Da qualche anno a questa parte la
società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea si
prodiga nel tentativo di accreditarsi in un ruolo positivo in materia
ambientale organizzando concorsi nelle scuole, le quali a mio
giudizio venendo meno all’obbligo di educare le nuove generazioni,
si prestano ben volentieri, ignorando o facendo finta di ignorare gli
scheletri presenti nell’armadio degli organizzatori: dopo Una
mascotte per l’ambiente, A come Acqua A come Africa,
quest’anno lo slogan partorito fa letteralmente saltare sulla sedia
chi ha veramente a cuore le tematiche dell’ambiente e della
gestione consapevole e responsabile dei materiali post consumo, "Piccoli gesti per un mondo
migliore”, indetto nell’ambito del più ampio progetto di
educazione ambientale (sic) “Riduzione Riuso Riciclo Recupero”.
Riduzione, Riuso, Riciclo e Recupero
sono elementi fondanti non solo della normativa europea in tema di
gestione dei rifiuti che a tutt’oggi non è fatta rispettare in
Italia e che, con ogni probabilità, ci costerà una bella procedura
di infrazione che, come tutte le altre, verrà poi scaricata sulle
tasche dei cittadini, ma sono anche i principi basilari della Strategia
Rifiuti Zero che si oppone, con soluzioni concrete e praticamente
attuabili, con forza a qualsiasi modello di gestione che preveda
l’utilizzo di discariche o inceneritori (non basta chiamarli con
altro nome tipo termovalorizzatori, ecc. ecc,).
Ora che a utilizzarli sia chi ha
costruito il proprio business sullo smaltimento in discarica del
rifiuto tal quale (ovvero indifferenziato) è davvero il colmo.
Chiariamo un concetto una volta per
tutte: in Sicilia non si riduce, non si riutilizza, non si ricicla
(salvo qualche rarissima eccezione rappresentata dai pochi comuni
siciliani che hanno aderito a Rifiuti Zero).
Secondo quanto riportato nel Rapporto
Ispra 2012, sono state 2.610.304 le tonnellate di rifiuti prodotti in
Sicilia nel 2010, di queste ne sono finite in discarica 2.439.000,
ovvero il 93 per cento.
Sconfortanti anche i dati sulla
raccolta differenziata: 245.531,71 tonnellate pari al 9,4%.
Non
venendo riutilizzati, i rifiuti devono essere ammassati nelle
famigerate discariche, che aumentano sempre di volume con enormi
danni all’ambiente, alla fauna e ai cittadini.
Le tre grandi
discariche di Bellolampo, Mazzarrà Sant’Andrea e Motta
Sant’Anastasia sono stracolme, mentre se ne continua a progettare
l’ampliamento mediante nuove vasche (ne sanno qualcosa i cittadini
di Motta e Misterbianco che da poco si sono visti recapitare un nuovo
ampliamento della discarica di contrada Tiritì e che fanno sentire
con forza la voce del loro dissenso, forse qualcuno dovrebbe prender
esempio).
Si tratta di un
comportamento delle istituzioni al tempo stesso idiota e suicida. O
hanno gli occhi bendati, o sono incompetenti, o la loro stupidità
non ha limiti, ovvero sono corrotti.
“L’affare di
Mazzarrà Sant’Andrea, che nel trasporto costa almeno 13 milioni
per riversare in un buco inquinando, dietro ha il malaffare mafioso.
Allora è per questo che non parte la differenziata.” ha
recentemente affermato Renato Accorinti (candidato a sindaco per
Messina e storico oppositore delle lobby del ponte e del malaffare) e
non è l’unico a pensarla così.
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