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domenica 12 febbraio 2017

Le mafie a Messina e provincia: le conferme della Direzione investigativa antimafia

Il rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia analizza l'evolversi delle mafie, consentendoci di capire attraverso quali dinamiche si muove cosa nostra.
Osservando gli eventi e le dinamiche che hanno contrassegnato il primo semestre del 2016, si rileva come cosa nostra continui a caratterizzarsi,
in primo luogo, per essere "un’organizzazione criminale fortemente strutturata, avente un proprio ordinamento, un vasto bacino di reclutamento ed elevate potenzialità offensive".

I gruppi mafiosi che insistono sulla provincia di Messina, data anche la particolare esposizione geografica, rappresentano la risultante di una contaminazione criminale che vede interessate cosa nostra palermitana, cosa nostra catanese e la ‘ndrangheta.
Le dinamiche criminali che hanno caratterizzato il semestre non sembrano aver condizionato le convenzionali sfere di influenza dei singoli gruppi sul territorio, e questo sia con riferimento alla città di Messina1 che ad altri centri della provincia2.
Allo stesso tempo, tuttavia, si sono registrati mutamenti nella composizione interna dei clan, i cui esponenti sembrano comunque aver mantenuto legami di tipo affaristico con i gruppi palermitani, catanesi e calabresi.

I barcellonesi

Tra tutti, il gruppo al momento, più operativo, strutturato e con un’organizzazione improntata sul modello di cosa nostra palermitana è quello dei “Barcellonesi”, risultato al centro, nell’ultimo decennio, di numerose indagini3 di polizia e processi ancora in corso, che ne hanno delineato le gerarchie e ricostruito le vicende, anche omicidiarie4, finalizzate alla “scalata” di giovani leve - imprevedibili e spregiudicate - verso posizioni di comando.

I tortoriciani

Come si è già avuto modo di sottolineare in pregresse Relazioni, un generalizzato clima di fibrillazione continua a caratterizzare i gruppi criminali messinesi, a volte protagonisti di esternazioni violente verso i componenti delle stesse consorterie5.
Nel periodo in esame va segnalato un evento di rilievo che ha riguardato il Presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi6, sottoscrittore di un Protocollo di legalità7 con la locale Prefettura, teso ad estendere i controlli preventivi antimafia anche al settore agro-pastorale.
Questa più incisiva procedura accertativa - che già lo scorso dicembre aveva dato luogo ad undici informazioni antimafia interdittive8 - ha, tra l’altro, consentito al Prefetto di Messina di adottarne di ulteriori nei confronti di imprese operanti nel contesto del Parco, i cui intestatari sono risultati collegati al gruppo dei tortoriciani9 ed, in particolare, alla cosca dei BONTEMPO SCAVO.
Le indagini condotte nel semestre hanno, in aggiunta, confermato come i gruppi mafiosi continuino a trarre linfa vitale dalle estorsioni10 e dal traffico di stupefacenti, attività che, se lette in valore assoluto, concorrono a geolocalizzare gli ambiti di competenza e a rendere più chiare le alleanze in atto, specie quelle finalizzate all’approvvigionamento della droga.

