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sabato 1 giugno 2013

“Riduzione Riuso Riciclo Recupero”, ma chi vogliono prendere in giro?

Da qualche anno a questa parte la società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea si prodiga nel tentativo di accreditarsi in un ruolo positivo in materia ambientale organizzando concorsi nelle scuole, le quali a mio giudizio venendo meno all’obbligo di educare le nuove generazioni, si prestano ben volentieri, ignorando o facendo finta di ignorare gli scheletri presenti nell’armadio degli organizzatori: dopo Una mascotte per l’ambiente, A come Acqua A come Africa, quest’anno lo slogan partorito fa letteralmente saltare sulla sedia chi ha veramente a cuore le tematiche dell’ambiente e della gestione consapevole e responsabile dei materiali post consumo, "Piccoli gesti per un mondo migliore”, indetto nell’ambito del più ampio progetto di educazione ambientale (sic) “Riduzione Riuso Riciclo Recupero”.
Riduzione, Riuso, Riciclo e Recupero sono elementi fondanti non solo della normativa europea in tema di gestione dei rifiuti che a tutt’oggi non è fatta rispettare in Italia e che, con ogni probabilità, ci costerà una bella procedura di infrazione che, come tutte le altre, verrà poi scaricata sulle tasche dei cittadini, ma sono anche i principi basilari della Strategia Rifiuti Zero che si oppone, con soluzioni concrete e praticamente attuabili, con forza a qualsiasi modello di gestione che preveda l’utilizzo di discariche o inceneritori (non basta chiamarli con altro nome tipo termovalorizzatori, ecc. ecc,).
Ora che a utilizzarli sia chi ha costruito il proprio business sullo smaltimento in discarica del rifiuto tal quale (ovvero indifferenziato) è davvero il colmo.
Chiariamo un concetto una volta per tutte: in Sicilia non si riduce, non si riutilizza, non si ricicla (salvo qualche rarissima eccezione rappresentata dai pochi comuni siciliani che hanno aderito a Rifiuti Zero).
Secondo quanto riportato nel Rapporto Ispra 2012, sono state 2.610.304 le tonnellate di rifiuti prodotti in Sicilia nel 2010, di queste ne sono finite in discarica 2.439.000, ovvero il 93 per cento.
Sconfortanti anche i dati sulla raccolta differenziata: 245.531,71 tonnellate pari al 9,4%.
Non venendo riutilizzati, i rifiuti devono essere ammassati nelle famigerate discariche, che aumentano sempre di volume con enormi danni all’ambiente, alla fauna e ai cittadini.
Le tre grandi discariche di Bellolampo, Mazzarrà Sant’Andrea e Motta Sant’Anastasia sono stracolme, mentre se ne continua a progettare l’ampliamento mediante nuove vasche (ne sanno qualcosa i cittadini di Motta e Misterbianco che da poco si sono visti recapitare un nuovo ampliamento della discarica di contrada Tiritì e che fanno sentire con forza la voce del loro dissenso, forse qualcuno dovrebbe prender esempio).
Si tratta di un comportamento delle istituzioni al tempo stesso idiota e suicida. O hanno gli occhi bendati, o sono incompetenti, o la loro stupidità non ha limiti, ovvero sono corrotti.
“L’affare di Mazzarrà Sant’Andrea, che nel trasporto costa almeno 13 milioni per riversare in un buco inquinando, dietro ha il malaffare mafioso. Allora è per questo che non parte la differenziata.” ha recentemente affermato Renato Accorinti (candidato a sindaco per Messina e storico oppositore delle lobby del ponte e del malaffare) e non è l’unico a pensarla così.

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