«... qualora si verifichino situazioni
di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e
dell’ambiente, e non si possa altrimenti provvedere, il Presidente
della Giunta regionale o il Presidente della provincia ovvero il Sindaco possono emettere, nell’ambito delle rispettive competenze,
ordinanze contingibili ed urgenti per consentire il ricorso
temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga
alle disposizioni vigenti, garantendo un elevato livello di tutela
della salute e dell’ambiente».
Sarà sulla base di questa norma (art.
191 d.lgs 252/2006) che il presidente della Regione ha prorogato fino al 15 gennaio 2015 l’attività delle
discariche di tutta la Sicilia, dunque anche l’attività
dell’impianto di Mazzarrà.
Questo nonostante la conferenza dei
servizi di ieri a Palermo si sia «conclusa – secondo quanto
comunicato dal comune di Furnari – con proposta di revoca delle
autorizzazioni n. 391 (impianto di biostabilizzazione) e n. 393
(ampliamento) del 2009 nonché la richiesta di rinnovo dell'AIA e con
il conseguente provvedimento finale da parte del Dirigente del
Dipartimento Acque e Rifiuti».
ASP, ARPA, assessorato Territorio e
Ambiente e del Dipartimento Acque e Rifiuti, che hanno riesaminato il
provvedimenti autorizzativi rilasciati nel 2009, «hanno dato parere
positivo per la revoca degli stessi, ritenendo non sussistere i
presupposti autorizzatori né le condizioni per il rinnovo delle
autorizzazioni».
«Le ordinanze di cui al comma 1 –
recita però il comma 4 del 191 – possono essere reiterate per un
periodo non superiore a 18 mesi per ogni speciale forma di gestione
dei rifiuti. Qualora ricorrano comprovate necessità, il Presidente
della regione d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare può adottare, dettando specifiche
prescrizioni, le ordinanze di cui al comma 1 anche oltre i predetti
termini».
Ciò nonostante alla norma in oggetto
si è fatto troppo spesso ricorso a tutti i livelli istituzionali,
trasformando di fatto la “deroga” in “normalità”.
Lo stesso articolo inoltre al comma 2
riporta che «Entro centoventi giorni dall'adozione delle ordinanze
di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale promuove ed
adotta le iniziative necessarie per garantire la raccolta
differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei
rifiuti. In caso di inutile decorso del termine e di accertata
inattività, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare diffida il Presidente della Giunta regionale a provvedere
entro un congruo termine e, in caso di protrazione dell'inerzia, può
adottare in via sostitutiva tutte le iniziative necessarie ai
predetti fini.»
Considerato che secondo quanto
riportato dal Rapporto ISPRA 2014 la Sicilia ha la più bassa
percentuale di raccolta differenziata, pari al 13,4%, non sembra che
fino ad oggi al ricorso alle ordinanze contingibili ed urgenti siano
seguite le necessarie iniziative per garantire la raccolta
differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei
rifiuti.
Agitare lo spauracchio dell’emergenza
per continuare a reiterare nella violazione della legislazione in
materia di rifiuti avrà come conseguenza la multa imminente di ben
60 milioni di euro e 158.200 euro al giorno per ogni giorno di
violazione, che l’Unione Europea sta comminando all’Italia per le
discariche e la mancata tutela ambientale.
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