Il rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia analizza l'evolversi delle mafie, consentendoci di capire attraverso quali dinamiche si muove cosa nostra.
Osservando gli eventi e le dinamiche che hanno contrassegnato il primo semestre del 2016, si rileva come cosa nostra continui a caratterizzarsi,
in primo luogo, per essere "un’organizzazione criminale fortemente strutturata, avente un proprio ordinamento, un vasto bacino di reclutamento ed elevate potenzialità offensive".
I gruppi mafiosi che insistono sulla
provincia di Messina, data anche la particolare esposizione
geografica, rappresentano la risultante di una contaminazione
criminale che vede interessate cosa nostra palermitana, cosa nostra
catanese e la ‘ndrangheta.
Le dinamiche criminali che hanno
caratterizzato il semestre non sembrano aver condizionato le
convenzionali sfere di influenza dei singoli gruppi sul territorio, e
questo sia con riferimento alla città di Messina1
che ad altri centri della provincia2.
Allo stesso tempo, tuttavia, si sono
registrati mutamenti nella composizione interna dei clan, i cui
esponenti sembrano comunque aver mantenuto legami di tipo affaristico
con i gruppi palermitani, catanesi e calabresi.
I barcellonesi
Tra tutti, il gruppo al momento, più
operativo, strutturato e con un’organizzazione improntata sul
modello di cosa nostra palermitana è quello dei “Barcellonesi”,
risultato al centro, nell’ultimo decennio, di numerose indagini3
di polizia e processi ancora in corso, che ne hanno delineato le
gerarchie e ricostruito le vicende, anche omicidiarie4,
finalizzate alla “scalata” di giovani leve - imprevedibili e
spregiudicate - verso posizioni di comando.
I tortoriciani
Come si è già avuto modo di
sottolineare in pregresse Relazioni, un generalizzato clima di
fibrillazione continua a caratterizzare i gruppi criminali messinesi,
a volte protagonisti di esternazioni violente verso i componenti
delle stesse consorterie5.
Nel periodo in esame va segnalato un
evento di rilievo che ha riguardato il Presidente dell’Ente Parco
dei Nebrodi6,
sottoscrittore di un Protocollo di legalità7
con la locale Prefettura, teso ad estendere i controlli preventivi
antimafia anche al settore agro-pastorale.
Questa più incisiva procedura
accertativa - che già lo scorso dicembre aveva dato luogo ad undici
informazioni antimafia interdittive8
- ha, tra l’altro, consentito al Prefetto di Messina di adottarne
di ulteriori nei confronti di imprese operanti nel contesto del
Parco, i cui intestatari sono risultati collegati al gruppo dei
tortoriciani9
ed, in particolare, alla cosca dei BONTEMPO SCAVO.
Le indagini condotte nel semestre
hanno, in aggiunta, confermato come i gruppi mafiosi continuino a
trarre linfa vitale dalle estorsioni10
e dal traffico di stupefacenti, attività che, se lette in valore
assoluto, concorrono a geolocalizzare gli ambiti di competenza e a
rendere più chiare le alleanze in atto, specie quelle finalizzate
all’approvvigionamento della droga.
Le famiglie messinesi
Proprio con riferimento a quest’ultimo
ambito, elementi di spicco del clan MANGIALUPI, unitamente ad
esponenti anche di vertice del gruppo mafioso di “Tortorici”,
sono stati destinatari di una custodia cautelare nell’ambito
dell’operazione “Senza tregua”, conclusa nel mese di maggio11.
L’indagine ha avuto il pregio di rendere noti, tra l’altro, gli
interessi economico-criminali del gruppo, dedito anche alle
estorsioni, ed ha dato conferma dei rapporti tra le consorterie
criminali del capoluogo e la ‘ndrina NIRTA-STRANGIO di San Luca
(RC).
Accanto alle tradizionali attività
illecite appena menzionate, cui si aggiunge certamente l’usura, i
settori di interesse che la criminalità organizzata messinese punta
ad infiltrare sono principalmente rappresentati dagli appalti,
dall’edilizia, dai servizi, dallo smaltimento dei rifiuti e dagli
esercizi commerciali.
