Il dibattito in corso sul progetto di riconversione all’utilizzo del combustibile solido secondario derivato dai rifiuti (CSS) della centrale elettrica Edipower/A2A di San Filippo del Mela infiamma anche sulla stampa messinese, sia cartacea che online.
Tra un botta e risposta tra chi è pro e chi è contro, da ultimo la querelle si è spostata sul Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 della Regione Siciliana.
L’incompatibilità del progetto di Edipower/A2A con il suddetto Piano paesaggistico era già stata evidenziata in alcuni documenti di osservazione presentati al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della relativa procedura di VIA.
L’Associazione Antimafie Rita Atria – tra le prime a presentare le osservazioni – scriveva: «Particolare rilievo assume il contrasto del progetto con il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 della Regione Siciliana che impedisce di fatto la realizzazione dell’impianto inceneritore a CSS e postula, invece, per una riconversione del territorio verso la naturale vocazione paesaggistica della zona».
Sulla stessa linea le associazioni “Mediterranea per la natura”, “I cittadini di Villafranca Tirrena” e “Salviamo il paesaggio”.
Anche il deputato regionale Valentina Zafarana (M5S) aveva posto l’accento sul parere reso dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina dove si affermava che «l’impianto si configura come potenziamento oltre che come ampliamento delle attuali aree industriali presenti» e che «l’eventuale realizzazione dell’impianto non prospetta una riconversione produttiva volta alla eliminazione dei detrattori paesaggistici ed ambientali attualmente presenti, ma, al contrario, tenderebbe ad introdurre ulteriori elementi di contrasto con la vocazione delle aree poste a ridosso del litorale», per concludere con un lapidario «questa Soprintendenza […] esprime parere contrario alla realizzazione delle opere in oggetto», a causa del contrasto insanabile col Piano Paesaggistico Ambito 9.
L’incompatibilità con il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 in precedenza aveva portato anche al parere negativo sull’impianto per il trattamento dei rifiuti previsto in contrada Pace di Messina ed è alla base del sequestro del pilone 40 dell’elettrodotto Terna “Sorgente-Rizziconi” sul quale è attualmente in corso un procedimento penale presso il Tribunale della città dello Stretto.
Ma c’è anche chi non è convinto che il Piano Paesaggistico possa essere lo strumento più efficace nell’azione di contrasto alla costruzione di un megainceneritore nella valle del Mela.
Il presidente del Consiglio comunale di San Filippo del Mela, Gavino Paulesu ha dichiarato che: «A2a ha proposto ricorso al Tar contro questo fantomatico parere negativo della Soprintendenza per il semplice motivo che esso fa riferimento ad un provvedimento mai pubblicato in GURS (il Piano Paesaggistico Ambito 9, ndr), quindi giuridicamente inesistente, e perlopiù reso al di fuori del corretto contesto previsto dalla Legge, cioè la Conferenza di Servizi per il rilascio della VIA».
Non la pensa così Gianni Mento dell’Associazione Mediterranea per la natura onlus – recentemente costituitasi davanti al Tar del Lazio proprio in quel ricorso proposto dalla multiutility lombarda –, in una richiesta di rettifica ad un articolo pubblicato stamani da un noto quotidiano messinese.
«A pag. 28 dell’edizione odierna di Messina – si legge nella nota di Mento –, nell’articolo “La controffensiva dei sindaci” si leggono alcune affermazioni relative al Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 prive di fondamento, fuorvianti per la opinione pubblica ed in contrasto con quanto pubblicato a suo tempo da codesto quotidiano. Dette affermazioni sono dell’autore dell’articolo ed assumono particolare rilevanza per via dell’ampio dibattito in corso sul progetto di Edipower relativo alla realizzazione di un inceneritore, per il quale il Ministero dei Beni Culturali e la Soprintendenza di Messina hanno espresso parere negativo anche per il contrasto con il citato Piano Paesaggistico dell’Ambito 9».
Mento inoltre precisa come «il piano è stato pubblicato presso tutti i comuni interessati per oltre tre mesi nell’inverno 2010; in data 21/05/2010 ne è stata data notizia sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana; successivamente alla pubblicazione, per altri trenta giorni lavorativi, sono state raccolte le osservazioni presentate, tra cui quelle di alcuni organi professionali, ampiamente dibattute sulla stampa».
«In conseguenza di quanto sopra – conclude la nota dell’Associazione MAN –, dell’articolo 143 del Codice dei Beni Culturali, della specifica Normativa di Piano e della consolidata giurisprudenza, dalla data di adozione e pubblicazione sono entrate in vigore le Norme di Salvaguardia, che pertanto sono pienamente vigenti».
Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001
Si ricorda però che l’art. 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili."
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