L’8 ottobre 2014 è arrivato il via libera della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati al Ddl "collegato ambientale" alla legge di stabilità 2014 (legge 147/2013), che ora viaggia verso la discussione in Aula.
Tra le tante novità in materia di rifiuti previste dal Ddl, spicca lo slittamento degli obiettivi fissati dalla legge in materia di raccolta differenziata. L’articolo 18 introduce una semplice modifica normativa che ha però l’effetto di una generale sanatoria perché sostituisce le scadenze degli obiettivi di legge fissati ormai sette anni fa e le differisce nel tempo, sgravando di riflesso da eventuali azioni di responsabilità gli amministratori che, nel frattempo, non li hanno rispettati. Il tetto del 65%, che doveva essere conseguito l’anno scorso, slitta di 4 anni e arriva al 2016. Il provvedimento accorda anche il raggiungimento in “comode rate” dei livelli successivi previsti dalla legge del 2006 e che altri Paesi d’Europa, più civili, hanno raggiunto da anni: il 35% conseguito nel 2006 potrà essere raggiunto nel 2014, il 45% raggiunto nel 2008 per noi sarà un obiettivo tassativo solo nel 2015, cioè 7 anni dopo.
Spostando nel tempo gli obiettivi che i sindaci non hanno rispettato, e di fatto sollevando migliaia di amministratori dal rischio di pagare di tasca propria i danni provocati dal mancato rispetto di quei tetti, anziché incentivare il riciclo rendendolo meno costoso della discarica, si compromette la possibilità di centrare gli obiettivi che l’Europa ci chiede.
Non bisogna dimenticare infatti che sono ben quattro le procedure di infrazione Ue all’Italia per eccessivo conferimento di rifiuti, discariche abusive e fuori norma. Allo stato più avanzato la 2003/2077, relativa a 218 discariche da bonificare in 18 regioni, che pende davanti alla Corte di giustizia. L’Italia rischia una multa di 61,5 milioni di euro e una multa giornaliera di 256.819 euro per ogni giorno successivo alla sentenza fino al momento di messa in regola. Altre procedure riguardano la Campania, per cui abbiamo già ricevuto una condanna con richiesta di sanzioni per 10 milioni e 250mila euro l’anno che dopo tre anni sono arrivate a quota 34 milioni. Segue la procedura sul ciclo rifiuti in Lazio innescata dalla discarica di Malagrotta (chiusa il 1 ottobre). È’ allo stadio di parere motivato, invece, la 2011/2215 su 102 discariche fuori legge in 14 regioni.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001
Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento