Con
riferimento alla conferma del sequestro del Pilone 40 da parte del
Tribunale di Messina ed alla nota emessa dalla Società Terna S.p.A.,
acriticamente pubblicata da molti giornali, le associazioni ed i
comitati, che dal 2010 contrastano il progetto dell’opera,
precisano punto per punto quanto segue:
La
società Terna, prima dell’autorizzazione del 2010, gli incontri li
ha fatti solo con gli amministratori, i quali, sensibili alle somme
compensative offerte, e fregandosene della tutela del territorio -
senza convocare i consigli comunali - hanno dato l’assenso al
progetto. L’ Elettrodotto, oltre ad attraversare l’Area ad
Elevato Rischio di crisi Ambientale della Valle del Mela, Sito di
Interesse Nazionale (Milazzo), la Zona di Protezione Speciale (ITA
030042) e Sito di Importanza Comunitario, attraversa diversi centri
abitati modificandone gravemente il paesaggio e la vivibilità.
Per
questo interi paesi protestano: Pace del Mela, San Pier Niceto,
Venetico, Saponara, Serro; ci sono ancora ricorsi pendenti al Tar del
Lazio ed al Consiglio di Stato; denunce all’autorità giudiziaria
presentate da intere comunità e non da privati. Questo
la dice lunga sul consenso che Terna ostenta.
Il
Consiglio Comunale di Villafranca Tirrena nel 2010 ha chiesto la
modifica del progetto; nel febbraio 2012 il Consiglio Provinciale di
Messina, ad unanimità, ha invitato Terna a risolvere le criticità
denunciate; il 6 marzo 2013, una mozione dell’Assemblea Regionale
Siciliana, votata quasi ad unanimità, ha imposto al Governo
Regionale di far modificare il progetto. Terna si è fatta beffe dei
deliberati di queste istituzioni; non ha inteso minimamente tenere
conto del grave stato di disagio sollevato dalle popolazioni
interessate.
Il
danno non è stato creato dalla Magistratura messinese; sul sequestro
si sono pronunciati concordemente il Pubblico Ministero, il GIP ed
adesso il Tribunale del riesame; il danno è stato creato da chi non
ha rispettato e fatto rispettare la legge. Aspettiamo la conclusione
delle indagini e vedremo chi sono!
Terna
continua a sparare cifre ritenendo che nessuno ha i mezzi per
contestarli. Con i tanto enfatizzati 4 miliardi l’elettrodotto si
poteva realizzare ad impatto zero, così come ha sempre detto Terna
riferendosi ai costi per l’attraversamento in galleria schermata.
Non c’è alcun minacciato rischio di blackout perché la Sicilia è
autosufficiente; lo dimostrano i dati pubblicati dalla stessa
società.
Gli
utenti avrebbero volentieri pagato i 700 milioni di investimento
(anche se l’opera è finanziata dalla comunità europea) purchè
l’elettrodotto fosse realizzato senza danneggiare il territorio;
chi paga invece i danni della messa in sicurezza della Stazione di
Torrente Gallo? Visto che era l’unico posto dove non andava
costruita per la delicatezza del territorio?
Quanto
accaduto dimostra l’arroganza di Terna, e della Soprintendenza di
Messina, perché l’Associazione MAN aveva segnalato l’interferenza
già nel 2010 e poi nel 2011; negli incontri fatti con Terna è stata
ribadita la piena vigenza delle norme di salvaguardia del Piano
Paesaggistico; se Terna e le istituzioni interessate avessero avuto
rispetto delle leggi si sarebbero potute approntare per tempo le
dovute varianti..
A
nome del Coordinamento delle Associazioni l’Avv Nino La Rosa
esprime moderata soddisfazione per l’intervento della Magistratura.
Sulla
nota di Terna La Rosa aggiunge: “Terna dovrebbe vergognarsi di fare
questi discorsi; gli elettrodotti esistenti, specie nella valle del
Mela, dovrebbero essere eliminati a prescindere dalla costruzione di
nuovi; il traliccio di Passo Vela è situato a 19 m dalle
abitazioni”.
“La
devastazione operata da Terna con i sostegni “ monostelo” e i 19
cavi deturpanti è sotto gli occhi di tutti; ci vorrebbero migliaia
di Km di dismissioni per pareggiare il danno generato. Terna ha
mortificato la vivibilità di tutta la fascia collinare dei
peloritani, da Villafranca Tirrena a San Filippo del Mela, avvilendo
ogni ipotesi di sviluppo di questi nostri paesi”. Conclude La Rosa
“Grava su Terna, e non sulla magistratura, e su tutte le
istituzioni consenzienti, adesso complici nei i reati che saranno
individuati nella realizzazione del Pilone 40, la responsabilità di
avere mortificato un territorio e le prospettive economiche di
un’intera comunità.”
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