Secondo un parere pro veritate
dell'avvocato Mauro Di Pace del Foro di Catania sussistono profili di
illegittimità lesivi degli interessi del Comune nella parte in cui
ne affermano la responsabilità
Lo scorso 5 aprile Tirrenoambiente
comunicò lo sversamento del percolato nel vicino torrente Mazzarrà
a seguito della decisione, rivelatasi poi fatale, di spegnere le
pompe di sollevamento del liquido dal fondo della discarica per
l'asserita incapacità di provvedere al suo smaltimento per mancanza
di risorse.
Dopo un tavolo tecnico tenuto il 7
aprile, a seguito del conclamato stato di emergenza, la Regione
Sicilia nella medesima data aveva adottato la Delibera di Giunta n.
167 con la quale è stato disposto, ai sensi dell'art. 250 del D.
Lgs. n. 250/2016, l'intervento sostitutivo in danno dei soggetti
responsabili, individuati nella società Tirrenoambiente s.p.a. e nel
Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, stanziando la somma di 300.000 euro
e destinandola, esclusivamente, a coprire i costi del trasporto e
smaltimento del percolato in idoneo impianto.
La Commissione straordinaria che
amministra il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, dopo il suo
scioglimento per mafia, però non ci sta a che il comune venga
individuato quale soggetto responsabile dell'inadempimento per il
solo fatto di detenere una partecipazione maggioritaria nella
società Tirrenoambiente, gestore della
discarica.
Viene quindi interpellato l'avvocato
catanese Mauro Di Pace, al quale viene chiesto un parere pro
veritate sulle iniziative da adottare a tutela
dell'Amministrazione comunale.
Secondo il parere, acquisito il
5/612017, sussisterebbero profili di illegittimità della
deliberazione di Giunta Regionale n. 167 /2017, degli atti allegati e
degli atti consequenziali noti e che, pertanto,
essendo lesivi degli interessi del
Comune nella parte in cui ne affermano la responsabilità, possono
essere impugnati.
Lo stesso Di Pace è stato pertanto
incaricato, lo scorso 5 giugno, di proporre ricorso al TAR Sicilia
contro la delibera regionale 167 del 714/2017, gli atti allegati e
gli atti consequenziali noti, volto ad ottenerne l'annullamento nella
parte in cui presentano profili di lesività per il Comune ed, in
particolare, nella parte in cui si individua la responsabilità del
Comune di Mazzarrà Sant'Andrea nella verificazione dell'evento di
danno ambientale e il conseguente obbligo di restituzione della somma
di 300.000 euro, utilizzata per far fronte, in emergenza, allo
smaltimento del percolato prodotto nella discarica di contrada Zuppà.
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