Mentre il
prossimo 27 febbraio, si terrà l’udienza davanti al Consiglio di
Stato per il ricorso contro la sentenza del Tar del Lazio, che non
aveva annullato l’autorizzazione per la realizzazione dell’opera
Lo scorso 29
novembre davanti al tribunale di Messina si è tenuta una nuova
udienza del processo per la realizzazione del Pilone 40
dell’Elettrodotto a 380 KV Sorgente Rizziconi, nel territorio di
Saponara, che vede tra gli imputati l’ingegner Roberto Cirrincione,
dirigente Terna, assistito dagli avvocati Giulia Bongiorno e Elena
Orsi, per la realizzazione del traliccio numero 40 dell'elettrodotto
Terna Sorgente-Rizziconi. Insieme a Cirrincione è imputato Simone
Dal Pozzo, difeso dagli avvocati Roberto Nobili e Olga Cancellieri,
amministratore della ditta CEIE Power s.p.a., che ha eseguito i
lavori.
Coinvolti nel
procedimento anche gli architetti Salvatore Scuto (difeso
dall’avvocato Claudio Rugolo) e Anna Piccione (difesa dagli
avvocati Roberto Noschese e Manuela Mancuso), rispettivamente ex
Soprintendente ed ex dirigente dell’Unità Operativa VII della
Soprintendenza di Messina, per avere concorso all’alterazione di
bellezze naturali tramite l’omessa revoca dell’autorizzazione
rilasciata e divenuta inefficace per via del sopravvenuto Piano
Paesaggistico dell’Ambito 9.
Il giudice, dottor
Grasso, ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Associazione
I Cittadini di Villafranca Tirrena, rappresentata dall’avvocato
Emanuela Vattemi, motivando che l’attività di tutela dell’ambiente
svolta dall’associazione è rispondente ai fini statutari.
Nella stessa udienza
il giudice ha rigettato l’eccezione sollevata dalla difesa Piccione
che tendeva a far ripetere l’udienza di opposizione
all’archiviazione svoltasi nel luglio 2014. Con il rigetto
dell’eccezione il processo si avvia verso la fase dibattimentale
con l’audizione dei testimoni.
“È
certamente un buon risultato” - afferma l’avvocato
Antonino La Rosa, Presidente dell’Associazione - “perché la
presenza nel giudizio ci consentirà di sostenere i diritti dei
cittadini danneggiati dalla realizzazione di questo elettrodotto
costruito in violazione di precise norme;
attendiamo,
ovviamente, la sentenza del processo, ma anche l’evolversi di tutti
gli altri procedimenti che ci risultano attivati. È
inconcepibile” - continua La Rosa - “che in uno stato di
diritto sia stato consentito al premier Renzi di inaugurare, in pompa
magna, un elettrodotto che aveva ed ha, oltre al pilone 40 - per il
quale è in corso il processo - un sostegno sotto sequestro (il 45)
dove unitamente al 46, dal mese di Maggio Terna continua a lavorare.
Ancora più inconcepibile che l’Autorità per l’Energia deliberi
la concessione di premi di svariati milioni di Euro alla società per
avere conseguito questi discutibili risultati di efficienza”.
Il processo
riprenderà il 31 Gennaio 2017, mentre si attende anche l’importante
udienza davanti al Consiglio di Stato il prossimo 27 febbraio, dove
si discuterà il ricorso contro la sentenza (n. 8893/2012) del Tar
del Lazio, che non aveva ritenuto di annullare l’autorizzazione per
la realizzazione dell’opera, nonostante i numerosi e rilevanti vizi
denunciati.
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