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giovedì 7 luglio 2011

Nuove rivelazioni di Bisognano. Gli interessi del clan nella discarica.

In un recente verbale, depositato il 14 maggio scorso, l’ex boss, adesso collaboratore di giustizia, Carmelo Bisognano svela alcuni particolari interessanti sul principale degli affari del suo clan vale a dire la discarica. Prima di lui delle imprese ruotanti intorno alle discariche aveva parlato solo Enzo Marti, il funzionario di TirrenoAmbiente, coinvolto nel processo Vivaio e divenuto anche lui collaboratore di giustizia. Di come la mafia di Barcellona gestisce l'affare Bisognano spiega molto bene il meccanismo al pm della Dda, Giuseppe Verzera, proprio nel verbale rilasciato il 14 maggio scorso alla presenza del suo legale, l'avvocato Maria Cicero. Tirando in ballo immediatamente un'impresa, la CaTiFra di Tindaro Calabrese.
"Nell'anno 2000, ritengo nel secondo semestre - spiega Bisognano - venne erogato un finanziamento di circa 2 o 3 miliardi complessivi al Comune di Mazzarrà Sant'Andrea per la realizzazione di una discarica comprensoriale sempre nel territorio di Mazzarrà che doveva sorgere su quella vecchia. Venne indetta una gara alla quale parteciparono 14 o 15 imprese e l'appalto venne aggiudicato all'ATI costituita dalla CaTiFra di Calabrese Tindaro e alla Costanzo di Santa Domenica Vittoria o Randazzo. Il presidente della commissione è il tecnico comunale geom. Ravidà Roberto". 
"Dopo l'aggiudicazione sorsero dei problemi, nel senso che la MDM di Emanuele Caruso anch'essa concorrente, voleva impugnare l'aggiudicazione."
A informare il boss chiedendo un suo intervento per sistemare la questione - racconta Bisogano, furono Ravidà e Renzo Mirabito, consulente ambientale del comune di Mazzarrà: "Chiesero un mio intervento nella qualità di referente della mia organizzazione per evitare il ricorso amministrativo della MDM in quanto al Comune e anche a noi interessava che l'aggiudicazione all'ATI di cui ho detto fosse mantenuta."
Bisognano racconta che la faccenda fu sistemata coinvolgendo Sam Di Salvo "aveva i contatti diretti con i catanesi", che la MDM si mise da parte di buon grado, dopo l'incontro con il boss. Precisa poi che la ATi  era informata del suo intervento. Il boss svela anche la contropartita per i due funzionari comunali: "Mirabito (..) era il referente della CaTiFra in quanto è stato pagato da questa ditta per ottenere l'aggiudicazione della gara (...) Ravidà a sua volta venne nominato componente della Commissione PRUSST Valdemone di cui il Mirabito è Presidente." Bisognano spiega poi che Mirabito era uomo del sindaco di Mazzarrà, Nello Giambò, anche lui favorevole all'aggiudicazione all'ATI Catifra-Costanzo per ragioni clientelari.

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