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sabato 6 giugno 2015

Piano Rifiuti obsoleto e ambiguo: non bruciamo il futuro

Nel precedente comunicato stampa congiunto, Zero Waste Sicilia e le altre associazioni ambientaliste ed antimafia firmatarie hanno stigmatizzato l’idea del presidente Crocetta di trasformare i rifiuti in combustibile pulito (il CSS). Non solo perché non esiste il combustibile pulito, specialmente se solido, ma soprattutto perché si reitera un comune errore della politica italiana, ovvero trasformare RISORSE PUBBLICHE – quali sono i rifiuti! – in lucro di pochi potenti (i padroni delle discariche e degli inceneritori).
In realtà, con imbarazzo e stupefazione, dobbiamo riscontrare altre incongruenze nelle dichiarazioni del Governatore e della sua Assessora all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità , su questioni obbiettivamente complesse e quindi suscettibili di possibili e distorsive semplificazioni mediatiche:
1) Al contrario di quanto affermato dall’Ass.ra Contrafatto, il DM 0000100 del 28/05/2015 (rif. http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1457/2205) ha espresso parere favorevole ma condizionato alla richiesta di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano rifiuti, che è in vigore già dal 2012, in via emergenziale. Le prescrizioni sono 11 da parte del ministero dell’ambiente ed altre 11 da parte del ministero dei beni culturali, e sono tutte molto complesse da realizzare (16 pagine). Mettono in luce imprecisioni, inadeguatezze ed anche errori “aritmetici” da sanare, e data la tempistica normale degli interventi regionali ci vorranno anni per adempiere a tutte. Ciò deriva dal fatto che il piano è in realtà ambiguo su alcune questioni e troppo datato per altre. Inoltre fissa obiettivi da raggiungere entro il 31/12/2015, la scadenza sostanziale del piano, data entro la quale in ottemperanza alla L.R. 9/2010 si dovrebbero raggiungere il 65% di raccolta differenziata e, ben più importante, il 50% di recupero di materia (non di energia, quindi no incenerimento!).
2) Il piano recepisce in toto la direttiva quadro europea (2008/98/CE recepita in legge con il D.lgs 205 del 3/12/2010), che fissa una gerarchia in 5 fasi per il trattamento dei rifiuti: 1) Prevenzione; 2) Preparazione per il riutilizzo; 3) Riciclaggio; 4) Recupero Energetico; 5) Discarica. Pertanto il recupero di materia è per legge prioritario rispetto al recupero energetico o lo smaltimento in discarica (previo trattamento meccanico-biologico o TMB, se no la discarica è fuori legge, rif. direttiva europea 1999/31/CE, recepita in legge con il D.lgs. n.36 del 12/03/2003). Su queste basi, il piano indirizza i flussi della frazione residua trattata verso il recupero di materia e solo “in subordine” verso un eventuale recupero energetico (vedi Fig. 16, pag. 259, al raggiungimento del 65% di RD, e Fig. 14, pag. 257 l raggiungimento del 45% di RD). Quindi, ancorché la locuzione “in subordine” sia ambigua e suscettibile di strumentali interpretazioni, se la scelta politica della Giunta Crocetta è l’incenerimento via CSS, che è ovviamente concorrenziale al recupero di materia, delle due l’una: 1) o si accetterà che le direttive europee/leggi dello stato e la L.R. 9/2010 siano impunemente ignorate e violate - con esse il piano rifiuti di cui oggi si sbandiera l’approvazione - o 2) si intende modificare sia la legge 9 che il piano stesso, in contrasto con le direttive europee, nonché ripercorrere un iter autorizzativo di alcuni anni, senza che del precedente piano si sia realizzato granché, mentre nel frattempo i rifiuti ci seppelliranno.
3) La regione è in gravissimo ritardo nella realizzazione dell’impiantistica prevista nel piano, la qualcosa ha favorito e continua a favorire spudoratamente lo smaltimento in discarica dei rifiuti non trattati (procedura illegale da ben 12 anni, come si è detto), anche per carenze di fondi. Tuttavia, come da un esposto che Zero Waste Sicilia ha recentemente presentato alla Corte dei Conti e come denunciato alla Commissione Parlamentare sul ciclo dei Rifiuti, con la circolare n. 89795 del 09/12/2009, l’Assessorato Territorio ed Ambiente ha dimezzato la cosiddetta ecotassa (tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi), i cui introiti sono calati da 27 a 10 milioni di euro/anno. Questi denari andavano destinati all’impiantistica ed alla RD, cioè agli impianti di compostaggio e TMB, che avrebbero reso legali le discariche. Pertanto questa ecotassa avrebbe disincentivato l’uso delle discariche e spinto verso pratiche più virtuose, così i padroni delle discariche ci avrebbero rimesso un sacco di quattrini. Un intervento in questo settore sarebbe altamente desiderabile.
Se ne deve concludere che le istituzioni regionali che si occupano della gestione dei materiali post-consumo, dovrebbero essere più attenti alla normativa del settore e agli stessi documento che producono.

Zero Waste Sicilia
Comitati No Discarica Motta e Misterbianco
Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni
Associazione Antimafie Rita Atria
No Triv
No Muos
Rifiuti Zero Sicilia
Adiconsum
Associazione Volontariato Ambientale Ramarro Sicilia

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