Al riguardo, appare significativa
un’indagine condotta nel semestre dalla Polizia di Stato e
dall’Arma dei Carabinieri, denominata “Totem”, grazie alla
quale è stato individuato un gruppo criminale composto anche da
elementi di vertice del clan GALLI, dedito al controllo di locali
notturni nella riviera nord del capoluogo, dove far confluire e
ripulire capitali di illecita provenienza. Allo stesso tempo, il
sodalizio è risultato attivo nella gestione di un forte giro di
scommesse illegali raccolte on-line (corse clandestine di cavalli e
installazione di video-poker), che venivano poi indirizzate, via
internet, su operatori non autorizzati12.
Questa vocazione imprenditoriale
mafiosa dei clan messinesi è stata al centro di diverse attività
condotte nel semestre anche dalla D.I.A., che hanno portato a
provvedimenti ablativi eseguiti dalla Sezione Operativa di Messina.
Si tratta, in particolare, di sequestri
che hanno colpito, nel mese di aprile, i beni e il compendio
aziendale di un imprenditore ritenuto referente di cosa nostra etnea13
in provincia di Messina; nel mese di maggio altre aziende
riconducibili ed esponenti di spicco di gruppi criminali del
capoluogo14,
il tutto per un valore di oltre 5 milioni di euro. Sempre a maggio
sono stati oggetto di provvedimenti ablativi beni immobili per un
valore di circa 15 milioni di euro15.
La pervicace opera dei gruppi messinesi
non sembra aver risparmiato, nel corso del semestre, la Pubblica
Amministrazione.
Il condizionamento mafioso
Permangono, infatti, gli effetti di
indagini che hanno accertato fenomeni corruttivi16
e che hanno determinato il Commissariamento del Comune di Mazzarrà
Sant’Andrea17.
A ciò si aggiungano le evidenze emerse nell’ambito della citata
Operazione “Matassa” del mese di giugno, che ha fatto luce sulle
condotte intimidatorie messe in atto da esponenti del clan SPARTA’
e VENTURA, finalizzate a procurare voti in favore di candidati di
riferimento, in occasione delle elezioni comunali e nazionali del
2013, nonché nelle competizioni regionali del 201218.
1La
suddivisione territoriale delle consorterie, entro la città di
Messina, può essere ricondotta ad un vero e proprio “piano di
lottizzazione” dei vari quartieri. Nella zona sud domina il gruppo
criminale SPARTA’ con i suoi affiliati, la zona centrale,
suddivisa in al controllo criminale dei gruppi
LO
DUCA, e VENTURA, ma anche delle famiglie
ASPRI,
TRISCHITTA e CUTE’ afferenti al clan
MANGIALUPI,
il quale risulta avere i maggiori collegamenti con le organizzazioni
criminali ‘ndranghetiste
della
provincia di Reggio Calabria. Il quartiere “Giostra”, situato
nella zona nord, infine, è dominato dal gruppo
GALLI,
a capo del quale risulta insediato il nipote del vecchio boss,
attualmente detenuto.
2Nei
Comuni affacciati sul versante tirrenico, appare consolidata
l’influenza del sodalizio mafioso “barcellonese”,
la
cui struttura è pienamente modellata sull’esempio di cosa
nostra palermitana.
L’organigramma della omonima famiglia
con
competenze territoriali, si compone di quattro “gruppi” che
insistono su altrettante circoscrizioni: gruppo
dei
barcellonesi,
dei
Mazzarroti,
di Milazzo e
di
Terme Vigliatore, ciascuno
con propri referenti. Il limitrofo comprensorio di Tortorici vede
operare le consorterie mafiose dei cosiddetti batanesi
e
dei tortoriciani
ciascuna
facente capo a personaggi di indubbio spessore criminale,
dedite
alla commissione di estorsioni nell’area nebroidea ed al traffico
di stupefacenti, con approvvigionamenti provenienti, oltre che dalle
consorterie criminali del capoluogo di provincia, anche dalle
‘ndrine
calabresi,
in particolare dal gruppo
NIRTA
– STRANGIO di San Luca (RC). Ai confini con la Provincia di
Palermo, i Comuni di Mistretta, Reitano e la relativa zona costiera,
sono inquadrati nel “mandamento
mafioso di San Mauro Castelverde (PA)”.
