Niscemi, 9 agosto 2013, i siciliani, quelli veri, non quelli
che “scaldano poltrone” a Roma o a Palermo, sono scesi di nuovo in marcia per
ribadire il loro NO al Muos, dio di tutte le guerre. L’installazione radar
americana, le cui emissioni superano di gran lunga i limiti di sicurezza
previsti dalla legge italiana, è al centro da più di un anno di una lunga
controversia. Controversia che sembrava risolta quando il “rivoluzionario” governatore
Crocetta, in accordo con il M5S, aveva revocato l’autorizzazione alla
costruzione della stazione radar.
Il veto proposto dal presidente della Regione Siciliana
aveva superato indenne anche il ricorso al Tar presentato dal Governo nazionale
e si aspettava il pronunciamento del Cga, l'organo d'appello della giustizia amministrativa.
Lo scorso luglio però Crocetta si è rimangiato tutto. La
ragione, aveva spiegato il governatore, sta nelle analisi condotte dall'Istituto
superiore di sanità, che ha stabilito la non pericolosità dell'impianto per la
salute. Perseverare su questa strada avrebbe significato, secondo Crocetta,
rischiare una multa salatissima: 25 mila euro per ogni giorno di stop del cantiere.
Il voltafaccia dell’ex sindaco antimafia di Gela,
vicinissima a Niscemi, è stato vissuto dai No-Muos, in testa le mamme, che per
mesi hanno vigilato giorno e notte davanti alla recinzione dell'impianto, come
il più atroce dei tradimenti. «Crocetta ci ha preso per cretini ma noi non ci
fermiamo. Lui ha avuto paura e si è ritirato. Noi lottiamo per i nostri diritti
e la salute dei nostri figli», dice Maria Concetta Gualato, coordinatrice delle
mamme No-Muos.
L’Associazione antimafia Rita Atria, in prima fila nella
battaglia per la difesa dell’ambiente e della salute dei niscemesi e dei
siciliani tutti, ha presentato una denuncia presso la procura di Palermo, il
reato ipotizzato è falso ideologico. La denuncia segue quella già presentata
qualche settimana fa avanti la procura di Caltagirone per omissione d’atti
d’ufficio relativa ai mancati controlli sull’inizio dei lavori del MUOS prima
delle autorizzazioni regionali.
L’azione “pacifica e non violenta”, rivendicata da tutte le
componenti del movimento contrario alla realizzazione del progetto nella
riserva naturale di Ulmo, ha dato vita ad un corteo di 4 chilometri sotto il sole
cocente di questi primi giorni d’agosto, quando nel tardo pomeriggio di ieri i manifestanti
No Muos sono arrivati davanti alla base militare. Nel corteo spiccavano gli
striscioni «Fermarlo è possibile, tocca a noi farlo» e «Crocetta porta la
Sicilia alla guerra».
Un migliaio, 5.000, quanti erano i componenti del corteo? Un
dato non importante che non intacca minimamente la rilevanza della
manifestazione il cui spirito di “libertà e partecipazione” non potrà essere
sporcato da qualche tafferuglio.
Quello che conta è quella bandiera No Muos, piazzata in cima
a un'antenna, per dire che la battaglia non finisce qui.
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