La Sicilia – diciamolo chiaramente –
non ha un piano rifiuti, e l’unica strada che ha praticato – e
continua a praticare – è quella che va dal cassonetto alla
discarica, ma le discariche siciliane sono al limite della capienza,
molti i siti da bonificare perché inquinati e l’Europa ci incalza
con multe salatissime.
Tutta la regione è in forte ritardo
con la raccolta differenziata – siamo sotto il 10% a fronte di un
obiettivo di legge del 65 – dove funzionano pochi impianti di
compostaggio, senza i quali parlare di raccolta differenziata non ha
neanche senso.
In provincia di Messina non ne
risultano di attivi, per quello di Capo d’Orlando la gara è andata
deserta e non più bandita, con il rischio di perdita dei
finanziamenti.
In provincia di Catania ci sono –
almeno sulla carta – ben 3 impianti di compostaggio (Kalat Ambiente
20000 tonn/anno, Ofelia Ambiente 60000 tonn/anno, e Sicula trasporti
20000 tonn/anno) per un totale di circa 100000 tonnellate anno di
umido conferito. Di fatto invece l’unico impianto che sta
funzionando, ma che non può reggere il fabbisogno della provincia
catanese che si aggira sulle 460.000 tonnellate è quello di Kalat
Ambiente (circa 20000 tonn/anno).
Su quello di Ramacca, la Ofelia
ambiente è coinvolta in un processo in corso a Catania per
smaltimento illecito di rifiuti.
A Ragusa – come ha denunciato da
ultimo anche Riccardo Iacona in Presa diretta – ce n’è uno
costato quattro milioni di euro, interamente completato cinque anni
fa. Ha funzionato solo per venti giorni e poi è stato chiuso per
mancanza di personale. E l’impianto che avrebbe potuto trattare
14.000 tonnellate di rifiuti all’anno, oggi cade a pezzi. Sempre in
provincia di Ragusa ce n’è un altro, costato tre milioni di euro.
Anche quest’ultimo è fermo perché manca, pensate un po’, una
cabina elettrica che costa 40.000 euro. Così, costruito nel
settembre 2013, l’impianto non ha trattato nemmeno un kg di rifiuti
a fronte di una capacità di 5.000 tonnellate e mezza l’anno.
A Marsala, quello privato amministrato dalla Sicilfert, è finito sotto la lente della Direzione distrettuale antimafia. Sotto processo l’Aimeri ambiente e la Sicilfert, accusati di reati in materia ambientale e di corruzione.
In eterna fase di collaudo sono poi gli
impianti di Gela e Bisacquino. A Enna e Castelbuono ci sono due impianti pubblici.
Il nuovo assessore regionale ai Servizi
di pubblica utilità, Vania Contrafatto, intende dare però delle
risposte e ha programmato l’attivazione di impianti di
compostaggio. Saranno 18 in tutta la Sicilia, di cui nove finanziati
ma mai entrati in funzione. Da quest’estate quelli disponibili
dovranno entrare in funzione e nell'elenco dei siti da aprire ci sono
la discarica di Cava dei Modicani a Ragusa e di Pozzo Bollente a
Vittoria.
«L’apertura della struttura di
Ragusa – ha annunciato l’assessore – con una potenzialità di
15mila tonnellate di rifiuti l’anno, e quella di Vittoria, capace
di stoccarne 5,5 mila s’inquadra fra le iniziative che abbiamo
intrapreso per incentivare la differenziata e ridurre la produzione
dei rifiuti. Dopo 6 anni finalmente abbiamo sbloccato questi impianti
che, a pieno regime, consentiranno pure un abbattimento dei costi del
35%».
Nessun commento:
Posta un commento