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martedì 30 settembre 2014

Incidente alla Raffineria di Milazzo, l'Associazione Antimafie Rita Atria valuta l'ipotesi di azioni legali

La notte del 27 settembre i cittadini di Milazzo e dell’intera valle del Mela hanno vissuto ore di terrore. L’incendio divampato in uno dei serbatoi di stoccaggio dei prodotti petroliferi, incredibilmente situato a poche centinaia di metri dalla frazione abitata di Archi, ha consumato un milione di litri di carburante, sprigionando un’immensa nube nera contenente chissà quali e quante sostanze tossiche. Basti pensare, ad esempio, che se una normale autovettura consuma 20 litri di benzina per percorrere la tratta Messina-Palermo, le e missioni del rogo di Milazzo sono paragonabili a quelle di 50.000 autovetture che percorrono lo stesso tratto, ma con l’aggravante che esse sono tutte concentrate a Milazzo, ovvero nella Valle del Mela, dove in questi giorni i venti stanno trasportando polveri, metalli pesanti, diossine oltre alla CO2, ci sono già segnalazioni di nerume ovunque, causato dalla caduta delle polveri all’interno della nube. Nella Valle del Mela già insistono anche una centrale elettrica a olio combustibile a sei linee (due dismesse), una acciaieria, due elettrodotti (uno in costruzione) da 380 KV ed una fabbrica d'amianto dismessa e mai bonificata. I tassi di neoplasie sono il doppio della media nazionale, gli organi sessuali dei ragazzi sono sotto sviluppati. C'è anche un progetto di realizzazione nella piana di Milazzo di una centrale a biomasse, mentre la centrale elettrica sta chiudendo due linee, per aprire una linea "sperimentale" a CSS.Ricordiamo che Milazzo è uno dei 39 SIN, Sito d’Interesse Nazionale, perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente dell’11 ottobre 1996, considerato che l’area è in questione risulta fortemente inquinata e la sua bonifica è sta definita prioritaria. Tutta la valle del Mela secondo quanto riportato da analisi e studi scientifici risulta essere a grave rischio ambientale: uno studio dell’Università di Messina riporta che un monitoraggio tra 272 studenti delle scuole medie della zona ha rivelato l’eccessiva presenza di metalli pesanti nel sangue, ovvero nickel, cromo e cadmio, provocati da inquinamento industriale (il responsabile scientifico dello studio individua come  “probabile fonte di emissione dei metalli” un’altra industria presente nella zona). Nickel e cromo avranno effetti soltanto in futuro mentre, secondo lo studio, il cadmio avrebbe già danneggiato la salute degli studenti monitorati in quanto le ecografie evidenziano una “media del volume testicolare” “significativamente ridotta”. Le autorità hanno rassicurato sui possibili impatti ambientali ma non possiamo non essere critici al riguardo.Giudichiamo positivo il fatto che la procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto abbia avviato un’indagine sull’incidente di sabato, che non è isolato, sussistendo diversi precedenti. In un’occasione la perdita di nafta durante il rifornimento da una nave pare abbia portato un’alunna del vicino Istituto d’Arte a ricorrere alle cure del pronto soccorso e altri avevano avvertito nausea e bruciore ad occhi e gola, mentre è ancora vivo nella memoria il grave incidente del 1993 che costò la vita a sette operai inceneriti nell’esplosione dell’impianto Topping 4. L’Associazione Antimafie Rita Atria valuterà pertanto ogni possibile azione legale a tutela del diritto dei cittadini di Milazzo e della valle del Mela a vivere in un ambiente sano e pulito.

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