Alla conferenza stampa convocata ieri dalla Comet Bio,
Blandina spara a zero su Furnari.
«La realizzazione dell’impianto di cogenerazione (energia
elettrica e termica) da fonti rinnovabili – biomasse legnose – nel territorio
del Comune di Furnari è stata purtroppo caratterizzata da episodi di violenza,
tentativi di intimidazione e danneggiamenti, nonché da manifestazioni di pura
demagogia che sono serviti da miccia per i primi. Poiché sull’impianto sono
state date informazioni distorte e spesso false, è necessario ricostruire la
storia di questi progetto d'impresa».
Cosa avrà mai fatto questo paesino della fascia tirrenica da
far imbestialire addirittura il numero due di Confindustria Sicilia (come Giuseppe Catanzaro, padrone della discarica di Siculiana, i cui scontri con Nicolò
Marino quando era assessore della giunta Crocetta hanno portato alla defenestrazione
dell’ex magistrato antimafia).
Qualche tempo fa il Blandina aveva scelto Furnari quali sito
per realizzare una centrale elettrica alimentata a biomasse perché – scrive in
una nota - «meglio si addice alle necessità di alimentazione dell’impianto».
Però non spiega il perché “meglio si addiceva”. Gli abitanti
di Furnari e dei paesi vicini un’idea se la sono fatta però, e si sono opposti,
decisamente, fermamente, ma civilmente.
Dopo, asserisce, ha doverosamente informato, nell’ottobre
del 2013, il Sindaco di Furnari circa l’investimento da realizzare e le sue
ricadute sul territorio, ottenendone un convinto assenso.
«Lo scorso 23 aprile – prosegue la nota – Comet Bio ha
presentato al Comune il proprio progetto con modalità Pas (Procedura
Amministrativa Semplificata), corredata della richiesta di indizione di
Conferenza dei Servizi».
«Nei giorni precedenti la presentazione della Pas,
l’Amministratore della società e il Direttore del gruppo Comet hanno provato a
rimettersi in contatto con il Sindaco per preannunciare la formalizzazione di
quanto già gli era stato presentato, ma il Sindaco non ha mai risposto. Nel
frattempo, alcuni soggetti che si spacciavano per esperti di impianti a
biomasse hanno diffuso informazioni false e catastrofiche circa le ricadute
sulla salute e sull’ambiente causate dalla presenza del nostro impianto,
alimentando la rabbia della gente, prontamente cavalcata da chi preferisce
acquisire facile consenso piuttosto che cimentarsi nella fatica di lavorare per
lo sviluppo del territorio».
«Per questa ragione – conclude la nota -, abbiamo chiuso
anticipatamente la Conferenza di servizi da noi richiesta il 23 aprile scorso.
Impiegheremo questo ulteriore tempo a nostra disposizione per valutare
l’opportunità di realizzare l’impianto in un contesto diverso» inviando al Suap
del Comune una dichiarazione con la quale per «per non aggravare l’allarme
sociale ingenerato tra i cittadini del Comune di Furnari a causa dell’opera di
disinformazione da parte di alcune associazione locali e gruppi politici e dei
conseguenti atti vandalici ed intimidatori subiti» rinuncia «a tutti gli
effetti alla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) presentata presso codesto
Comune il 23/04/2014 con prot. 4122».
«Il nostro progetto andrà avanti ugualmente – assicura però
il numero due di Confindustria siciliana – nonostante le falsità, le violenze,
la demagogia ed i tentativi intimidatori di questi mesi. Se qualcuno crede di
averci sconfitto, sappia che questa non è nient’altro che una vittoria di
Pirro: hanno detto no sia alla possibilità di creare nuovi posti di lavoro sia
ad una gestione proficua e ordinata di 6 milioni di euro».
Mettiamo da parte le quanto meno discutibili affermazioni,
delle quali Blandina se ne assume tutta la responsabilità, e alle quali
lasciamo alle persone coinvolte il compito di replicare.
Stiamo ai fatti, poteva chiedere la Pas?
La Comet Bio srl di Messina presentando un progetto di un impianto di co-generazione, per la produzione combinata di energia elettrica e termica, alimentata da biomasse “prevalentemente forestale”, di poco inferiore al megawatt di potenza, ha voluto sfruttare la scorciatoia della procedura abilitativa semplificata (P.A.S.) che, come riportato nella dichiarazione di inizio lavori presentata il 23 aprile scorso, “per sua natura, è un procedimento molto più snello che non richiede particolari autorizzazioni e nulla osta soprattutto a livello ambientale (v. VIA, ecc.)”.
