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martedì 28 aprile 2015

Sicilia, raccolta differenziata al palo e deficit impiantistico

La Sicilia – diciamolo chiaramente – non ha un piano rifiuti, e l’unica strada che ha praticato – e continua a praticare – è quella che va dal cassonetto alla discarica, ma le discariche siciliane sono al limite della capienza, molti i siti da bonificare perché inquinati e l’Europa ci incalza con multe salatissime.
Tutta la regione è in forte ritardo con la raccolta differenziata – siamo sotto il 10% a fronte di un obiettivo di legge del 65 – dove funzionano pochi impianti di compostaggio, senza i quali parlare di raccolta differenziata non ha neanche senso.
In provincia di Messina non ne risultano di attivi, per quello di Capo d’Orlando la gara è andata deserta e non più bandita, con il rischio di perdita dei finanziamenti.
In provincia di Catania ci sono – almeno sulla carta – ben 3 impianti di compostaggio (Kalat Ambiente 20000 tonn/anno, Ofelia Ambiente 60000 tonn/anno, e Sicula trasporti 20000 tonn/anno) per un totale di circa 100000 tonnellate anno di umido conferito. Di fatto invece l’unico impianto che sta funzionando, ma che non può reggere il fabbisogno della provincia catanese che si aggira sulle 460.000 tonnellate è quello di Kalat Ambiente (circa 20000 tonn/anno).
Su quello di Ramacca, la Ofelia ambiente è coinvolta in un processo in corso a Catania per smaltimento illecito di rifiuti.
A Ragusa – come ha denunciato da ultimo anche Riccardo Iacona in Presa diretta – ce n’è uno costato quattro milioni di euro, interamente completato cinque anni fa. Ha funzionato solo per venti giorni e poi è stato chiuso per mancanza di personale. E l’impianto che avrebbe potuto trattare 14.000 tonnellate di rifiuti all’anno, oggi cade a pezzi. Sempre in provincia di Ragusa ce n’è un altro, costato tre milioni di euro. Anche quest’ultimo è fermo perché manca, pensate un po’, una cabina elettrica che costa 40.000 euro. Così, costruito nel settembre 2013, l’impianto non ha trattato nemmeno un kg di rifiuti a fronte di una capacità di 5.000 tonnellate e mezza l’anno.



A Marsala, quello privato amministrato dalla Sicilfert, è finito sotto la lente della Direzione distrettuale antimafia. Sotto processo l’Aimeri ambiente e la Sicilfert, accusati di reati in materia ambientale e di corruzione.
In eterna fase di collaudo sono poi gli impianti di Gela e Bisacquino. A Enna e Castelbuono ci sono due impianti pubblici.
Il nuovo assessore regionale ai Servizi di pubblica utilità, Vania Contrafatto, intende dare però delle risposte e ha programmato l’attivazione di impianti di compostaggio. Saranno 18 in tutta la Sicilia, di cui nove finanziati ma mai entrati in funzione. Da quest’estate quelli disponibili dovranno entrare in funzione e nell'elenco dei siti da aprire ci sono la discarica di Cava dei Modicani a Ragusa e di Pozzo Bollente a Vittoria.
«L’apertura della struttura di Ragusa – ha annunciato l’assessore – con una potenzialità di 15mila tonnellate di rifiuti l’anno, e quella di Vittoria, capace di stoccarne 5,5 mila s’inquadra fra le iniziative che abbiamo intrapreso per incentivare la differenziata e ridurre la produzione dei rifiuti. Dopo 6 anni finalmente abbiamo sbloccato questi impianti che, a pieno regime, consentiranno pure un abbattimento dei costi del 35%».   

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