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giovedì 17 dicembre 2015

Discarica di Mazzarrà: depositata la relazione del perito Dell'Acqua

Nicola Dell’Acqua, dirigente del dipartimento nazionale di protezione civile, e perito che – su nomina disposta dal Gip del tribunale di Barcellona, Danilo Maffa, su richiesta dei pm Francesco Massara e Giorgio Nicola – ha eseguito l’incidente probatorio sul rischio inquinamento ed i difetti di progettazione e realizzazione alla base dell’inchiesta sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea ha recentemente depositato la sua relazione conclusiva.
La perizia svolta dal tecnico – che aveva ricevuto ufficialmente l’incarico a Febbraio – doveva accertare le condizioni dell’impianto di contrada Zuppà e in particolare avrebbe dovuto fornire riscontri sulle ipotesi investigative di rischio inquinamento dei pozzi di contrada Lacco – che alimentano l’acquedotto di Furnari – e del torrente Mazzarrà, a seguito dell’abbancamento di rifiuti, oltre il limite consentito e dei lavori di ampliamento, realizzati in difformità delle autorizzazioni.
Il perito, sottolineando che, «se non si interviene subito sulla stabilità della discarica si potrebbero causare gravi danni per l’ambiente» ha rilevato che nel sito di contrada Zuppà «ci sono stati allestimenti di discarica non autorizzati effettuati dal 2006 in poi, con gravi mancanze sia da parte della direzione lavori che dei collaudatori e non rilevati dagli enti di controllo», come Arpa, Provincia e Regione che negli anni non hanno vigilato come dovevano sulle attività della società Tirrenoambiente consentendo difformità nella realizzazione delle opere e un abbancamento eccessivo di rifiuti, mentre ha escluso che allo stato le acque superficiali del torrente Mazzarrà e dei pozzi idrici del comune di Furnari siti nelle immediate vicinanze, siano inquinati.
I progetti, consegnati nel 2007 dall’ingegner Roberto Campagna, “riportano gravi errori”. Infatti «i profili consegnati non sono idonei alle volumetrie richieste».
Omissioni che hanno portato – come rileva Dell’Acqua – «dal 2006 in poi nell’abbancamento dei rifiuti a non rispettare i profili progettuali», tanto che anche in questo caso sono state evidenziate le «gravi mancanze degli enti di controllo».
Altri difetti nell’esecuzione sono «la conformazione del fondo discarica e delle pareti» che risulterebbero «non conformi a quanto progettato, con colpe dei direttori dei lavori e dei collaudatori».
Sarebbe invece stata accertata la legittimità dell’impianto di trattamento del percolato. Il perito durante la sua audizione, su domanda dell’avvocato Tortora, legale della società partecipata del comune mazzarrese, in ordine alle opere presenti in discarica e non autorizzate, ha dovuto modificare le sue conclusioni. L'avvocato ha prodotto un decreto dirigenziale della Regione, il Dds n. 1174 del 2013 firmato dal dottor Patella, con il quale contrariamente a quanto riportato in perizia, l’impianto per il trattamento del percolato risultava autorizzato.

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