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venerdì 25 marzo 2011

Notificato al giudice Olindo Canali l’avviso di conclusione indagini per falsa testimonianza aggravato dal fine di agevolare l’associazione mafiosa cosa nostra


La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha notificato a Olindo Canali, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto e oggi giudice alla quinta sezione penale del Tribunale di Milano, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per il delitto di falsa testimonianza aggravato dal fine di agevolare l’associazione mafiosa Cosa Nostra. Il procedimento a carico del Canali è nato dalla denuncia sporta dall’avvocato Fabio Repici in conseguenza delle false dichiarazioni rese dal magistrato quale testimone, citato su richiesta della difesa del boss Gullotti, il 6 e il 15 aprile 2009 davanti alla Corte di assise di appello di Messina nel secondo grado del processo Mare Nostrum. Nell’occasione Canali negò di avere redatto nel 2006 un memoriale sull’omicidio del giornalista barcellonese Beppe Alfano, diverso da quello già acquisito dalla Corte, e negò pure di avere ricevuto da Alfano confidenze sul duplice omicidio Iannello-Benvenga. Proprio per quel duplice omicidio Giuseppe Gullotti era stato condannato all’ergastolo in primo grado. La Corte di assise di appello, con la sentenza del 28 novembre 2009, assolse il boss Gullotti dal duplice omicidio. Secondo le denunce della figlia del giornalista ucciso, Sonia, oggi eurodeputata nelle file dell’IDV di Di Pietro (e papabile candidata alle prossime elezioni politiche per il collegio di Barcellona), il giudice Canali sarebbe il principale responsabile dei depistaggi sull’omicidio del padre, compiuti fermando gli accertamenti alle responsabilità dei piani bassi della mafia barcellonese ed evitando che emergesse la causale principale dell’omicidio, collegata alla presenza a Barcellona Pozzo di Gotto dell’allora latitante Nitto Santapaola.
Alfano, come ammesso dallo stesso Canali, aveva confidato al magistato milanese di aver scoperto il covo del capomafia catanese. Ma nulla fu fatto e il giornalista venne ucciso. E quando partirono le indagini, ad opera proprio del dr. Canali, quest’ultimo, secondo la figlia Sonia, “dimenticò” le confidenze del padre su Santapaola. Dal fascicolo rimasero “stranamente” fuori i nomi di Nitto Santapaola e di Rosario Cattafi, uomo che è da decenni il tramite fra la mafia catanese e barcellonese e i servizi segreti.
Di seguito pubblichiamo il documento ufficiale.

AVVISO ALL’INDAGATO E DAL DIFENSORE DELLACONCLUSIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI
Art. 415 - bis-c.p.p.
AVVISO DI DEPOSITO DEI VERBALI, DECRETI E REGISTRAZIONI DELLE ATTIVITA’ DI INTERCETTAZIONE
Art. 268, commi 4 e segg. c.p.p.
Il Pubblico Ministero Dott.Federico Perrone Capano
In relazione al procedimento penale in epigrafe indicato nei confronti di:
Canali Olindo, nato a Lissone (MI) il 22.1.1955, elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia, avv. Fabrizio Formica del foro di Barcellona P.G., con studio in Milazzo, via G. Medici n.8
RILEVATO
che questo ufficio procede per i seguenti fatti costituenti reato
IMPUTAZIONE
Delitto di falsa testimonianza, previsto e punito dagli artt.372 c.p ed art. 7 1.203/1991 perché, deponendo come testimone nell’ambito del procedimento penale n. 3/08 R.G. Ass. App. Messina, negava il vero sostenendo di non aver redatto, nel periodo immediatamente successivo alle festività natalizie 2005, documenti e memoriali, relativi all’omicidio Alfano, diversi ed ulteriori rispetto al file inviato per posta elettronica al giornalista Leonardo Orlando e negava il vero sostenendo di non aver ricevuto confidenze da Beppe Alfano in merito all’omicidio in danno di Giuseppe Iannello. Con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso denominata Cosa nostra ed in particolare della sua articolazione di Barcellona Pozzo di Gotto, facente capo a Gullotti Giuseppe.
In Messina il 15.4.2009
DR.FEDERICO PERRONE CAPANO

PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale Ordinario di Reggio Calabria
- Direzione Distrettuale Antimafia -
AVVISA
l’indagato ed il difensore sopra indicati che:
gli indagati ed i rispettivi difensori sopra indicati che:
1) la documentazione relativa alle indagini preliminari;
2) i provvedimenti di liquidazione agli interpreti e consulenti soggetti ad impugnazione;

sono depositati presso la segreteria di questo PM, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Palazzo Ce.dir., piano VI, stanza 85, e che hanno facoltà di prendere visione degli atti e di estrarne copia, nonché di presentare, entro venti giorni dalla notifica del presente atto, memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al Pubblico Ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.
AVVISA
l’indagato ed il difensore sopra indicati che:
gli indagati ed i rispettivi difensori sopra indicati che:
- i verbali e le registrazioni relativi alle attività di intercettazione, nonché i
supporti relativi ai flussi di comunicazioni informatiche e telematiche sono depositati presso la segreteria di questo PM, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Palazzo Ce.dir., piano VI, stanza 85;
- hanno facoltà di esaminare gli atti, ascoltare le registrazioni owero prendere cognizione dei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche, nonché di estrarre copia delle trascrizioni e fare eseguire la trasposizione della registrazione su nastro magnetico o comunque idoneo supporto; in caso di intercettazione di flussi di comunicazioni informatiche o telematiche possono richiedere copia su idoneo supporto dei flussi intercettati, owero copia della stampa in forma intellegibile delle informazioni contenute nei flussi di comunicazioni informatiche o telematiche.
Consegnato a ufficiali giudiziari per la notifica.
Reggio Calabria, 03/03/2011

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