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lunedì 18 gennaio 2016

Rifiuti e interventi shock: Mazzarrà potrebbe tornare in pista con il Tmb

Sabato riportavamo le dichiarazioni rilasciate all'Ansa dal sottosegretario Faraone su imminenti interventi shock in materia di gestione dei rifiuti in Sicilia, in perenne “emergenza” da oltre un ventennio.
«Sui rifiuti i pannicelli caldi hanno i minuti contati; sono le ultime settimane di vecchia gestione, mai più proroghe. Via discariche e rifiuti nascosti sotto il tappeto. In collaborazione con il governo regionale, stiamo preparando interventi shock, che niente hanno a che fare con il passato". Lo ha detto ai cronisti il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone a Palermo per un convegno sulla dispersione scolastica, riferendosi alla situazione delle discariche nell'Isola. "Le discariche sono il vero scandalo per la salute e l'ambiente - ha aggiunto -. In questi giorni si stanno mettendo in campo le ultime misure tampone, bisogna far partire gli impianti e potenziare raccolta differenziata. Agiremo in tempi strettissimi con poteri speciali, non abbiamo più un solo minuto da perdere».
Oggi sembrano concretizzarsi alcune ipotesi, circa il tipo di quegli interventi shock, che potrebbero rimettere in pista Tirrenoambiente spa, la partecipata del comune di Mazzarrà Sant'Andrea, che di recente ha rinnovato i suoi vertici.
Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Meridione News, «Dal punto di vista del sottosegretario palermitano i poteri straordinari di cui disporrebbe un commissario, potrebbero portare ad esempio alla requisizione di impianti come quello di Tmb, trattamento meccanico biologico, di Mazzarrà S. Andrea per completarne la realizzazione in tempi più rapidi e agevoli, oppure a intervenire sull’area di Messina, dove incombe un parere negativo della sovrintendenza per la realizzazione di un impianto analogo, trovando una nuova area in tempi più brevi rispetto a quelli ordinari.»
Altra ipotesi, sempre anticipata dal quotidiano, riguarda la questione dei sei inceneritori e delle piattaforme integrate, annunciate a ottobre scorso dall’assessorato diretto dal pm in aspettativa Vania  Contraffatto.
«L’ipotesi allo studio – riferisce Meridione News – è quella di costruire sei piattaforme integrate per trattare il rifiuto. Differenziando dal rifiuto ciò che rifiuto non è, ciò che resta dovrà essere trattato secondo un principio di prossimità territoriale. Ciò avverrebbe nei territori dove esistono le strutture che servono a separare la frazione umida dalla frazione secca dei rifiuti. Una parte di rifiuto non può essere recuperato e per la Comunità europea non può più andare in discarica. L'idea è di bruciare questa parte. Il 35 per cento dell’indifferenziato va depurato della parte inquinante, l’umido, che da organico va reso inorganico, attraverso dei processi che sono uguali a quelli del compostaggio. Si andrebbe quindi a valorizzare solo quello che non può andare in discarica, attraverso gli impianti con valorizzazione energetica. Questo in teoria lo schema che dovrebbe dare luogo alla differenza non solo linguistica tra termovalorizzatore di grandi quantità e impianti di supporto che dovrebbero contenere al minimo gli effetti della valorizzazione».
Di certo la nomina di un commissario straordinario potrebbe portare ad accelerare su queste opere, con quali risultati però sarà tutto da scoprire, considerati gli esiti fallimentari delle precedenti dichiarazioni di emergenza.

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