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sabato 19 luglio 2014

La Comet Bio rinuncia alla P.A.S., ma non avrebbe mai potuto chiederla

Alla conferenza stampa convocata ieri dalla Comet Bio, Blandina spara a zero su Furnari.
«La realizzazione dell’impianto di cogenerazione (energia elettrica e termica) da fonti rinnovabili – biomasse legnose – nel territorio del Comune di Furnari è stata purtroppo caratterizzata da episodi di violenza, tentativi di intimidazione e danneggiamenti, nonché da manifestazioni di pura demagogia che sono serviti da miccia per i primi. Poiché sull’impianto sono state date informazioni distorte e spesso false, è necessario ricostruire la storia di questi progetto d'impresa».
Cosa avrà mai fatto questo paesino della fascia tirrenica da far imbestialire addirittura il numero due di Confindustria Sicilia (come Giuseppe Catanzaro, padrone della discarica di Siculiana, i cui scontri con Nicolò Marino quando era assessore della giunta Crocetta hanno portato alla defenestrazione dell’ex magistrato antimafia).
Qualche tempo fa il Blandina aveva scelto Furnari quali sito per realizzare una centrale elettrica alimentata a biomasse perché – scrive in una nota - «meglio si addice alle necessità di alimentazione dell’impianto».
Però non spiega il perché “meglio si addiceva”. Gli abitanti di Furnari e dei paesi vicini un’idea se la sono fatta però, e si sono opposti, decisamente, fermamente, ma civilmente.
Dopo, asserisce, ha doverosamente informato, nell’ottobre del 2013, il Sindaco di Furnari circa l’investimento da realizzare e le sue ricadute sul territorio, ottenendone un convinto assenso.
«Lo scorso 23 aprile – prosegue la nota – Comet Bio ha presentato al Comune il proprio progetto con modalità Pas (Procedura Amministrativa Semplificata), corredata della richiesta di indizione di Conferenza dei Servizi».
«Nei giorni precedenti la presentazione della Pas, l’Amministratore della società e il Direttore del gruppo Comet hanno provato a rimettersi in contatto con il Sindaco per preannunciare la formalizzazione di quanto già gli era stato presentato, ma il Sindaco non ha mai risposto. Nel frattempo, alcuni soggetti che si spacciavano per esperti di impianti a biomasse hanno diffuso informazioni false e catastrofiche circa le ricadute sulla salute e sull’ambiente causate dalla presenza del nostro impianto, alimentando la rabbia della gente, prontamente cavalcata da chi preferisce acquisire facile consenso piuttosto che cimentarsi nella fatica di lavorare per lo sviluppo del territorio».
«Per questa ragione – conclude la nota -, abbiamo chiuso anticipatamente la Conferenza di servizi da noi richiesta il 23 aprile scorso. Impiegheremo questo ulteriore tempo a nostra disposizione per valutare l’opportunità di realizzare l’impianto in un contesto diverso» inviando al Suap del Comune una dichiarazione con la quale per «per non aggravare l’allarme sociale ingenerato tra i cittadini del Comune di Furnari a causa dell’opera di disinformazione da parte di alcune associazione locali e gruppi politici e dei conseguenti atti vandalici ed intimidatori subiti» rinuncia «a tutti gli effetti alla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) presentata presso codesto Comune il 23/04/2014 con prot. 4122».
«Il nostro progetto andrà avanti ugualmente – assicura però il numero due di Confindustria siciliana – nonostante le falsità, le violenze, la demagogia ed i tentativi intimidatori di questi mesi. Se qualcuno crede di averci sconfitto, sappia che questa non è nient’altro che una vittoria di Pirro: hanno detto no sia alla possibilità di creare nuovi posti di lavoro sia ad una gestione proficua e ordinata di 6 milioni di euro».
Mettiamo da parte le quanto meno discutibili affermazioni, delle quali Blandina se ne assume tutta la responsabilità, e alle quali lasciamo alle persone coinvolte il compito di replicare.
Stiamo ai fatti, poteva chiedere la Pas?