La cosiddetta “fascia ionica”, che si estende dalla periferia
sud della città di Messina, fino al confine con la Provincia di
Catania, è invece area di influenza di cosa
nostra catanese
per il tramite di responsabili locali, ciascuno dei quali è punto
di contatto con le maggiori consorterie etnee: i
SANTAPAOLA-ERCOLANO, i LAUDANI ed i CAPPELLO.
3Continui
riscontri pervengono dai plurimi filoni dell’indagine Gotha,
allo stato giunta alla sesta tranche.
Nell’ambito di quest’ultima, “Gotha
6”,
i Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione, il 3
febbraio 2016,
all’OCC n. 6998/13 RGNR e 5009/13 GIP emessa dal Tribunale di
Messina in data 28
gennaio 2016 a
carico di tredici persone appartenenti alla “famiglia
barcellonese” imputate
di 15 omicidi.
4In
data 16
febbraio 2016 i
Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione all’OCCC n. 3428/15
RGNR e n. 2888/15 RG GIP emesso dal Tribunale di Messina in data 12
febbraio 2016 nei
confronti di due soggetti riconducibili al gruppo
criminale
SPARTA’ a carico dei quali sono emerse gravi responsabilità in
ordine ad un omicidio avvenuto nel 2005. Fra gli altri episodi di
violenza, particolarmente efferati, due gambizzazioni eseguite nei
confronti di commercianti ambulanti di frutta (una delle quali,
avvenuta il 29
aprile 2016 nel
rione Giostra).
5Il
9
aprile 2016 il
parente di un pregiudicato, vicino al clan
FERRANTI,
è stato ucciso da un esponente del clan
VENTURA.
I due clan,
da
sempre alleati sono stati recentemente colpiti dagli esiti
dell’operazione “Matassa”
citata
in una successiva nota.
6Le
indagini in corso stanno vagliando più ipotesi investigative.
7Sottoscritto
in data 18 marzo 2015 tra Prefettura, Regione Siciliana, Ente Parco
dei Nebrodi, comuni aderenti all’Ente Parco ed Ente di Sviluppo
Agricolo.
8In
data 14 dicembre 2015 la Prefettura di Messina aveva emesso il
provvedimento interdittivo n. 112905 nei confronti di undici ditte
individuali aggiudicatarie di lotti pascolivi ricedenti all’interno
dell’Ente Parco dei Nebrodi perché intestate a soggetti del
medesimo nucleo familiare o a presunti prestanome, tutti comunque
riferibili ad un personaggio di elevato spessore criminale mafioso.
9Provvedimento
del Prefetto di Messina n 47455/2016/Area I del 24
maggio 2016 emesso
nei confronti di un soggetto legato da vincoli di parentela ad un
noto esponente dei “tortoriciani”
più
volte entrambi arrestati in occasione delle operazioni Romanza
(2000)
e Mare
Nostrum (2009),
nonché successivi provvedimenti n. 53310 e 53346 del 13
giugno 2016,
e n. 56304 e 56397 del 22
giugno 2016. Tra
i destinatari di questi ultimi anche un soggetto legato da rapporto
di parentela acquisita ad una esponente della ‘ndrina
STRANGIO
di San Luca.
10Il
25
maggio 2016,
nell’ambito
dell’Operazione “Vecchia
maniera”, la
Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione all’OCCC n. 3619/16
RGNE e n. 2602/16 RGGIP emessa il 18
maggio 2016 dal
Tribunale di Messina nei confronti di otto soggetti ritenuti vicini
alla cosca
dei
MAZZARROTI, tra i quali un collaboratore di giustizia, sottoposto a
programma di protezione e residente in località protetta.
11Il
27
maggio 2016, nell’ambito
dell’operazione “Senza
tregua”, la
Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione all’OCCC n. 4792/13
RGNR e n. 2762/14 RGGIP emessa il 24
maggio 2016 dal
Tribunale di Messina, nei confronti di ventitré persone gravemente
indiziate di appartenere al gruppo
di
Tortorici, tra le quali tre soggetti ritenuti elementi di vertice
del suddetto gruppo. Le indagini hanno consentito di accertare
l’esistenza di un’articolata associazione di tipo mafioso,
riconducibile alla famiglia
dei
BONTEMPO SCAVO, finalizzata alla commissione di delitti contro il
patrimonio, all’acquisizione ed al controllo di attività
economiche, imprenditoriali o commerciali ed al traffico di
stupefacenti.
