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martedì 30 settembre 2014

La “contingibile urgenza” di mantenere in vita Mazzarrà

«... qualora si verifichino situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente, e non si possa altrimenti provvedere, il Presidente della Giunta regionale o il Presidente della provincia ovvero il Sindaco possono emettere, nell’ambito delle rispettive competenze, ordinanze contingibili ed urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti, garantendo un elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente».
Sarà sulla base di questa norma (art. 191 d.lgs 252/2006) che il presidente della Regione ha prorogato fino al 15 gennaio 2015 l’attività delle discariche di tutta la Sicilia, dunque anche l’attività dell’impianto di Mazzarrà.
Questo nonostante la conferenza dei servizi di ieri a Palermo si sia «conclusa – secondo quanto comunicato dal comune di Furnari – con proposta di revoca delle autorizzazioni n. 391 (impianto di biostabilizzazione) e n. 393 (ampliamento) del 2009 nonché la richiesta di rinnovo dell'AIA e con il conseguente provvedimento finale da parte del Dirigente del Dipartimento Acque e Rifiuti».
ASP, ARPA, assessorato Territorio e Ambiente e del Dipartimento Acque e Rifiuti, che hanno riesaminato il provvedimenti autorizzativi rilasciati nel 2009, «hanno dato parere positivo per la revoca degli stessi, ritenendo non sussistere i presupposti autorizzatori né le condizioni per il rinnovo delle autorizzazioni».
«Le ordinanze di cui al comma 1 – recita però il comma 4 del 191 – possono essere reiterate per un periodo non superiore a 18 mesi per ogni speciale forma di gestione dei rifiuti. Qualora ricorrano comprovate necessità, il Presidente della regione d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare può adottare, dettando specifiche prescrizioni, le ordinanze di cui al comma 1 anche oltre i predetti termini».
Ciò nonostante alla norma in oggetto si è fatto troppo spesso ricorso a tutti i livelli istituzionali, trasformando di fatto la “deroga” in “normalità”.
Lo stesso articolo inoltre al comma 2 riporta che «Entro centoventi giorni dall'adozione delle ordinanze di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale promuove ed adotta le iniziative necessarie per garantire la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti. In caso di inutile decorso del termine e di accertata inattività, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare diffida il Presidente della Giunta regionale a provvedere entro un congruo termine e, in caso di protrazione dell'inerzia, può adottare in via sostitutiva tutte le iniziative necessarie ai predetti fini.»
Considerato che secondo quanto riportato dal Rapporto ISPRA 2014 la Sicilia ha la più bassa percentuale di raccolta differenziata, pari al 13,4%, non sembra che fino ad oggi al ricorso alle ordinanze contingibili ed urgenti siano seguite le necessarie iniziative per garantire la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti.
Agitare lo spauracchio dell’emergenza per continuare a reiterare nella violazione della legislazione in materia di rifiuti avrà come conseguenza la multa imminente di ben 60 milioni di euro e 158.200 euro al giorno per ogni giorno di violazione, che l’Unione Europea sta comminando all’Italia per le discariche e la mancata tutela ambientale.

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