L'ennesima “operazione” emergenza rifiuti/disfunzione
organizzata scattata all’alba del 24 maggio scorso (tu guarda un po’ le coincidenze
della storia), all'indomani della cessazione dell’intervento sostitutivo del
Commissario straordinario, sembra si stia avviando - almeno fino allo scattare
della prossima - alla conclusione.
Il “fronte” della trentina di sindaci dell'Ato Me 2 - con
l'esclusione del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto che da mesi gestisce i
servizi con rapporto diretto con Dusty e Tirrenoambiente pagando i costi grazie
agli incassi della Tarsu - dopo aver
denunciato «la gravissima situazione di fatto che affligge l’intero territorio
nel disinteresse generale degli organi competenti, che lascia soli gli Enti
Locali nell’impossibilità di trovare una soluzione per un sistema rifiuti, in
perenne emergenza, che ha stremato i bilanci comunali» e aver presentato alla
regione un piano alternativo in merito alla gestione dei rifiuti, si è via via “sgretolato”
davanti all'avanzare delle “orde” dei sacchetti della munnizza.
C'è chi, da subito, si è
messo d'accordo con Dusty e Tirrenoambiente, c'è chi invece ha firmato solo il
contratto di subentro con i signori dei
rifiuti.
I sindaci che hanno deciso di non firmare contratti con
Dusty e Tirrenoambiente hanno motivato la loro decisione - secondo quanto
dichiarato alla Gazzetta dal sindaco
di Furnari Mario Foti - «perché era eccessivamente oneroso, perché sussistevano
e sussistono forti dubbi sull’ entità degli importi effettivamente dovuti,
perché non convinceva la correttezza del computo delle tariffe applicate,
perché non c’è chiarezza sulla natura dei servizi effettivamente svolti.»
Questi ultimi, adottando
lo strumento delle ordinanze contingibili e urgenti ex art. 191 del d.lgs.
152/2006, il c.d. Codice dell’Ambiente, hanno rimandato al 30 settembre prossimo la
questione, sperando nel frattempo di trovare una soluzione che dovrebbe
arrivare - si spera - dal «progetto consortile finalizzato alla gestione
integrata dei rifiuti che potrebbe significare una svolta importante…».
Il ricorso allo strumento delle ordinanze ex art. 191
costerà alle casse comunali 10.200 euro al mese, calcolati in via presuntiva
«sulla base del piano finanziario fatto pervenire a questo Comune [Furnari,
ndr] con nota 2165 del 14.03.2012 da parte della Società d’ambito ATO ME 2
Spa».
Cifra, questa, che moltiplicata per i circa quattro mesi
della durata dell’ordinanza, inciderà pesantemente sul già magro bilancio
comunale, mangiandosi con buona probabilità gli introiti dell’IMU, in attesa
del definitivo passaggio alla riscossione diretta della Tia «che comunque, –
secondo quanto dichiarato dallo stesso sindaco di Furnari - fino al 2013, non
competerebbe ai medesimi [comuni, ndr], non è un obbligo né una competenza dei
Comuni, ma solo una necessità per evitare tracolli di bilancio».
«Uscire dall’emergenza rifiuti», prima che diventasse uno
slogan abusato e quasi senza alcuna credibilità (soprattutto quando è usato al
passato: «Siamo usciti dall’emergenza rifiuti») era un obbligo, un impegno di
civiltà che la classe dirigente, soprattutto politica, avrebbe dovuto risolvere
per tempo. Come sappiamo, questo in Sicilia non è avvenuto – e faremo bene a ricordarcelo
il prossimo ottobre – ma consoliamoci, la stagione estiva di Oliveri, Falcone,
Furnari, Terme Vigliatore, ecc. per il momento è salva, salvo il piccolo inconveniente dei miasmi, dello
scorrazzare degli auto-compattatori e del percolato, che non mancheranno di
allietare le giornate dei villeggianti.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento
relativo ad una strada alternativa alla schiavitù delle discariche, ricordo che
venerdì 15 giugno, presso il Circolo
Arci Thomas Sankara di Messina, con inizio alle 18,30 si terrà la
presentazione del libro La collina della
munnizza.
Chi ha firmato
Basicò, contratto con Tirrenoambiente, di cui - per
inciso - è anche socio;
Gioiosa Marea, contratto con Tirrenoambiente;
Librizzi, contratto con Tirrenoambiente;
Mazzarrà Sant’Andrea, contratto con Tirrenoambiente, oltre
che azionista di maggioranza della
stessa;
Milazzo, atto subentro Dusty e contratto con Tirrenoambiente;
Montalbano Elicona, contratto con Tirrenoambiente, società
nel cui Cda sedeva fino a poche settimane fa il candidato sindaco Giuseppe
Tortora;
Oliveri, contratto con Tirrenoambiente, azionista della
società mista;
Patti, atto subentro Dusty e contratto con Tirrenoambiente;
Piraino, contratto con Tirrenoambiente e ordinanza
sindacale;
Rodì Milici, contratto con Tirrenoambiente;
San Piero Patti, contratto con Tirrenoambiente;
Terme Vigliatore, atto subentro Dusty e contratto
con Tirrenoambiente;
Venetico, contratto con Tirrenoambiente;
Chi ha adottato le
ordinanze
Brolo, ordinanza sindacale - il sindaco Messina, dopo aver
presentato una denuncia per tentata estorsione e interruzione di pubblico
servizio nei confronti dei vertici della società mista ha deciso di non
conferire a Mazzarrà scegliendo l’impianto di contrada Volpe nel catanese;
Falcone, ordinanza sindacale;
Furnari, ordinanza sindacale n. 21 del 04/06/2012;
Fondachelli Fantina, ordinanza sindacale;
Pace del Mela, ordinanza sindacale;
Roccavaldina, ordinanza sindacale;
Rometta, ordinanza sindacale;
San Filippo del Mela, ordinanza sindacale;
San Pier Niceto, ordinanza sindacale;
Santa Lucia del Mela, ordinanza sindacale,
Torregrotta, ordinanza sindacale;
Gualtieri Sicaminò, ordinanza sindacale;
Monforte San Giorgio, ordinanza sindacale;
Valdina, ordinanza sindacale;
Villafranca Tirrena, ordinanza sindacale.
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