Esplode il boom degli impianti a
biomasse in provincia di Messina. Dopo Furnari, Novara, Fondachelli Fantina è
giunto il turno di Milazzo. Cambiano gli attori ma non le finalità,
lucrare sugli incentivi garantiti dai certificati verdi.
Giuseppe Marano Portavoce Federazione
dei Verdi Milazzo dopo avere appreso dalla stampa della volontà di
una azienda di volere realizzare una centrale elettrica alimentata a
biomasse nella Piana di Milazzo, in contrada Pezza del Pioppo ribadisce “un secco no” a tale
proposta.
«Siamo convinti – dichiara Marano –
che dietro quest’operazione si stia cercando di intercettare
finanziamenti pubblici provenienti dal rilascio di certificati verdi
conseguenti alla realizzazione di questa centrale».
«Una centrale a biomasse è un
inceneritore camuffato – prosegue l’esponente ambientalista –
che brucia la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui
provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura e dalle industrie
connesse, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed
urbani. Il decreto legislativo 387/2003 consente di trasformare anche
le centrali a biomassa in possibili inceneritori perché accomuna la
biomassa al Cdr (Combustibile derivato da rifiuti). Come dire che
bruciare un tronco d’albero è come bruciare ecoballe o altri
combustibili derivati da cicli di produzione del petrolio come il Pet
Coke».
Per i Verdi di Milazzo la costruzione
di un impianto di questa portata «porterà più inquinamento nelle
nostre aree» e pur bruciando materiale per definizione
“biodegradabile”, «le emissioni di polveri fini ed ultrafini,
metalli pesanti, diossine fino a un raggio di circa 20 km, saranno
sempre presenti, con grave danno per la nostra salute». Fondamentale
sarebbe, inoltre, la questione degli approvvigionamenti – come
già evidenziato dai contestatori del progetto di contrada Maraffino di
Furnari presentato dalla Comet Bio di Messina tramite Pas, poi
ritirata in attesa di ripresentarla in “un contesto diverso” –.
«Il nostro territorio – continua Marano – non è in grado di fornire le ingenti quantità di colture
necessarie per il funzionamento della stessa per cui si renderà
necessaria l’importazione di oli provenienti da altri paesi». Secondo quanto emergerebbe dalla richiesta presentata a Milazzo, il comune di Montalbano Elicona e l'azienda di un deputato regionale avevano garantito all'azienda, tramite un protocollo
d'intesa, un approvvigioname nto
annuo di 15.000 tonn di cippato. Tuttavia dagli studi dell'ENEA per la provincia ne risultano 55.000, perciò, secondo quanto asserito dalla ditta proponente, quasi il 20% verrebbe prodotto dal comune montano e dall'azienda del deputato.
«Considerato che il nostro territorio, Milazzo e la Valle del Mela, - conclude il portavoce dei Verdi - è un territorio dichiarato ad Alto rischio di crisi ambientale dal 2002, ritenuto che da quando è avvenuta tale dichiarazione con Decreto Regionale il comprensorio non è monitorato come previsto dai dettami Europei e se tale siffatto progetto dovesse continuare, come Federazione ci vedremo costretti a presentare regolare denuncia in procura al fine di individuare eventuali responsabilità su chi dovesse rilasciare tale autorizzazione».
«Considerato che il nostro territorio, Milazzo e la Valle del Mela, - conclude il portavoce dei Verdi - è un territorio dichiarato ad Alto rischio di crisi ambientale dal 2002, ritenuto che da quando è avvenuta tale dichiarazione con Decreto Regionale il comprensorio non è monitorato come previsto dai dettami Europei e se tale siffatto progetto dovesse continuare, come Federazione ci vedremo costretti a presentare regolare denuncia in procura al fine di individuare eventuali responsabilità su chi dovesse rilasciare tale autorizzazione».
Di opinione completamente diversa i
Verdi di Messina che, intervenendo nella vicenda Comet Bio-Furnari,
avevano attaccato le altre associazioni ambientaliste contrarie alla
realizzazione.
«Abbiamo avuto modo di visionare il progetto della CometBio – dichiarava la portavoce provinciale dei Verdi, Raffaella Spadaro – non ci risultano in atto per le modalità con cui è' stato pensato e progettato possibili danni per l'ambiente».
«Abbiamo avuto modo di visionare il progetto della CometBio – dichiarava la portavoce provinciale dei Verdi, Raffaella Spadaro – non ci risultano in atto per le modalità con cui è' stato pensato e progettato possibili danni per l'ambiente».
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