Le famiglie messinesi

Proprio con riferimento a quest’ultimo ambito, elementi di spicco del clan MANGIALUPI, unitamente ad esponenti anche di vertice del gruppo mafioso di “Tortorici”, sono stati destinatari di una custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Senza tregua”, conclusa nel mese di maggio11. L’indagine ha avuto il pregio di rendere noti, tra l’altro, gli interessi economico-criminali del gruppo, dedito anche alle estorsioni, ed ha dato conferma dei rapporti tra le consorterie criminali del capoluogo e la ‘ndrina NIRTA-STRANGIO di San Luca (RC).
Accanto alle tradizionali attività illecite appena menzionate, cui si aggiunge certamente l’usura, i settori di interesse che la criminalità organizzata messinese punta ad infiltrare sono principalmente rappresentati dagli appalti, dall’edilizia, dai servizi, dallo smaltimento dei rifiuti e dagli esercizi commerciali.
Al riguardo, appare significativa un’indagine condotta nel semestre dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, denominata “Totem”, grazie alla quale è stato individuato un gruppo criminale composto anche da elementi di vertice del clan GALLI, dedito al controllo di locali notturni nella riviera nord del capoluogo, dove far confluire e ripulire capitali di illecita provenienza. Allo stesso tempo, il sodalizio è risultato attivo nella gestione di un forte giro di scommesse illegali raccolte on-line (corse clandestine di cavalli e installazione di video-poker), che venivano poi indirizzate, via internet, su operatori non autorizzati12.
Questa vocazione imprenditoriale mafiosa dei clan messinesi è stata al centro di diverse attività condotte nel semestre anche dalla D.I.A., che hanno portato a provvedimenti ablativi eseguiti dalla Sezione Operativa di Messina.
Si tratta, in particolare, di sequestri che hanno colpito, nel mese di aprile, i beni e il compendio aziendale di un imprenditore ritenuto referente di cosa nostra etnea13 in provincia di Messina; nel mese di maggio altre aziende riconducibili ed esponenti di spicco di gruppi criminali del capoluogo14, il tutto per un valore di oltre 5 milioni di euro. Sempre a maggio sono stati oggetto di provvedimenti ablativi beni immobili per un valore di circa 15 milioni di euro15.
La pervicace opera dei gruppi messinesi non sembra aver risparmiato, nel corso del semestre, la Pubblica Amministrazione.

Il condizionamento mafioso

Permangono, infatti, gli effetti di indagini che hanno accertato fenomeni corruttivi16 e che hanno determinato il Commissariamento del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea17. A ciò si aggiungano le evidenze emerse nell’ambito della citata Operazione “Matassa” del mese di giugno, che ha fatto luce sulle condotte intimidatorie messe in atto da esponenti del clan SPARTA’ e VENTURA, finalizzate a procurare voti in favore di candidati di riferimento, in occasione delle elezioni comunali e nazionali del 2013, nonché nelle competizioni regionali del 201218.

