Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."

lunedì 21 febbraio 2011

Avanti, c'è posto...


Quest’anno a Patti più che aria di Carnevale, fischia vento di campagna elettorale.
Gli opposti schieramenti si stanno delineando, hanno già messo in moto le macchine elettorali e quotidianamente assistiamo allo spuntare di nomi e simboli dei candidati ad occupare la poltrona di primo cittadino e sostituire l’uscente Pippo Venuto.
Non bisogna però essere degli esperti (e chi scrive, di politica politicante esperto non lo è di sicuro, anzi, ci mancherebbe altro),  per rendersi conto che, se osserviamo la politica attuale, essa è l’espressione principale dell’energia del potere: l’importante è vincere. Questo assunto, per alcuni, diventa poi: vincere con ogni mezzo, anche a costo di svendere ogni principio morale ed etico.
E infatti, in questi giorni schiere di spin doctor, opinion leader e semplici galoppini, si muovono freneticamente sottocoperta alla ricerca di amicizie e alleanze, stringendo  e sciogliendo accordi, per portare dalla propria parte questo o quel personaggio e assicurarsi così la vittoria finale.
Qualcuno a questo punto potrebbe ribattere dicendo la politica oggi non è quella di trent’anni fa e si è evoluta, o piuttosto involuta direi,
E allora cercherò di controbattere esponendo una mia breve riflessione sull’eterno tema Etica e Politica, difficile argomento di cui, nei sistemi democratici, si discute praticamente da sempre. Pensandoci un po’ mi sono ricordato delle parole di un uomo politico.
Questi dichiarava: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze ed i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e con dei sotto boss”.
Questa intervista dura, ma a tratti molto attuale, è stata rilasciata nel 1981.
Tra il 1981 ed oggi cosa è successo?
C’è stata Tangentopoli che diede vita ad almeno dieci anni di dibattito sull’etica e la politica (o l’etica della politica), dibattiti i cui effetti sul sistema politico italiano furono pressochè insignificanti.
L’impegno di Berlusconi in politica nel 1994 poi ha complicato ulteriormente le cose perchè non si era mai visto un imprenditore con quei mezzi, costruire un partito politico personale e generare un colossale conflitto di interessi.
Una delle cose più difficili da realizzare oggi dunque è il fare politica rimanendo integri ed onesti. Perché un’affermazione così dura e categorica? Semplicemente perché quelli che nell’educazione vengono chiamati difetti o disvalori, in politica diventano pregi e valori. Parole come amore, rispetto, lealtà, amicizia in politica diventano umoristiche se non ridicole. Vediamo così che la barriera della dignità e della coerenza, oggi, si sta spostando sempre più in là, dove una volta esisteva la vergogna.
Chi oggi aspira alla conduzione della cosa pubblica dovrebbe invece ispirare il proprio stile politico all’onestà ed alla sobrietà, mantenendo con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali. Non abusando della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutando una gestione oligarchica o clientelare del potere, logiche di scambio o pressioni indebite.
Tra i contendenti in lizza oggi c’è qualcuno disposto a sottoscrivere un tale impegno?
Avanti, c’è posto...

Nessun commento:

Posta un commento