La Commissione antimafia ha istituito
un apposto Comitato su Mafia, giornalisti e mondo dell’informazione,
che ha effettuato numerosi sopralluoghi e audizioni, analizzato gli
atti giudiziari, approfondendo il fenomeno delle intimidazioni ai
giornalisti e il condizionamento che le organizzazioni criminali sono
in grado di esercitare sul mondo dell’informazione.
La Commissione ha sentito nella seduta
del 19 novembre 2014 i direttori de Il mattino e
del Corriere del Mezzogiorno e,
successivamente nella seduta del 17 marzo 2015, il presidente
dell’ordine dei giornalisti. Infine in una terza audizione (seduta
del 26 marzo 2015) la Federazione nazionale della stampa.
Nel corso delle audizioni sono stati
forniti dati molto preoccupanti sugli atti di intimidazione ai danni
dei giornalisti. Negli ultimi anni non si sono verificati casi di
assassini nei confronti dei giornalisti, ma sono molto
frequenti le minacce o gli atti di vandalismo, magari non denunciati,
da parte della criminalità. Nel 2014 sono stati registrati oltre 400
atti intimidatori, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2013.
Tale fenomeno risulta particolarmente diffuso nelle regioni
meridionali (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia) ma recentemente
viene registrato anche in altre aree del Paese (Piemonte, Lombardia,
Emilia-Romagna).
È stata sottolineato anche un altro
fenomeno negativo, rappresentato dalla crescita delle querele per
diffamazione (129 nei primi 10 mesi del 2014 rispetto alle 84 del
2013), accompagnate spesso da citazioni per danni temerarie, magari
per importi elevatissimi; tali liti temerarie rappresentano uno
strumento molto efficace per condizionare il giornalista, soprattutto
se esso non opera all’interno delle strutture editoriali solide, in
grado di difendersi e di garantire i loro giornalisti dal punto di
vista economico e legale. Però la realtà più frequente,
soprattutto nel Mezzogiorno, è quella di aziende editoriali piccole
o piccolissime, spesso connesse a emittenti televisive o
radiofoniche, che non sono in grado di resistere a questo tipo di
pressioni, ancor più in una fase di grave crisi economica come
quella che abbiamo attraversato; e gli editori più piccoli tentano
di rivalersi sui propri giornalisti in seguito a condanne a
risarcimento del danno. La situazione è ancora più delicata nel
caso dei freelance, che non lavorano all’interno di una
organizzazione editoriale, ma offrono il loro servizio operando
all’esterno.
Il sindacato giornalisti ha istituito
un apposito sportello per difendere i giornalisti ingiustamente
attaccati. Però tale strumento appare insufficiente, in assenza di
una apposita tutela a livello contrattuale. La legge sulla
diffamazione, in corso di discussione alla Camera prevede a tale
riguardo il risarcimento al giornalista, e non solo il pagamento
delle spese, In caso di querela temeraria, riprendendo un
orientamento già emerso in sede giurisprudenziale. Secondo il
presidente dell’ordine sarebbe necessaria anche la creazione di un
fondo di garanzia, parametrato alla cifra richiesta per il
risarcimento, in modo da contrastare l’utilizzo improprio
dell’azione legale; e poi sarebbe utile rapportare la somma
richiesta alla potenzialità economica del giornalista interessato,
perché spesso i giornalisti coinvolti hanno un reddito molto basso.
La Commissione si è soffermata anche
su alcune testate più permeabili alle infiltrazioni delle
organizzazioni criminali oppure che svolgono, in taluni casi, una
vera e propria opera di fiancheggiamento. Talora capita che le
campagne diffamatorie nei confronti dei giornalisti che svolgono
attività di denuncia delle illegalità provengano dall’interno del
mondo stesso dell’informazione.
Il 1° luglio 2015 e il 30 luglio 2015
la Commissione ha avviato l’esame di un documento finale che
fornisce elementi di valutazione sia quantitativi che qualitativi del
fenomeno delle intimidazioni, che interessa la quasi totalità del
territorio italiano (anche se gran parte delle intimidazioni
riguardano giornalisti che operano in Sicilia, Calabria e Campania),
e sulla forte capacità di condizionamento della libertà di stampa,
fornendo anche alcune proposte di revisione della normativa vigente.
Di seguito il link per leggere la
relazione integrale
http://issuu.com/tirreniaservizieditoriali/docs/relazione_mafia__giornalisti_e_mond/1
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