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sabato 14 gennaio 2012

La casta provinciale prova a grattare un po' di grasso dalle tasche dei cittadini

Gli emeriti occupanti degli scranni della Provincia di Messina "battono cassa" per chiedere ad muzzum il pagamento della tassa di occupazione per il suolo pubblico (Tosap) per i passi carrabili prospicienti alle strade provinciali.
Centinaia di cittadini di Terme Vigliatore, Rodì Milici, Furnari, Mazzarrà, Novara, Tripi e Falcone (e a breve anche a Barcellona e nei restanti comuni dell'hinterland) si stanno vedendo recapitare in questi giorni avvisi di accertamento firmati dal comandante del corpo di polizia provinciale (ma a che serve la polizia provinciale?) Antonino Carbonaro, in cui si diffida (mi... che parola grossa) chiunque abbia aperto un passo carrabile o pedonale, senza la preventiva autorizzazione rilasciata dall'ente proprietario delle strade interessate, a versare oltre 197 euro per l'occupazione relativa agli ultimi cinque anni ( e certo, gli altri sono prescritti, quindi come facevano a chiederteli). Tanti contribuenti sono stati costretti a rivolgersi agli studi legali o alle associazioni di consumatori per ricorrere contro una tassa ritenuta illegittima e inapplicabile, così come peraltro stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione.
Infatti, la Corte di Cassazione è dovuta intervenire ancora una volta sui passi carrabili a raso (sentenza n. 16733/2007) per ribadire che non sono soggetti a tassa (o tariffa: neanche si sa bene che natura abbia). La Suprema Corte ha stabilito ancora una volta che il passo a raso, cioé senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere, “non determina un’occupazione visibile del suolo pubblico”, dato che “manca qualsiasi opera o manufatto realizzato su suolo pubblico”, e che “non presenta interruzioni sul marciapiede o modifiche del piano stradale che  permettano, al proprietario dell’accesso, una posizione ed un uso diverso del marciapiede da quello di cui può fruire tutta la collettività”.
Purtroppo i cittadini nulla sanno di norme e sentenze e quindi pagano.
Bisognerebbe denunciare per abuso di potere, estorsione e truffa anche chi pretende di far pagare la tassa agli ignari cittadini, ben sapendo che si chiama TOSAP, ovvero tassa di occupazione suolo ed aree pubbliche, quindi se non c’è occupazione non c’è neanche tassa.
Infatti, l’articolo 44 del decreto legislativo n. 507/1993 definisce i passi carrabili “quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra o altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a
facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata”. Se non c’è alcuna di queste opere, la tassazione degli accessi a raso comporterebbe l’assoggettamento ad un onere tributario del diritto di accesso alla proprietà privata, che dal punto di vista giuridico è una follia.
Tuttavia c’è da rilevare il positivo intervento di molti Comuni, in soccorso dei cittadini, Novara, Furnari, Mazzarrà hanno aperto appositi sportelli e altri sono in procinto di farlo, per agevolare la predisposizione delle contestazioni agli accertamenti e alle richieste di soldi da parte della Provincia regionale. Tanti i ricorsi presentati. Come contesta l'avv. Laura Ferrara, la Provincia "gioca con un equivoco allo scopo di indurre il contribuente a pagare quanto non è dovuto. La Provincia chiede autorizzazioni non necessarie per passi carrabili a raso che non prevedono tagli o interruzioni di marciapiedi esistenti. Non conosciamo – nel caso le indichi la Provincia –, strade provinciali con marciapiedi realizzati da Palazzo dei Leoni. Tutti i passi carrabili per i quali indebitamente si chiede il pagamento di una tassa non dovuta, sono a raso, individuali da aperture nella proprietà privata dai quali ci si immette direttamente sulla pubblica via senza che rechino opere edili e per questo sono chiamati a raso". Tutto ciò sembra essere stato ignorato dagli accertamenti della Provincia Regionale che a raffica, con costi non indifferenti, ha inviato lettere raccomandate di "accertamento e contestazione", ritenute peraltro anomale perché – così come prescrivono le norme – sono prive dell'indicazione dell'ufficio che le ha emesse e soprattutto non indicano l'ufficio o l'ente a cui fare ricorso per contestare i verbali di accertamento.
«Siamo di fronte ad una improvvisazione – afferma il sindaco di Furnari, Mario Foti –. Come Comune abbiamo predisposto un ricorso dell'ente e inviteremo pubblicamente i cittadini a ritirare in Municipio i modelli già predisposti per proporre i ricorsi e contestare la discutibile iniziativa che colpisce tutti in maniera indiscriminata, perché frutto di improvvisazione e per fare cassa». Altri comuni invece, come Novara e Mazzarrà, hanno già attivato sportelli nei rispettivi Municipi per impedire che i cittadini siano oberati da questo nuovo balzello che colpisce chiunque ha una casa costruita ai margini di una strada provinciale.

Si parla tanto di abolirle queste Provincie, e che aspettano?
Dobbiamo forse chiedere un Referendum?
Potremmo, ma alla fine troveranno il modo di fregarci lo stesso come hanno fatto con la legge elettorale e come stanno già facendo con lo scippo della grande vittoria sull’acqua pubblica.

C’è solo una cosa che ci rimane da fare: mandarli tutti a casa e per sempre!

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