Quando l l’Europa impone di trattare
i rifiuti attraverso un ordine di priorità, ovvero di prevenire la
produzione del rifiuto, di preparare il prodotto per il riutilizzo ,
di investire nel riciclo e nel recupero, evidenzia l’incapacità
italiana di adottare una efficiente modalità per lo smaltimento dei
rifiuti, sebbene i cittadini contribuiscano, e non poco, a pagare
tasse/tariffe per questo servizio, paradosso che rende anomala la
situazione italiana in ambito europeo.
A luglio conosceremo l'effettivo peso
per le nostre tasche della nuova Tares, ma intanto subiamo gli ultimi
colpi di coda di Tarsu e Tia, con un incremento del 2,8% su base
nazionale rispetto all'anno passato. Il record a Bari (nel 2012 la
Tarsu è aumentata del 30% rispetto al 2011), seguita da Messina
(Tarsu: +22%) e Firenze (Tia: + 21%), come risulta dal desolante
quadro tracciato dal Dossier rifiuti curato come sempre
dall'Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva e giunto
al sesto anno.
Come sottolineato dall’ultimo
rapporto ISPRA, l’aumento della produzione di rifiuti e la
discarica come principale opzione di gestione sono due emergenze che
l’Italia deve affrontare subito. Peggio di noi solo la Grecia e i
paesi dell’ex blocco sovietico. Dati che dovrebbero far riflettere
tutti, cittadini e amministratori.
Il ricorso alla discarica, sottolinea
la generale scarsa efficacia della raccolta differenziata del nostro
Paese rispetto agli altri Stati europei. Continuiamo infatti a
sotterrare i cosiddetti rifiuti indifferenziati, verso i quali il
nostro Paese nutre tutt’ora una spiccata propensione alla
produzione.
Persistere nella politica dell’uso
delle discariche, tra l’altro, oltre a non far crescere
economicamente il paese, continua a produrre tensioni sociali per
l’ormai arcinoto principio del “Nimby” (“Non nel mio
cortile”), comportando uno spreco di risorse e di energie che il
nostro paese non si può permettere.
Non riciclare non comporta soltanto
costi ambientali, perdite di competitività e maggiori costi
gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati membri
dell'Unione europea per mancato adeguamento alla normativa
discariche, e l'Italia detiene purtroppo il triste primate nel numero
di procedure d'infrazione avviate.
Il comparto del riciclo/recupero dei
rifiuti, ed in particolare degli imballaggi, risulta essere quello
che investe maggiormente nell’innovazione e nella ricerca di una
tecnologia avanzata verso sbocchi non tradizionali ed innovativi, sia
per l’impiego di scarti e per la valorizzazione di rifiuti in
settori nuovi, sia verso il miglioramento delle performance dei
prodotti stessi. Risulta l’industria del riciclo come la prima
nella green economy, unico ambito in cui si prevedono tassi di
crescita dell’occupazione, dai dati emersi dall’organizzazione
Internazionale del Lavoro.
L’ennesimo messaggio, nella speranza
che nell'affrontare questi temi avvii un percorso partecipato aperto
anche alla società civile.
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