1La suddivisione territoriale delle consorterie, entro la città di Messina, può essere ricondotta ad un vero e proprio “piano di lottizzazione” dei vari quartieri. Nella zona sud domina il gruppo criminale SPARTA’ con i suoi affiliati, la zona centrale, suddivisa in al controllo criminale dei gruppi LO DUCA, e VENTURA, ma anche delle famiglie ASPRI, TRISCHITTA e CUTE’ afferenti al clan MANGIALUPI, il quale risulta avere i maggiori collegamenti con le organizzazioni criminali ‘ndranghetiste della provincia di Reggio Calabria. Il quartiere “Giostra”, situato nella zona nord, infine, è dominato dal gruppo GALLI, a capo del quale risulta insediato il nipote del vecchio boss, attualmente detenuto.
2Nei Comuni affacciati sul versante tirrenico, appare consolidata l’influenza del sodalizio mafioso “barcellonese”, la cui struttura è pienamente modellata sull’esempio di cosa nostra palermitana. L’organigramma della omonima famiglia con competenze territoriali, si compone di quattro “gruppi” che insistono su altrettante circoscrizioni: gruppo dei barcellonesi, dei Mazzarroti, di Milazzo e di Terme Vigliatore, ciascuno con propri referenti. Il limitrofo comprensorio di Tortorici vede operare le consorterie mafiose dei cosiddetti batanesi e dei tortoriciani ciascuna facente capo a personaggi di indubbio spessore criminale, dedite alla commissione di estorsioni nell’area nebroidea ed al traffico di stupefacenti, con approvvigionamenti provenienti, oltre che dalle consorterie criminali del capoluogo di provincia, anche dalle ‘ndrine calabresi, in particolare dal gruppo NIRTA – STRANGIO di San Luca (RC). Ai confini con la Provincia di Palermo, i Comuni di Mistretta, Reitano e la relativa zona costiera, sono inquadrati nel “mandamento mafioso di San Mauro Castelverde (PA)”. La cosiddetta “fascia ionica”, che si estende dalla periferia sud della città di Messina, fino al confine con la Provincia di Catania, è invece area di influenza di cosa nostra catanese per il tramite di responsabili locali, ciascuno dei quali è punto di contatto con le maggiori consorterie etnee: i SANTAPAOLA-ERCOLANO, i LAUDANI ed i CAPPELLO.
3Continui riscontri pervengono dai plurimi filoni dell’indagine Gotha, allo stato giunta alla sesta tranche. Nell’ambito di quest’ultima, “Gotha 6”, i Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione, il 3 febbraio 2016, all’OCC n. 6998/13 RGNR e 5009/13 GIP emessa dal Tribunale di Messina in data 28 gennaio 2016 a carico di tredici persone appartenenti alla “famiglia barcellonese” imputate di 15 omicidi.
4In data 16 febbraio 2016 i Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione all’OCCC n. 3428/15 RGNR e n. 2888/15 RG GIP emesso dal Tribunale di Messina in data 12 febbraio 2016 nei confronti di due soggetti riconducibili al gruppo criminale SPARTA’ a carico dei quali sono emerse gravi responsabilità in ordine ad un omicidio avvenuto nel 2005. Fra gli altri episodi di violenza, particolarmente efferati, due gambizzazioni eseguite nei confronti di commercianti ambulanti di frutta (una delle quali, avvenuta il 29 aprile 2016 nel rione Giostra).
5Il 9 aprile 2016 il parente di un pregiudicato, vicino al clan FERRANTI, è stato ucciso da un esponente del clan VENTURA. I due clan, da sempre alleati sono stati recentemente colpiti dagli esiti dell’operazione “Matassa” citata in una successiva nota.
6Le indagini in corso stanno vagliando più ipotesi investigative.
7Sottoscritto in data 18 marzo 2015 tra Prefettura, Regione Siciliana, Ente Parco dei Nebrodi, comuni aderenti all’Ente Parco ed Ente di Sviluppo Agricolo.
8In data 14 dicembre 2015 la Prefettura di Messina aveva emesso il provvedimento interdittivo n. 112905 nei confronti di undici ditte individuali aggiudicatarie di lotti pascolivi ricedenti all’interno dell’Ente Parco dei Nebrodi perché intestate a soggetti del medesimo nucleo familiare o a presunti prestanome, tutti comunque riferibili ad un personaggio di elevato spessore criminale mafioso.
9Provvedimento del Prefetto di Messina n 47455/2016/Area I del 24 maggio 2016 emesso nei confronti di un soggetto legato da vincoli di parentela ad un noto esponente dei “tortoriciani” più volte entrambi arrestati in occasione delle operazioni Romanza (2000) e Mare Nostrum (2009), nonché successivi provvedimenti n. 53310 e 53346 del 13 giugno 2016, e n. 56304 e 56397 del 22 giugno 2016. Tra i destinatari di questi ultimi anche un soggetto legato da rapporto di parentela acquisita ad una esponente della ‘ndrina STRANGIO di San Luca.
