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giovedì 21 marzo 2013

Interrogazione sulla discarica di Mazzarrà: il testo


XVI Legislatura
ARS INTERROGAZIONE
(risposta scritta)
N. 345 - Informazioni riguardo la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (ME).
Al Presidente della Regione e all'Assessore per il territorio e l'ambiente, premesso che i rifiuti di tutti i comuni della Provincia di Messina (divisa in cinque Ambiti Territoriali Ottimali), capoluogo compreso, sono stimabili in circa 700 tonnellate al giorno (a cui vanno aggiunti quelli provenienti dai comuni dell'ATO Palermo 5);
l'intera massa di rifiuti di cui sopra, viene attualmente smaltita presso una sola discarica sita nel comune di Mazzarrà Sant'Andrea, lungo la costa tirrenica;
la discarica in questione è una delle più grandi presenti in Sicilia (la seconda per volumetria autorizzata della Sicilia), realizzata in regime emergenziale nel 2001 e che sta operando, dal primo luglio 2009, attraverso l'applicazione di una circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (numero 14963 del 30 giugno 2009), che ritiene l'esistenza di un impianto di trito-vagliatura dei rifiuti con recupero a valle dei materiali ferrosi, condizione sufficiente per continuare ad operare;
la provincia regionale di Messina è composta principalmente da comuni di piccole dimensioni in cui la gestione integrata dei rifiuti (formata da un processo di prevenzione, riduzione e riuso, che può ridurre la quantità di rifiuti da una media 500 kg. Pro-capite ad una media di 100 kg. Pro-capite) sarebbe facilmente realizzabile e va considerata come l'unica misura risolutiva della problematica in atto;
considerato che: l'invaso di contrada Zuppà infatti è distante meno di cento metri da un torrente, il torrente Mazzarrà, e alle spalle (a poche centinaia di metri) del centro abitato di Furnari, la cui popolazione da anni lamenta la presenza e la cattiva gestione della discarica, nonché l'emissione di forti sostanze odorigene da essa promananti in condizioni di vento provenienti da determinate direzioni;
è attualmente pendente presso l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente una procedura di V.I.A. ex art.23 del D.lgs 152/2006 coordinata con la procedura A.I.A. Art. l0 del D.lgs 152/2006 per il progetto di completamento di un impianto di percolato presso la su citata discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, Il 7 dicembre 2012 due sentenze del T.A.R. di Catania (N. 02888/2012 e N. 02882/2012) hanno però annullato i due decreti autorizzativi emessi dalla Regione Siciliana nel maggio del 2009, con i quali si consentiva alla società Tirrenoambiente l'ampliamento della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea (il già citato D.R.S. 393) e la contestuale realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione (D.R.S. 391 del 21 maggio 2009);
per i giudici amministrativi 'Non è stato valutato, secondo le previsione di legge, l'impatto sulle popolazioni vicine dei cattivi odori. Non si è considerato che a pochi passi dalla discarica di Mazzarrà esiste l'abitato di Furnari. Si è autorizzato il conferimento di amianto, senza valutare se le polveri o le fibre del minerale potessero giungere sino agli abitati vicini', hanno, in estrema sintesi, scritto i magistrati, riportando in termini tecnico-giuridici, di carente istruttoria'; la decisione dei magistrati amministrativi è arrivata mentre, sulla gestione della discarica di Mazzarrà ad opera di Tirrenoambiente, erano, e sono tuttora, in corso delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto;
le inchieste giudiziarie hanno fatto emergere numerose anomalie gestionali per le quali il 28 giugno 2012 il G.i.p. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto l'imputazione coatta dell'amministratore delegato della stessa Tirrenoambiente;
al centro delle inchieste penali sono finite anche le strane modalità attraverso cui la società ha ottenuto le autorizzazioni a costruire l'impianto di produzione di energia elettrica dalla combustione di biogas e l'impianto fotovoltaico;
questa situazione si inserisce in un contesto altrettanto allarmante emerso nel procedimento penale Vivaio (procedimento penale numero 1541/07).
L'inchiesta ha coinvolto i vertici della Tirrenoambiente e il 28 marzo 2012, nella sentenza di primo grado, è stato messo in evidenza come la discarica di Mazzarrà abbia costituito un business per la mafia locale grazie all'aiuto dei vertici di Tirrenoambiente;
visto che:
quanto esposto non ha tuttavia impedito alla Tirrenoambiente, società a capitale misto pubblico-privato (il cui capitale sociale è detenuto per il 45% dal comune di Mazzarrà Sant'Andrea e per il 49% da soggetti privati: di cui Ederambiente detiene il 21 %, la Secit e la Gesenu entrambe il 10 % e le altre quote private sono detenute dalla Ecodeco, San Germano, Cornacchini, Themis e Bioener), di ottenere ben due autorizzazioni all'ampliamento dell'impianto - rilasciate dalla Regione Siciliana nel 2007 (D.D.S. n. 200 del 2 marzo 2007, per una volumetria pari a 1.480.000 metri cubi) e nel 2009 (D.R.S. n. 393 del 22 maggio 2009, per una volumetria pari a 1.720.000 metri cubi) - fino a raggiungere una capacità d'abbancamento di 3.200.000 metri cubi;
la sopracitata discarica è stata realizzata in un sito che poco si adattava alla realizzazione di un'opera di questo tipo;
non vi è stata, ad oggi, alcuna intenzione di interrompere il funzionamento della stessa, nonostante il disposto della normativa vigente (Decreto Legislativo numero 36/2003 in attuazione della direttiva europea 1999/31/CE), anche come soluzione transitoria.
per sapere se:
non intendano intraprendere misure volte a tutelare la salute e la vivibilità dei residenti della zona di Mazzarrà Sant'Andrea e Furnari;
non ritengano opportuno avviare misure di prevenzione immediate per la riduzione complessiva dei rifiuti, e far sì che la frazione organica sia definitivamente avviata al compostaggio (essendo, la stessa, causa oggettiva di molestie olfattive e di percolato);
non intendano imporre ai comuni l'implementazione della raccolta differenziata attraverso sistemi di raccolta spinta, che garantirebbero in tempi celeri percentuali di r.d. superiori al 65%.
(Gli interroganti chiedono risposta scritta con urgenza)
(18 febbraio 2013)
FOTI CANCELLERI PALMERI MANGIACAVALLO CAPPELLO TROISI CIACCIO ZITO CIANCIO ZAFARANA FERRERI SIRAGUSA TRIZZINO VENTURINO LA ROCCA     

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