La Comet Bio srl di Messina presentando un progetto di un impianto di co-generazione, per la produzione combinata di energia elettrica e termica, alimentata da biomasse “prevalentemente forestale”, di poco inferiore al megawatt di potenza, ha voluto sfruttare la scorciatoia della procedura abilitativa semplificata (P.A.S.) che, come riportato nella dichiarazione di inizio lavori presentata il 23 aprile scorso, “per sua natura, è un procedimento molto più snello che non richiede particolari autorizzazioni e nulla osta soprattutto a livello ambientale (v. VIA, ecc.)”.
Introdotta a livello nazionale dall’art. 6, comma 1, del
D.Lgs. 28/2011, la P.A.S. è stata poi estesa dalla Regione Siciliana agli
impianti alimentati da fonti rinnovabili e le opere connesse fino a 1 megawatt con
il DPRS 48/2012 che, all’art. 3, ne indica i requisiti di ammissione e le
motivazioni di esclusione, tra i quali va segnalato, la collocazione degli
impianti in aree sottoposte a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.
42.
Come si può leggere nella nota dalla Soprintendenza, che ha
bocciato il progetto, presentata in conferenza dei servizi e nella Normativa di
Piano, il comune di Furnari ricade nell’ambito 9 della pianificazione
paesaggistica regionale prevista dal D.Lgs. 42/2004. Successivamente, il 4
dicembre 2009, è stato adottato il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, che
sottopone a livello di tutela 1 il Paesaggio Locale 7, sottopaesaggio 7°, ovvero
proprio l’area sulla quale la Comet Bio vorrebbe realizzare il suo
“inceneritore di biomasse”.
Verrebbero quindi a mancare le condizioni per l’utilizzo
della procedura semplificata non applicabile alle aree tutelate dal citato
D.Lgs. 42/2004, trovando applicazione invece quanto previsto dall’art. 12 del
D.Lgs. 387/2003.
Inoltre, per sottrarre il Paese dalle incombenti decisioni
su due procedure di infrazione per violazione della direttiva Europea
2011/92/UE in base alle quale “tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza
devono avere la valutazione di impatto ambientale” con il DL 91 del 24/06/2014
sono state temporaneamente abolite le soglie dimensionali di cui al D.Lgs.
152/06, già previste per la esclusione dalla VIA (valutazione di impatto
ambientale) di determinati progetti.
Il decreto prevede una loro rielaborazione, ma non si potrà
più tenere conto di un solo parametro e nelle more sarà necessario sottoporre
tutti i progetti alla verifica di assoggettabilità a VIA, prevista dall’art. 20
del D.Lgs. 152/06.
Come già affermato dalla Corte Costituzionale con sentenza
n. 93 del 2013, che ha dichiarato illegittima la legge regionale delle Marche
n. 3 del 2012 che aveva, al pari della Regione Siciliana, esteso l’applicazione
della P.A.S. agli impianti fino al megawatt, in base alla direttiva Europea
2011/92/UE, tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza devono avere la valutazione
di impatto ambientale e, in ogni caso, ci sarà l’obbligo valutare i diversi
elementi che concorrono ad individuare una possibile criticità dell’impianto da
realizzare.
Pertanto l’abolizione della soglia dimensionale prevista dal
152/06 e il dichiarato obbligo allo stato attuale di procedere alla Verifica di
Assoggettabilità, previsto dal 91/2014, fanno escludere totalmente che il
progetto di Blandina possa ritenersi esonerato dalla VIA e dalla Verifica di
Assoggettabilità a VIA.
Va aggiunto, infine, che contrada Maraffino si trova in
prossimità del Sic (Sito di Importanza Comunitaria) Laguna di Oliveri-Tindari e
che i venti del quadrante sud-orientale la attraversano prima di raggiungerlo. Circostanza,
questa, che rende obbligatoria la Valutazione di Incidenza prevista dal DPR
357/1997 art. 5, che viene effettuata nell’ambito della VIA, o dal comune se
esclusa la VIA, e comporta la presentazione di uno Studio di Incidenza definito
dal suddetto DPR 357.
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