La Commissione europea rinvia l'Italia
alla Corte di Giustizia europea a causa della ''situazione del
trattamento dei rifiuti nella Regione Lazio''. E per il ministro
dell'Ambiente Corrado Clini e' un risultato ''inevitabile'' dopo ''le
opposizioni al decreto del 3 gennaio'' che disponeva il conferimento
dei rifiuti di Roma negli impianti del Lazio che hanno capienza
inutilizzata. Opposizioni che, ricorda Clini, ''in vario modo
convergono verso l'unica 'abituale conclusione per Roma' a vantaggio
del conferimento in discarica'' Il ministro ha comunque scritto al
commissario europeo Janez Potocnik assicurando l'impegno dell'Italia,
''anche grazie alla collaborazione con la nuova amministrazione della
Regione e con il Comune di Roma, a completare il programma per
allineare la capitale d'Italia agli standard previsti dalle direttive
europee e dalle leggi nazionali entro i tempi previsti e comunque
prima che la Corte assuma la sua decisione''. Per Clini, comunque,
sono ''urgenti raccolta differenziata e recupero''.
Il commissario europeo Janez Potocnik,
''pur apprezzando l'impegno del ministro dell'Ambiente, ha rilevato
che sono a rischio la chiusura della discarica di Malagrotta e il
trattamento dei rifiuti, oggetto della procedura d'infrazione aperta
nel 2011''.
Il ministro ha convocato per il 20
marzo Ama e le imprese individuate dal decreto del 3 gennaio, ''per
definire un piano di azione vincolante anche utilizzando i poteri
straordinari che sono stati attribuiti al ministro dalla Legge di
stabilita' 2013''.
Clini ha anche scritto al presidente
della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma Gianni
Alemanno e al commissario della Provincia, Umberto Postiglione, per
sbloccare le procedure di autorizzazione, ferme da tempo, degli
impianti di trattamento e recupero ''che potrebbero dare una svolta
definitiva alla gestione dei rifiuti di Roma''.
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