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domenica 24 luglio 2011

Furnari tra mafia e politica. Sette gli indagati per l'operazione Torrente

Sono sette gli indagati, a conclusione delle indagini preliminari, per l’operazione “Torrente”, scattata il 5 novembre 2007 da parte del Ros dei carabinieri che assestarono un duro colpo al clan dei “mazzarroti” e facendo luce sul condizionamento che la cosca aveva esercitato sulle elezioni amministrative svoltesi a Furnari il 13 e 14 maggio 2007. I sostituti procuratori della Dda di Messina e titolari dell’inchiesta, Giuseppe Verzera e Angelo Cavallo, hanno fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini a:
Tindaro Calabrese, 37 anni, allevatore, originario di Novara di Sicilia, residente a Mazzarrà, già coinvolto in altre inchieste antimafia, a cominciare dalla “Vivaio”, da tempo ristretto al “41 bis”, il carcere duro, a Opera di Milano;
Salvatore Lopes, 59 anni, medico, ex-sindaco di Furnari, eletto primo cittadino alle amministrative del maggio 2007, poi defenestrato a seguito dello scioglimento del consiglio comunale di Furnari per inquinamento mafioso nel dicembre 2009, a piede libero dopo quattro mesi di detenzione in carcere;
Leonardo Arcidiacono, 40 anni, originario di Catania, residente a Furnari nella frazione di Portorosa, imprenditore turistico;
Sebastiano Placido Geraci, 39 anni, di Furnari, guardacaccia;
Roberto Munafò, 43 anni, di Furnari, imprenditore;
Carmelo Bisognano, 45 anni, già storico capo del clan dei “mazzarroti” e passato tra le fila dei collaboratori di giustizia dall’inizio dell’anno in corso;
Vincenza Bisognano, 52 anni, sorella del pentito e che, per questo, sta usufruendo del programma di protezione.
I personaggi chiave dell’inchiesta sono Calabrese e l’ex-sindaco Lopes mentre Arcidiacono e Geraci sono accusati di avere esercitato pressioni, su un candidato di una lista avversaria al dott. Lopes, durante le elezioni del 2007. Munafò è considerato un prestanome, come colui il quale otteneva, per conto dei germani Bisognano, i lavori relativi all’alluvione che devastò Falcone, Furnari e Mazzarrà, l’11 dicembre 2008. Nel dettaglio, Tindaro Calabrese è ritenuto il capo del clan dei “mazzarroti”, riconducibile a Cosa nostra siciliana e avrebbe minacciato e pressato Natale Puliafito, di Furnari, per costringerlo a votare, sempre alle elezioni del 2007, per l’ex-sindaco Lopes. Leonardo Arcidiacono e Placido Geraci sono ritenuti affiliati del clan dei “mazzarroti” e avrebbe minacciato e pressato il candidato alle elezioni di quattro anni fa Giuseppe La Macchia per costringere lui ed i suoi elettori a votare in favore del dott. Lopes. Anche Arcidiacono viene considerato un affiliato della cosca di Mazzarrà mentre Geraci e Munafò sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Uguale capo d’imputazione per il dott. Salvatore Lopes, assieme ai promotori dell’organizzazione malavitosa Calabrese e Carmelo Bisognano con il quale ultimo l’allora sindaco ha intrattenuto rapporti e dialoghi, come confermato dalle riprese video svolte dai carabinieri del Ros ed allegate nel fascicolo della “Torrente”. Inoltre Calabrese, Arcidiacono e Geraci, sono accusati di avere esercitato l’attività di “proselitismo elettorale- si legge nella conclusione delle indagini- in favore del candidato a sindaco Lopes in cambio di favori al gruppo dei “Mazzarroti” da parte dell’amministrazione comunale di Furnari, una volta che Salvatore Lopes fosse risultato vincitore”. Carmelo Bisognano e la sorella Vincenza sono anche accusati per la fittizia attribuzione delle società “Futura 2004” e “Doro Vita”, utilizzate per eludere i controlli ed effettuare i lavori per alimentare le casse del sodalizio criminale. Gli indagati hanno tre settimane di tempo per presentare eventuali memorie difensive attraverso i loro legali di fiducia o farsi interrogare dai pm inquirenti. Poi sarà il Gip di Messina a stabilire la data per lo svolgimento dell’udienza preliminare. Nel contempo, i pm Verzera e Cavallo, hanno stralciato la posizione di due delle nove persone arrestate all’alba del 5 novembre dello scorso anno. Si tratta di Teresa Truscello, 36 anni, ex-convivente di Carmelo Bisognano e del cugino Salvatore Genovese, 42 anni, originario di Mazzarrà e residente a Furnari: i pm chiederanno l’archiviazione nei loro confronti. Stralciata la posizione, ma poiché imputato in un processo parallelo, di Giulio
Lopes, 45 anni, accusato di avere aggredito l’avvocato Mario Foti nella piazza centrale di Furnari la sera del 29 novembre 2007.

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