Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."

domenica 1 gennaio 2012

Libro sulla discarica in uscita!


Ci siamo quasi, sto apportando le ultime correzioni e, a breve, farò uscire il testo sulla discarica.
Considerati i non irrilevanti costi di pubblicazione, per il momento non è prevista la versione a stampa ma solo il formato e-book.
Eventualmente, potrebbero raccogliersi delle prenotazioni per poter poi far stampare le relative copie utilizzando uno dei tanti servizi di self publishing presenti sul web.

Intanto una breve anticipazione...

Rifiuti, una parola che mentre nel resto d’Europa è sinonimo di risorsa, nel sud Italia, da Roma alla Sicilia, rappresenta uno spinoso capitolo strettamente legato ad un altro che parla di cittadini in protesta, conflitti di interesse e su cui aleggia, inquietante, l’ombra della criminalità mafiosa: quello delle discariche.
Negli ultimi anni – nel corso dei quali il problema ha assunto spesso le caratteristiche dell’emergenza – ciò che nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani non ha funzionato è la ricerca della scappatoia per aggirare il problema: aprire nuove discariche.
Nella sola Sicilia, tra ampliamenti di quelle esistenti e la costruzione, prevista dal nuovo piano regionale dei rifiuti, di nuovi impianti, ne sono presenti 27 per una capacità di abbancamento di circa 15 milioni di tonnellate.
Se la raccolta differenziata nell’Isola non dovesse raggiungere i livelli imposti dall’Unione Europea, le 27 discariche però basteranno giusto un lustro.
Ipotesi infausta, per i cittadini e le amministrazioni locali, per tutta una serie di ragioni. Non ultima quella economica: conferire nelle discariche costa, in media 100 euro a tonnellata. Con il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti, imposto dalle nuove direttive comunitarie, il costo dello smaltimento potrebbe raggiungere i livelli del nord Italia, ossia una media di 140 euro a tonnellata. E chi ci guadagna?
Se andiamo a vedere le 27 discariche, 16 sono in mano pubblica, mentre le restanti se le spartiscono società private e miste.
Se si guarda, però, alle relative capacità d’abbancamento, allora ci si accorge che i privati potranno ricevere e smaltire circa il 75 per cento dei rifiuti prodotti nell’Isola. Aggiudicandosi, in sostanza, i tre quarti del business.
In testa, stando alle autorizzazioni fin qui accordate, c’è il gruppo Catanzaro di Giuseppe Catanzaro: tra la discarica che gestisce oggi, quella di Siculiana nell’Agrigentino, e l’impianto che dovrebbe costruire ad Assoro nell’ennese, il gruppo potrebbe gestire qualcosa come 3,4 milioni di tonnellate di rifiuti.
A ruota segue l’Oikos della famiglia catanese Proto che con la discarica di Motta Sant’Anastasia ha avuto l’autorizzazione a smaltire fino a 2,1 milioni di tonnellate.
Sul terzo gradino del podio c’è una società mista, la Tirrenoambiente, che con la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea ha ottenuto la possibilità di ricevere rifiuti fino a 1,7 milioni di tonnellate.
Ed è proprio delle vicende legate alla discarica di Mazzarrà, all’ambiente e al territorio limitrofo che ho avuto modo di conoscere, dapprima come spettatore interessato e dopo come autore di diversi articoli pubblicati sulla stampa locale [Il Gazzettino del Tirreno, N.d.A.], che ho deciso di raccontare in questo libro.
È vero che la discarica situata in contrada Zuppà al confine tra Mazzarrà Sant’Andrea, Furnari e Terme Vigliatore insiste prevalentemente e giuridicamente nel territorio di Mazzarrà Sant’Andrea, ma le sue conseguenze nefaste si riversano, anche per le elementari leggi della gravità, sul territorio e sugli oltre 13.000 cittadini dei vicini comuni di Furnari, Terme Vigliatore e Falcone che da anni sono costretti a convivere con gli odori nauseabondi che, ogni giorno e a turno, si sprigionano dai suoi invasi.
Inutile nasconderselo, da più di dieci anni i rifiuti di Mazzarrà condizionano il nostro territorio, un tempo fiore all’occhiello dell’agricoltura locale e poi violentato e degradato negli anni con l’esponenziale espandersi della discarica.
I rifiuti però non sono solo un problema, sono una metafora di come vengono gestite le cose in Italia.
Per i tanti ritardi accumulati nel chiudere il ciclo integrato dei rifiuti abbiamo vissuto, viviamo e chissà per quanto ancora vivremo in una infinita emergenza e in emergenza si fanno le più grosse porcate.
E su contrada Zuppà se ne sono fatte davvero tante, troppe e troppo spesso avallate dal comportamento delle pubbliche istituzioni che hanno sempre trovato molto più comodo continuare a mantenere in vita una discarica che non sarebbe mai dovuta nascere e che invece è andata avanti con deroghe e proroghe, autorizzazioni “stabilmente” provvisorie e ampliamenti, facendola prosperare fino all’inverosimile fino a diventare la più grande, e l’unica operativa, discarica della provincia di Messina.
E la sospensione dell’attività della discarica (quando c’è stata) è stata solo temporanea, perché si è sempre invocata come spauracchio la parola magica “emergenza” a giustificarne la ripresa e a coprire nel contempo l’insufficienza e il fallimento dell’iniziativa politica.
Questa però è soltanto l’introduzione al libro. Chi deciderà di leggerlo troverà non solo l’analisi del caso particolare di contrada Zuppà, perché, conclusa la parte più prettamente storico-giornalistica, si è tracciato un quadro della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti di interesse ben più ampio inquadrandone sia gli aspetti politici, cioè la sostanziale incapacità dimostrata finora nella soluzione del problema dalle amministrazioni di tutti i colori, sia le vicende giudiziarie e tutto quanto ruota intorno alla discarica: dalle ripercussioni sull’ambiente e sulla salute per gli abitanti dell’area.

Buon 2012 a tutti, tranne che a Tirrenoambiente :)

Nessun commento:

Posta un commento