12Il
29
giugno 2016,
nell’ambito dell’Operazione “Totem”
la
Polizia di Stato ed i Carabinieri di Messina hanno dato esecuzione
all’OCCC n. 5634/11 RGNR e n. 3815/13 RG GIP emessa il 13
giugno 2016 dal
Tribunale di Messina, nei confronti di ventitré persone tra le
quali elementi di vertice del clan
GALLI.
13Su
proposta e firma del Direttore della D.I.A., a carico di uno dei più
influenti rappresentanti locali della famiglia
SANTAPAOLA,
è stato eseguito, in data 27
aprile 2016,
il Decreto di Sequestro n. 12/14 RGMP – n. 4/16 Dec. Seq. emesso
dal Tribunale di Messina in data 8
aprile 2016 relativamente
ad un’impresa allo stesso riconducibile, il cui valore ammonta a
circa mezzo milione di euro. Il sequestro rappresenta il prosieguo
di una precedente attività di controllo contabile - amministrativo
con la quale era già stata sequestrata una quantità di beni pari
4,3 milioni di euro. A carico di un altro imprenditore considerato
referente di cosa
nostra etnea
in provincia di Messina, è stato disposto un ulteriore sequestro di
beni da parte
del Tribunale di Messina che, in data 11
marzo 2016 ha
emesso il provvedimento n. 76/14 RGMP e n. 3/16 Dec. Seq. relativo a
terreni, e fabbricati per un valore totale di circa 1,3 milioni di
euro. Il predetto imprenditore era già stato sottoposto a sequestro
di beni, nel mese di dicembre 2015, per un valore di 27 milioni di
euro.
14Il
Tribunale di Messina, con provvedimento del 24
maggio 2016 n.
52/2015 RGMP e n. 5/16 Decr. Seq. ha disposto il sequestro di 4
aziende, vari rapporti finanziari e ed un fabbricato per un valore
totale di 5 milioni di Euro
15Il
25
maggio 2016 su
delega dell’Autorità Giudiziaria di Catania, ed in seguito ad
accertamenti eseguiti dalle locali Articolazioni della D.I.A., sono
stati sottoposti a sequestro e confisca, in base a Decreto reso dal
Tribunale di Catania – Ufficio Misure di Prevenzione nel
procedimento n. 183/08 RSS, diversi beni immobili, per un valore
complessivo di 15 milioni di euro nella disponibilità di un
soggetto ritenuto uomo di fiducia degli elementi di vertice di cosa
nostra mistrettese.
16In
seguito ad un’indagine della D.I.A. sono emersi, nell’anno 2014,
fenomeni di corruzione nell’ambito del Consorzio per le Autostrade
Siciliane di Messina, Ente preposto alla gestione delle autostrade
A18 (Messina – Catania e Siracusa – Gela) e A20 (Messina –
Palermo), che hanno portato, nel mese di novembre 2014, all’arresto,
da parte del Centro Operativo di Catania, di funzionari del C.A.S. e
di alcuni imprenditori.
17Con
D.P.R. del 13 ottobre 2015 è stata affidata, per la durata di
diciotto mesi, la gestione del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea
ad una Commissione straordinaria
nominata dal Prefetto ed insediata il successivo 15 ottobre. La
Commissione rimarrà, pertanto, in carica fino all’aprile 2017
18In
data 11
maggio 2016 la
Polizia di Stato di Messina, nell’ambito dell’Operazione
“Matassa”,
ha
dato esecuzione all’OCCC n. 7220/11 RGNR e n. 3775/12 RG GIP
emessa dal Tribunale di Messina in data 5
maggio 2016 nei
confronti di trentacinque soggetti tra i quali elementi di spicco
del gruppo
VENTURA.
La stessa Ordinanza evidenzia la “…..stabile
collaborazione nella realizzazione del programma criminale ideato ed
attuato in forma associativa, rafforzato, in un reticolo di
cointeressenze, che si rivela allarmante proprio in forza dei
costanti collegamenti tra gli indagati e spesso da collaudati
rapporti personali, comunque tutti ispirati sistematicamente al
mercimonio del libero esercizio del voto”.
Nessun commento:
Posta un commento