10Il 25 maggio 2016, nell’ambito dell’Operazione “Vecchia maniera”, la Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione all’OCCC n. 3619/16 RGNE e n. 2602/16 RGGIP emessa il 18 maggio 2016 dal Tribunale di Messina nei confronti di otto soggetti ritenuti vicini alla cosca dei MAZZARROTI, tra i quali un collaboratore di giustizia, sottoposto a programma di protezione e residente in località protetta.
11Il 27 maggio 2016, nell’ambito dell’operazione “Senza tregua”, la Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione all’OCCC n. 4792/13 RGNR e n. 2762/14 RGGIP emessa il 24 maggio 2016 dal Tribunale di Messina, nei confronti di ventitré persone gravemente indiziate di appartenere al gruppo di Tortorici, tra le quali tre soggetti ritenuti elementi di vertice del suddetto gruppo. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un’articolata associazione di tipo mafioso, riconducibile alla famiglia dei BONTEMPO SCAVO, finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio, all’acquisizione ed al controllo di attività economiche, imprenditoriali o commerciali ed al traffico di stupefacenti.
12Il 29 giugno 2016, nell’ambito dell’Operazione “Totem” la Polizia di Stato ed i Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione all’OCCC n. 5634/11 RGNR e n. 3815/13 RG GIP emessa il 13 giugno 2016 dal Tribunale di Messina, nei confronti di ventitré persone tra le quali elementi di vertice del clan GALLI.
13Su proposta e firma del Direttore della D.I.A., a carico di uno dei più influenti rappresentanti locali della famiglia SANTAPAOLA, è stato eseguito, in data 27 aprile 2016, il Decreto di Sequestro n. 12/14 RGMP – n. 4/16 Dec. Seq. emesso dal Tribunale di Messina in data 8 aprile 2016 relativamente ad un’impresa allo stesso riconducibile, il cui valore ammonta a circa mezzo milione di euro. Il sequestro rappresenta il prosieguo di una precedente attività di controllo contabile - amministrativo con la quale era già stata sequestrata una quantità di beni pari 4,3 milioni di euro. A carico di un altro imprenditore considerato referente di cosa nostra etnea in provincia di Messina, è stato disposto un ulteriore sequestro di beni da parte del Tribunale di Messina che, in data 11 marzo 2016 ha emesso il provvedimento n. 76/14 RGMP e n. 3/16 Dec. Seq. relativo a terreni, e fabbricati per un valore totale di circa 1,3 milioni di euro. Il predetto imprenditore era già stato sottoposto a sequestro di beni, nel mese di dicembre 2015, per un valore di 27 milioni di euro.
14Il Tribunale di Messina, con provvedimento del 24 maggio 2016 n. 52/2015 RGMP e n. 5/16 Decr. Seq. ha disposto il sequestro di 4 aziende, vari rapporti finanziari e ed un fabbricato per un valore totale di 5 milioni di Euro
15Il 25 maggio 2016 su delega dell’Autorità Giudiziaria di Catania, ed in seguito ad accertamenti eseguiti dalle locali Articolazioni della D.I.A., sono stati sottoposti a sequestro e confisca, in base a Decreto reso dal Tribunale di Catania – Ufficio Misure di Prevenzione nel procedimento n. 183/08 RSS, diversi beni immobili, per un valore complessivo di 15 milioni di euro nella disponibilità di un soggetto ritenuto uomo di fiducia degli elementi di vertice di cosa nostra mistrettese.
16In seguito ad un’indagine della D.I.A. sono emersi, nell’anno 2014, fenomeni di corruzione nell’ambito del Consorzio per le Autostrade Siciliane di Messina, Ente preposto alla gestione delle autostrade A18 (Messina – Catania e Siracusa – Gela) e A20 (Messina – Palermo), che hanno portato, nel mese di novembre 2014, all’arresto, da parte del Centro Operativo di Catania, di funzionari del C.A.S. e di alcuni imprenditori.
17Con D.P.R. del 13 ottobre 2015 è stata affidata, per la durata di diciotto mesi, la gestione del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea ad una Commissione straordinaria nominata dal Prefetto ed insediata il successivo 15 ottobre. La Commissione rimarrà, pertanto, in carica fino all’aprile 2017
18In data 11 maggio 2016 la Polizia di Stato di Messina, nell’ambito dell’Operazione “Matassa”, ha dato esecuzione all’OCCC n. 7220/11 RGNR e n. 3775/12 RG GIP emessa dal Tribunale di Messina in data 5 maggio 2016 nei confronti di trentacinque soggetti tra i quali elementi di spicco del gruppo VENTURA. La stessa Ordinanza evidenzia la “…..stabile collaborazione nella realizzazione del programma criminale ideato ed attuato in forma associativa, rafforzato, in un reticolo di cointeressenze, che si rivela allarmante proprio in forza dei costanti collegamenti tra gli indagati e spesso da collaudati rapporti personali, comunque tutti ispirati sistematicamente al mercimonio del libero esercizio del voto”.

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