XVI Legislatura
ARS INTERROGAZIONE
(risposta scritta)
N. 345 - Informazioni riguardo la
discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (ME).
Al Presidente della Regione e
all'Assessore per il territorio e l'ambiente, premesso che i rifiuti
di tutti i comuni della Provincia di Messina (divisa in cinque Ambiti
Territoriali Ottimali), capoluogo compreso, sono stimabili in circa
700 tonnellate al giorno (a cui vanno aggiunti quelli provenienti dai
comuni dell'ATO Palermo 5);
l'intera massa di rifiuti di cui sopra,
viene attualmente smaltita presso una sola discarica sita nel comune
di Mazzarrà Sant'Andrea, lungo la costa tirrenica;
la discarica in questione è una delle
più grandi presenti in Sicilia (la seconda per volumetria
autorizzata della Sicilia), realizzata in regime emergenziale nel
2001 e che sta operando, dal primo luglio 2009, attraverso
l'applicazione di una circolare del Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio e del mare (numero 14963 del 30 giugno 2009),
che ritiene l'esistenza di un impianto di trito-vagliatura dei
rifiuti con recupero a valle dei materiali ferrosi, condizione
sufficiente per continuare ad operare;
la provincia regionale di Messina è
composta principalmente da comuni di piccole dimensioni in cui la
gestione integrata dei rifiuti (formata da un processo di
prevenzione, riduzione e riuso, che può ridurre la quantità di
rifiuti da una media 500 kg. Pro-capite ad una media di 100 kg.
Pro-capite) sarebbe facilmente realizzabile e va considerata come
l'unica misura risolutiva della problematica in atto;
considerato che: l'invaso di contrada
Zuppà infatti è distante meno di cento metri da un torrente, il
torrente Mazzarrà, e alle spalle (a poche centinaia di metri) del
centro abitato di Furnari, la cui popolazione da anni lamenta la
presenza e la cattiva gestione della discarica, nonché l'emissione
di forti sostanze odorigene da essa promananti in condizioni di vento
provenienti da determinate direzioni;
è attualmente pendente presso
l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente una procedura di V.I.A.
ex art.23 del D.lgs 152/2006 coordinata con la procedura A.I.A. Art.
l0 del D.lgs 152/2006 per il progetto di completamento di un impianto
di percolato presso la su citata discarica di Mazzarrà Sant'Andrea,
Il 7 dicembre 2012 due sentenze del T.A.R. di Catania (N. 02888/2012
e N. 02882/2012) hanno però annullato i due decreti autorizzativi
emessi dalla Regione Siciliana nel maggio del 2009, con i quali si
consentiva alla società Tirrenoambiente l'ampliamento della
discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (il già citato D.R.S. 393) e la
contestuale realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione (D.R.S.
391 del 21 maggio 2009);
per i giudici amministrativi 'Non è
stato valutato, secondo le previsione di legge, l'impatto sulle
popolazioni vicine dei cattivi odori. Non si è considerato che a
pochi passi dalla discarica di Mazzarrà esiste l'abitato di Furnari.
Si è autorizzato il conferimento di amianto, senza valutare se le
polveri o le fibre del minerale potessero giungere sino agli abitati
vicini', hanno, in estrema sintesi, scritto i magistrati, riportando
in termini tecnico-giuridici, di carente istruttoria'; la decisione
dei magistrati amministrativi è arrivata mentre, sulla gestione
della discarica di Mazzarrà ad opera di Tirrenoambiente, erano, e
sono tuttora, in corso delle indagini da parte della Procura della
Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto;
le inchieste giudiziarie hanno fatto
emergere numerose anomalie gestionali per le quali il 28 giugno 2012
il G.i.p. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto
l'imputazione coatta dell'amministratore delegato della stessa
Tirrenoambiente;
al centro delle inchieste penali sono
finite anche le strane modalità attraverso cui la società ha
ottenuto le autorizzazioni a costruire l'impianto di produzione di
energia elettrica dalla combustione di biogas e l'impianto
fotovoltaico;
questa situazione si inserisce in un
contesto altrettanto allarmante emerso nel procedimento penale Vivaio
(procedimento penale numero 1541/07).
L'inchiesta ha coinvolto i vertici
della Tirrenoambiente e il 28 marzo 2012, nella sentenza di primo
grado, è stato messo in evidenza come la discarica di Mazzarrà
abbia costituito un business per la mafia locale grazie all'aiuto dei
vertici di Tirrenoambiente;
visto che:
quanto esposto non ha tuttavia impedito
alla Tirrenoambiente, società a capitale misto pubblico-privato (il
cui capitale sociale è detenuto per il 45% dal comune di Mazzarrà
Sant'Andrea e per il 49% da soggetti privati: di cui Ederambiente
detiene il 21 %, la Secit e la Gesenu entrambe il 10 % e le altre
quote private sono detenute dalla Ecodeco, San Germano, Cornacchini,
Themis e Bioener), di ottenere ben due autorizzazioni all'ampliamento
dell'impianto - rilasciate dalla Regione Siciliana nel 2007 (D.D.S.
n. 200 del 2 marzo 2007, per una volumetria pari a 1.480.000 metri
cubi) e nel 2009 (D.R.S. n. 393 del 22 maggio 2009, per una
volumetria pari a 1.720.000 metri cubi) - fino a raggiungere una
capacità d'abbancamento di 3.200.000 metri cubi;
la sopracitata discarica è stata
realizzata in un sito che poco si adattava alla realizzazione di
un'opera di questo tipo;
non vi è stata, ad oggi, alcuna
intenzione di interrompere il funzionamento della stessa, nonostante
il disposto della normativa vigente (Decreto Legislativo numero
36/2003 in attuazione della direttiva europea 1999/31/CE), anche come
soluzione transitoria.
per sapere se:
non intendano intraprendere misure
volte a tutelare la salute e la vivibilità dei residenti della zona
di Mazzarrà Sant'Andrea e Furnari;
non ritengano opportuno avviare misure
di prevenzione immediate per la riduzione complessiva dei rifiuti, e
far sì che la frazione organica sia definitivamente avviata al
compostaggio (essendo, la stessa, causa oggettiva di molestie
olfattive e di percolato);
non intendano imporre ai comuni
l'implementazione della raccolta differenziata attraverso sistemi di
raccolta spinta, che garantirebbero in tempi celeri percentuali di
r.d. superiori al 65%.
(Gli interroganti chiedono risposta
scritta con urgenza)
(18 febbraio 2013)
FOTI CANCELLERI PALMERI MANGIACAVALLO
CAPPELLO TROISI CIACCIO ZITO CIANCIO ZAFARANA FERRERI SIRAGUSA
TRIZZINO VENTURINO LA ROCCA
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