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venerdì 25 luglio 2014

Centrale a biomasse: archiviata, non respinta



La conferenza dei servizi del 22 luglio scorso, la cui determinazione conclusiva sostituiva “a tutti gli effetti, ogni autorizzazione, concessione, nulla osta, o atto di assenso comunque denominato”, ha disposto “di non luogo a provvedere sull’istanza prot n. 4122 del 23.04.2014 e, per l’effetto, archiviare il procedimento”.
Era stata convocata per decidere se autorizzare o meno la costruzione in contrada Maraffino di Furnari di una centrale a combustione di biomasse da parte della società Comet Bio.
Tertium non datur.
E invece dal cilindro Blandina ha tirato fuori la rinuncia alla procedura abilitativa semplificata (Pas), scompaginando le carte in tavola e rimettendo in discussione una partita che per la Comet sembrava persa, viste le numerose criticità e incongruenze del progetto rilevate, da più parti, in corso di procedura.
Nei fatti Blandina ha rinunciato alla Pas, non certo al progetto del suo “inceneritore” di biomasse.
Come dichiarato nel corso della conferenza stampa del 18 luglio, “il progetto va avanti. Le misure di rimodulazione degli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che il governo nazionale è prossimo ad emanare, comporteranno la modifica di alcune parti del progetto. Per questa ragione abbiamo chiuso anticipatamente la Conferenza dei servizi da noi richiesta il 23 aprile 2014. Impiegheremo questo ulteriore tempo a nostra disposizione per valutare l’opportunità di realizzare l’impianto in un contesto diverso”.
Dimostrando un’oculata scelta di parole, non ha parlato di luogo o posto diverso, ma di “contesto”, termine che – secondo la definizione datane dal dizionario della lingua italiana – indica “Il complesso delle circostanze in cui nasce e si sviluppa un determinato fatto”.
Non essendo ad oggi adottato un “provvedimento finale di natura decisoria” che tenga conto delle criticità e incongruenze emerse e dei pareri comunque espressi dagli Enti invitati alla Cds, le dichiarazioni della Comet Bio dovrebbero ingenerare il dubbio nei cittadini di Furnari (e dei paesi vicini costituiti in comitato) che un analogo progetto, magari di portata maggiore, non venga presentato in altra sede e secondo procedure diverse.
Ma quali pareri sono stati espressi nella Cds di martedì e quali ulteriori criticità sono state rilevate nel progetto Comet?
Dal verbale si evince come la Soprintendenza ribadisca la bocciatura già espressa nella precedente seduta; l’assessorato regionale dell’Energia ha ritenuto di non dovere di esprimere alcun parere; il Dipartimento delle acque e rifiuti non sia in “grado di esprimere alcun parere perché la società non ha completato gli atti depositati”; l’assessorato Territorio e Ambiente ha comunicato che “dalla documentazione pervenuta emergono delle carenze circa alcuni dati e/o informazioni necessarie per l’espletamento dell’eventuale parere […] e pertanto chiede chiarimenti alla ditta”; il Genio civile “considerato che la volta precedente è stata chiesta alla ditta la presentazione degli atti istruttori, rilevando che a tutt’oggi non ha ottemperato a quanto richiesto, non è possibile procedere ad esprimere alcun parere”; il Comando Regione Militare Sud, assente, ha passato la palla al Comando delle Forze Operative di Difesa che comunicherà il proprio parere tra 90 giorni; analogo comportamento da parte dell’Enac.
La Snam ricorda che successivamente al sopralluogo del 20 giugno, volto ad accertare se l’impianto non ricadesse nella fascia di rispetto del gasdotto, aveva chiesto alla Comet “ulteriori elaborati grafici” mai pervenuti; l’Arpa, non intervenuta, in una nota ha precisato come abbia richiesto “ulteriori informazioni ed integrazioni documentali relativamente all’approvvigionamento di materie prime e impatto acustico”; il Comune di Furnari rilevate, tra le altre, l’inadeguatezza e inaccessibilità della strada di collegamento, l’incompatibilità dell’impianto con il vigente regolamento sanitario e la vocazione agro-turistica del territorio, oltre a nutrire perplessità sulle garanzie finanziare della società a copertura di danni ambientali, ha espresso parere negativo; il sindaco ha inoltre evidenziato come “tra i dati indicati nel progetto ed i rilievi effettuati sul territorio interessato” siano state riscontrate “errate rappresentazioni dei luoghi”, riservandosi di valutare l’eventuale perseguibilità della “falsa rappresentazione dei dati progettuali”.
A quest’ultimo proposito l’art. 6 comma 4 del dlgs 28/2011 stabilisce che qualora il Comune riscontri l’assenza di una o più condizioni per accedere alla Pas (tra le quali ad esempio, l’incompatibilità dell’intervento con la destinazione urbanistica, l’insussistenza delle condizioni di cui all’articolo 11 delle Linee Guida o false attestazioni dei professionisti), “notifica all'interessato l'ordine motivato di non effettuare il previsto intervento e, in caso di falsa attestazione del professionista abilitato, informa l'autorità giudiziaria e il consiglio dell'ordine di appartenenza”.

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