Nel precedente comunicato stampa
congiunto, Zero Waste Sicilia e le altre associazioni ambientaliste
ed antimafia firmatarie hanno stigmatizzato l’idea del presidente
Crocetta di trasformare i rifiuti in combustibile pulito (il CSS).
Non solo perché non esiste il combustibile pulito, specialmente se
solido, ma soprattutto perché si reitera un comune errore della
politica italiana, ovvero trasformare RISORSE PUBBLICHE – quali
sono i rifiuti! – in lucro di pochi potenti (i padroni delle
discariche e degli inceneritori).
In realtà, con imbarazzo e
stupefazione, dobbiamo riscontrare altre incongruenze nelle
dichiarazioni del Governatore e della sua Assessora all’Energia e
ai Servizi di Pubblica utilità , su questioni obbiettivamente
complesse e quindi suscettibili di possibili e distorsive
semplificazioni mediatiche:
1) Al contrario di quanto affermato
dall’Ass.ra Contrafatto, il DM 0000100 del 28/05/2015 (rif.
http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1457/2205)
ha espresso parere favorevole ma condizionato alla richiesta di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del piano rifiuti, che è in
vigore già dal 2012, in via emergenziale. Le prescrizioni sono 11 da
parte del ministero dell’ambiente ed altre 11 da parte del
ministero dei beni culturali, e sono tutte molto complesse da
realizzare (16 pagine). Mettono in luce imprecisioni, inadeguatezze
ed anche errori “aritmetici” da sanare, e data la tempistica
normale degli interventi regionali ci vorranno anni per adempiere a
tutte. Ciò deriva dal fatto che il piano è in realtà ambiguo su
alcune questioni e troppo datato per altre. Inoltre fissa obiettivi
da raggiungere entro il 31/12/2015, la scadenza sostanziale del
piano, data entro la quale in ottemperanza alla L.R. 9/2010 si
dovrebbero raggiungere il 65% di raccolta differenziata e, ben più
importante, il 50% di recupero di materia (non di energia, quindi no
incenerimento!).
2) Il piano recepisce in toto la
direttiva quadro europea (2008/98/CE recepita in legge con il D.lgs
205 del 3/12/2010), che fissa una gerarchia in 5 fasi per il
trattamento dei rifiuti: 1) Prevenzione; 2) Preparazione per il
riutilizzo; 3) Riciclaggio; 4) Recupero Energetico; 5) Discarica.
Pertanto il recupero di materia è per legge prioritario rispetto al
recupero energetico o lo smaltimento in discarica (previo trattamento
meccanico-biologico o TMB, se no la discarica è fuori legge, rif.
direttiva europea 1999/31/CE, recepita in legge con il D.lgs. n.36
del 12/03/2003). Su queste basi, il piano indirizza i flussi della
frazione residua trattata verso il recupero di materia e solo “in
subordine” verso un eventuale recupero energetico (vedi Fig. 16,
pag. 259, al raggiungimento del 65% di RD, e Fig. 14, pag. 257 l
raggiungimento del 45% di RD). Quindi, ancorché la locuzione “in
subordine” sia ambigua e suscettibile di strumentali
interpretazioni, se la scelta politica della Giunta Crocetta è
l’incenerimento via CSS, che è ovviamente concorrenziale al
recupero di materia, delle due l’una: 1) o si accetterà che le
direttive europee/leggi dello stato e la L.R. 9/2010 siano
impunemente ignorate e violate - con esse il piano rifiuti di cui
oggi si sbandiera l’approvazione - o 2) si intende modificare sia
la legge 9 che il piano stesso, in contrasto con le direttive
europee, nonché ripercorrere un iter autorizzativo di alcuni anni,
senza che del precedente piano si sia realizzato granché, mentre nel
frattempo i rifiuti ci seppelliranno.
3) La regione è in gravissimo ritardo
nella realizzazione dell’impiantistica prevista nel piano, la
qualcosa ha favorito e continua a favorire spudoratamente lo
smaltimento in discarica dei rifiuti non trattati (procedura illegale
da ben 12 anni, come si è detto), anche per carenze di fondi.
Tuttavia, come da un esposto che Zero Waste Sicilia ha recentemente
presentato alla Corte dei Conti e come denunciato alla Commissione
Parlamentare sul ciclo dei Rifiuti, con la circolare n. 89795 del
09/12/2009, l’Assessorato Territorio ed Ambiente ha dimezzato la
cosiddetta ecotassa (tributo speciale per il deposito in discarica
dei rifiuti solidi), i cui introiti sono calati da 27 a 10 milioni di
euro/anno. Questi denari andavano destinati all’impiantistica ed
alla RD, cioè agli impianti di compostaggio e TMB, che avrebbero
reso legali le discariche. Pertanto questa ecotassa avrebbe
disincentivato l’uso delle discariche e spinto verso pratiche più
virtuose, così i padroni delle discariche ci avrebbero rimesso un
sacco di quattrini. Un intervento in questo settore sarebbe altamente
desiderabile.
Se ne deve concludere che le
istituzioni regionali che si occupano della gestione dei materiali
post-consumo, dovrebbero essere più attenti alla normativa del
settore e agli stessi documento che producono.
Zero Waste Sicilia
Comitati No Discarica Motta e
Misterbianco
Forum Siciliano dei Movimenti per
l’Acqua e i Beni Comuni
Associazione Antimafie Rita Atria
No Triv
No Muos
Rifiuti Zero Sicilia
Adiconsum
Associazione Volontariato Ambientale
Ramarro Sicilia
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