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martedì 23 dicembre 2014

Tirrenoambiente non ha intenzione di mollare l’osso (del business della munnizza)


In precedenza questo post riportava la notizia, desunta dalla stampa ma rivelatasi errata, che i ricorsi contro il diniego delle autorizzazioni erano stati presentati al Tar di Roma.
 
Si articola su più fronti l’offensiva di Tirrenoambiente volta a neutralizzare i provvedimenti di chiusura della discarica di contrada Zuppà da parte del Dipartimento regionale dei rifiuti cui è seguito il sequestro giudiziario richiesto dalla procura di Barcellona che - proprio sulla scorta della relazione (ben 170 pagine) della commissione ispettiva nominata dall’ex assessore Marino che ha svelato la mole di irregolarità e violazioni su cui è sorta, cresciuta e prosperata la “collina della munnizza” - ha aperto una nuova indagine sulla gestione dell’invaso che vede coinvolti tutti gli ex vertici della società strumentale del comune di Mazzarrà insieme e diversi funzionari pubblici.
Lo scorso 28 novembre sono stati presentati al Tar di Catania i ricorsi contro i provvedimenti di diniego delle autorizzazioni integrate ambientali (DRS 391 e 393 del 2009), mentre all’avvocato Antonio Dalmazio è stato affidato l’incarico per impugnare il decreto di sequestro.
L’avvocato Antonia De Domenico, nuovo presidente di Tirreanoambiente, ha chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto di Messina, Stefano Trotta, cui ha esposto gli enormi problemi di gestione della società. Per il nuovo vertice la realizzazione dell’impianto di biostabilizzazione risolverebbe molti problemi ai comuni della zona, in coincidenza con le attività di messa in sicurezza e gestione “post-mortem” dell’impianto.
Il governo nazionale intanto frena sulle richieste della Regione di poteri speciali per fronteggiare l’emergenza discariche e prende tempo per valutare la situazione dopo la presentazione del piano per superare l’emergenza illustrato oggi da Rosario Crocetta e dall’assessore all’energia Vania Contrafatto. Il governatore comunque si dice sicuro che alla fine il Ministero cederà, avendo già concesso un parziale via libera all’esportazione dei rifiuti che non possono essere smaltiti in Sicilia, anche se il Ministero preferirebbe che venissero conferiti in discariche di altre regioni italiane piuttosto che all’estero, in Portogallo o in Germania come prevedeva invece la Regione.
Nel frattempo la riscrittura del piano rifiuti potrebbe vedere un incremento delle tasse sui rifiuti per i cittadini che non fanno la raccolta differenziata o per i comuni che non la prevedono (con incrementi che finiranno sempre per pesare sui cittadini e che dovrebbero far riflettere gli amministratori locali e indurli a darsi una mossa e agire concretamente e non limitarsi solo a mere promesse).

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