzioni del processo Campagna e dei diritti dei Testimoni di Giustizia.
Grazie alle sue denunce è stato smascherato il losco affare del parco commerciale di Barcellona Pozzo di Gotto, con conseguente blocco dello stesso e commissione d'indagine prefettizia su infiltrazioni mafiose che ha portato, nel febbraio 2013 all’apertura ufficiale di un’indagine della magistratura.
L’Associazione di Volontariato Casa di Solidarietà e Accoglienza di Barcellona Pozzo di Gotto, da decenni svolge attività di volontariato a supporto degli internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “V. Madia”, attuando una serie d’interventi mirati alla riabilitazione e alla risocializzazione, dei soggetti affetti da disturbi mentali.
Nell’ambito degli interventi finalizzati a promuovere la creatività artistica e comunicativa, è nato il progetto “Vite Sospese” che ha prodotto la realizzazione di un laboratorio teatrale.
Nasce così il testo teatrale “Pazzi in partenza” commedia brillante in due atti per denunciare l’inadeguatezza del “Sistema OPG”, la cui funzione primaria non è curativa ma contenitiva. I protagonisti decidono che adesso sono loro a dover parlare di se stessi per non lasciare che siano sempre gli altri a farlo e per ribellarsi contro l’ingiustizia delle proroghe che procrastina il fine pena.
 Il lavoro svolto con i volontari, ha assunto una funzione terapeutica: la dedizione e il costante impegno dimostrato dagli internati, hanno, non solo reso possibile il buon esito del progetto, ma soprattutto evidenziato la necessità di inserire, nel percorso di recupero, attività che possano favorire la creatività individuale, l’interazione, l’appartenenza al gruppo che produce solo se ciascuno lavora in sinergia con gli altri.
I risultati raggiunti, nonostante le innumerevoli difficoltà burocratiche che hanno osteggiato il progetto, sono certamente ragguardevoli. Gli internati dimostrano una maggiore consapevolezza delle proprie capacità creative, hanno sviluppato un comune senso di appartenenza al gruppo ma soprattutto hanno riacquistato fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità.

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