Il decreto regionale 6683 dello scorso 29 dicembre chiude un
lungo iter normativo e fissa importanti restrizioni a tutta una serie di
progetti di rilevante impatto ambientale nella provincia peloritana
La sua adozione risale al 2009, ma sulla sua effettiva
vigenza si sono scontrati ambientalisti, multinazionali dell’energia e
schieramenti politici di tutti gli orientamenti.
Il Piano dopo essere stato pubblicato presso tutti i Comuni
interessati per oltre tre mesi nell’inverno 2010, il 21 marzo dell’anno successivo
veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
Seguirono le osservazioni ampiamente dibattute sulla stampa
e, in conseguenza di quanto sopra, dell’articolo 143 del Codice dei Beni
Culturali, della specifica Normativa di Piano e della consolidata
giurisprudenza, dalla data di adozione e pubblicazione sono entrate in vigore
le Norme di Salvaguardia, che secondo diversi giuristi e ambientalisti pertanto
erano pienamente vigenti.
Querelle che oggi sembrano essere definitivamente superate
essendo stato finalmente approvato dall’assessore regionale dei Beni Culturali
e dell’Identità Siciliana, Carlo Vermiglio il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9
della Provincia di Messina.
«È un grande passo avanti nella tutela del territorio della
parte peloritana della Provincia di Messina – ha dichiarato l’avvocato Nino La
Rosa, presidente dell’associazione I Cittadini di Villafranca Tirrena - perché
orienta e sostiene le prospettive di sviluppo verso la valorizzazione del
nostro patrimonio naturale, unica vera risorsa per la crescita delle nostre
comunità».
La soddisfazione dell’esponente ambientalista è ben
motivata, in quanto l’approvazione del Piano produce nell’immediato tutta una
serie di rilevanti effetti con importanti ripercussioni su alcuni dei più
controversi progetti pubblici e privati il cui impatto ambientale ha sollevato
non poche proteste e non solo tra gli ambientalisti.:
Innanzitutto, come fa rilevare l’avvocato La Rosa, viene cancellata
la discussione sulla possibilità di utilizzare il sito di contrada Pace a
Messina quale sito polivalente per lo smaltimento dei rifiuti.
Impianto che, ricordiamo, lo scorso giugno il Tar
di Palermo aveva rimesso in gioco, mentre in precedenza, nel giugno
2015, un parere motivato del Ministro dell’Ambiente, di concerto con il
Ministro dei Beni Culturali, giunto a conclusione della Valutazione Ambientale Strategica
sul Piano Regionale dei Rifiuti della Regione siciliana, aveva stabilito che in
contrada Pace era impossibile la realizzazione di qualsivoglia impianto per la
trattazione dei rifiuti.
L’approvazione dovrebbe anche porre la parola fine al
progetto della multiutility lombarda A2A di realizzare un inceneritore nella
Valle del Mela.
L’incompatibilità del progetto di Edipower/A2A con il
suddetto Piano paesaggistico era già stata evidenziata in alcuni documenti di
osservazione sul progetto di A2A presentati al Ministero dell’Ambiente
nell’ambito della relativa procedura di VIA.
L’Associazione Antimafie
Rita Atria – tra le prime a presentare le osservazioni – scriveva:
«Particolare rilievo assume il contrasto del progetto con il Piano
Paesaggistico dell’Ambito 9 della Regione Siciliana che impedisce di fatto la
realizzazione dell’impianto inceneritore a CSS e postula, invece, per una
riconversione del territorio verso la naturale vocazione paesaggistica della
zona».
Sulla stessa linea si ponevano anche le associazioni
“Mediterranea per la natura”, “I cittadini di Villafranca Tirrena” e “Salviamo
il paesaggio”.
Infine, ma non meno rilevante, l’atto dell’assessore
Vermiglio conferma la violazione del Piano Paesaggistico nella realizzazione
del Pilone 40 dell’Elettrodotto Sorgente Rizziconi.
«La società Terna – prosegue La Rosa - aveva tentato, prima
in sede di convenzione con la Regione poi con le osservazioni al piano, di fare
accettare l’idea di non essere tenuta al rispetto della legge, ma il tentativo
è stato clamorosamente respinto dall’Osservatorio regionale per la Qualità del
Paesaggio».
La Rosa conclude esprime anche un ringraziamento
all’Associazione MAN Onlus per lo studio e l’attenzione con cui ha sostenuto e
sollecitato, in tutte le sedi, l’approvazione del Piano.
L’Associazione Mediterranea per la Natura Onlus, assistita
dall’avvocato Carmelo Picciotto del Foro di Messina, nel 2013 aveva anche
sporto una denuncia per la violazione delle Norme di Salvaguardia del Piano
Paesaggistico dell’Ambito 9, che pone sotto il più alto livello di tutela il
crinale di Monte Raunuso, dove è stato realizzato sul Serro Tondo il sostegno
n.40.
Da quella denuncia scaturirono il sequestro
del pilone e, successivamente, un procedimento
penale a carico di, dirigenti Terna e funzionari della Soprintendenza, e in cui
l’associazione di La Rosa, insieme alla Man di Gianni Mento, sono state ammesse
come parte
civile.
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