Per soli otto voti la Sicilia non sarà
tra le regioni che promuoveranno i referendum popolari contro le
trivellazioni in mare ed a terra. L’Assemblea regionale Siciliana,
chiamata ad esprimersi sulla possibilità di promulgare insieme ad
almeno altre quattro regioni i referendum abrogativi di parti di
norme contenute negli art. 35 del decreto sviluppo e 38 dello Sblocca
Italia., ha deciso di non opporsi alle trivellazioni nei mari
dell’Isola.
Il Forum Siciliano dei Movimenti per
l'Acqua ed i Beni Comuni aveva provato a scuotere le coscienze della
giunta e dei deputati regionali siciliani, rivolgendo loro un appello
ad approvare l'approvazione della delibera volta a promulgare,
insieme ad almeno altre quattro regioni, i referendum abrogativi
delle norme concernenti le trivellazioni.
«Riteniamo – si legge nella lettera
inviata al presidente Crocetta, ai suoi assessori e a tutti i
deputati dell’Ars – che l'espressione popolare prevista dalla
nostra Costituzione, sia fondamentale su un tema tanto importante per
lo sviluppo sostenibile della nostra regione. Almeno dieci presidenti
di regione, tra cui il nostro, hanno deciso di promuovere i
referendum abrogativi delle norme concernenti le trivellazioni per la
ricerca di idrocarburi e gas. Con la presente siamo a chiederLe di
non fare mancare il Suo voto a questa importante decisione,
auspicando che, come già la regione Basilicata, anche la Sicilia
possa esprimersi all'unanimità su una questione derimente per il
futuro sviluppo della nostra regione».
Per il Forum «è anacronistico pensare
di puntare sulle energie fossili. Il nostro sole del mediterraneo, il
vento e l''acqua ci regalano energia gratuita e pulita, e creerebbero
decine di migliaia di posti di lavoro a fronte delle risibili risorse
che le trivellazioni lasciano sul territorio, mettendo però a
rischio di danni irreparabili i nostri mari, la salute dei cittadini
e danneggiando l'economia legata al turismo».
È la strada della conversione
ecologica dell'economia e della società, attraverso la promozione di
un nuovo piano energetico regionale basato sulle energie rinnovabili,
quella da percorrere per il Forum «per restituire un futuro alla
nostra terra ed alle comunità».
Per questo Le chiediamo – concludeva
l’appello – di votare a favore dei referendum in oggetto, e di
farsi con noi promotore del cambiamento auspicato presso i Suoi
colleghi Deputati».
E invece un NO compatto è giunto dal
Presidente Rosario Crocetta e da 11 esponenti del PD due del Megafono
ed 1 del PDS-MP.
Mentre altre cinque regioni avevano già
deliberato, per cui i quesiti referendari saranno depositati il
prossimo 29 settembre in Cassazione, la Sicilia perde, per il Forum,
«l'occasione di schierarsi per un modello di sviluppo sostenibile
che, con le energie rinnovabili, potrebbe creare decine di migliaia
di posti di lavoro. La scelta di favorire invece le energie fossili,
non solo appare anacronistica dal punto di vista ambientale, a fronte
dei mutamenti climatici in atto, ma contraddice l'indirizzo che
l'europa incentiva in fatto d'energia attraverso il Patto dei Sindaci
per la conversione energetica».
In Sicilia, che ha avuto il maggior
numero di adesioni dei Comuni al Patto dei Sindaci a livello europeo,
non si è ancora dotata di un nuovo Piano energetico Regionale,
scaduto ormai da due anni, denuncia il Forum.
«Evidentemente – si legge nel
comunicato stampa diffuso oggi – le politiche regionali sono meno
avanzate di quelle che esprimono gli enti locali, e la mancanza di
una visione complessiva di sviluppo sostenibile, di tutela dei mari,
dei territori, delle falde acquifere, della salute dei cittadini e
del turismo, rimangono in secondo piano rispetto agli interessi delle
multinazionali. Se i referendum verranno promulgati come sembra,
anche i siciliani saranno chiamati ad esprimersi ed il Forum
Siciliano dei Movimenti per l'Acqua ed i Beni Comuni, che ha
sollecitato la giunta di governo ed i deputati regionali a promulgare
i referendum, darà il suo contributo per la vittoria del SI».
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