La Comet Bio srl di Messina presentando un progetto di un impianto di co-generazione, per la produzione combinata di energia elettrica e termica, alimentata da biomasse “prevalentemente forestale”, di poco inferiore al megawatt di potenza, ha voluto sfruttare la scorciatoia della procedura abilitativa semplificata (P.A.S.) che, come riportato nella dichiarazione di inizio lavori presentata il 23 aprile scorso, “per sua natura, è un procedimento molto più snello che non richiede particolari autorizzazioni e nulla osta soprattutto a livello ambientale (v. VIA, ecc.)”.
Introdotta a livello nazionale dall’art. 6, comma 1, del D.Lgs. 28/2011, la P.A.S. è stata poi estesa dalla Regione Siciliana agli impianti alimentati da fonti rinnovabili e le opere connesse fino a 1 megawatt con il DPRS 48/2012 che, all’art. 3, ne indica i requisiti di ammissione e le motivazioni di esclusione, tra i quali va segnalato, la collocazione degli impianti in aree sottoposte a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.
Come si può leggere nella nota dalla Soprintendenza, che ha bocciato il progetto, presentata in conferenza dei servizi e nella Normativa di Piano, il comune di Furnari ricade nell’ambito 9 della pianificazione paesaggistica regionale prevista dal D.Lgs. 42/2004. Successivamente, il 4 dicembre 2009, è stato adottato il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, che sottopone a livello di tutela 1 il Paesaggio Locale 7, sottopaesaggio 7°, ovvero proprio l’area sulla quale la Comet Bio vorrebbe realizzare il suo “inceneritore di biomasse”.
Verrebbero quindi a mancare le condizioni per l’utilizzo della procedura semplificata non applicabile alle aree tutelate dal citato D.Lgs. 42/2004, trovando applicazione invece quanto previsto dall’art. 12 del D.Lgs. 387/2003.
Inoltre, per sottrarre il Paese dalle incombenti decisioni su due procedure di infrazione per violazione della direttiva Europea 2011/92/UE in base alle quale “tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza devono avere la valutazione di impatto ambientale” con il DL 91 del 24/06/2014 sono state temporaneamente abolite le soglie dimensionali di cui al D.Lgs. 152/06, già previste per la esclusione dalla VIA (valutazione di impatto ambientale) di determinati progetti.
Il decreto prevede una loro rielaborazione, ma non si potrà più tenere conto di un solo parametro e nelle more sarà necessario sottoporre tutti i progetti alla verifica di assoggettabilità a VIA, prevista dall’art. 20 del D.Lgs. 152/06.
Come già affermato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 93 del 2013, che ha dichiarato illegittima la legge regionale delle Marche n. 3 del 2012 che aveva, al pari della Regione Siciliana, esteso l’applicazione della P.A.S. agli impianti fino al megawatt, in base alla direttiva Europea 2011/92/UE, tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza devono avere la valutazione di impatto ambientale e, in ogni caso, ci sarà l’obbligo valutare i diversi elementi che concorrono ad individuare una possibile criticità dell’impianto da realizzare.
Pertanto l’abolizione della soglia dimensionale prevista dal 152/06 e il dichiarato obbligo allo stato attuale di procedere alla Verifica di Assoggettabilità, previsto dal 91/2014, fanno escludere totalmente che il progetto di Blandina possa ritenersi esonerato dalla VIA e dalla Verifica di Assoggettabilità a VIA.

Va aggiunto, infine, che contrada Maraffino si trova in prossimità del Sic (Sito di Importanza Comunitaria) Laguna di Oliveri-Tindari e che i venti del quadrante sud-orientale la attraversano prima di raggiungerlo. Circostanza, questa, che rende obbligatoria la Valutazione di Incidenza prevista dal DPR 357/1997 art. 5, che viene effettuata nell’ambito della VIA, o dal comune se esclusa la VIA, e comporta la presentazione di uno Studio di Incidenza definito dal suddetto DPR 357.

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