Nuovi sviluppi sull'indagine della procura della Repubblica di Barcellona P.G. sul disastro ambientale della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. I pm Francesco Massara e Giorgio Nicola, dopo aver fatto sequestrare lo scorso 3 novembre il sito di contrada Zuppà, hanno fatto notificare otto avvisi di garanzia ad amministratori e dirigenti della Tirrenoambiente e a funzionari regionali e provinciali che hanno avuto ruoli decisivi nelle autorizzazioni che hanno consentito la costruzione e l’ampliamento della discarica.
Oltre all’ex presidente Antonio Crisafulli e agli ex ad Giuseppino Innocenti e Giuseppe Antonioli, ad essere indagati sono ora anche gli ex presidenti Sebastiano Giambò e Francesco Cannone, Vincenzo Sansone, alto dirigente regionale dell’assessorato Territorio e ambiente, il funzionario regionale Gianfranco Cannova, attualmente in carcere per l'inchiesta Terra Mia della procura di Palermo relativa alle autorizzazioni rilasciate in cambio di presunte tangenti per quattro discariche siciliane e il funzionario dell’ufficio ambiente della Provincia di Messina, Armando Cappadonia.
Giambò, Cannone, Crisafulli, Innocenti e Antonioli, sono accusati del reato previsto all’art. 256 decreto legislativo 152 del 2006, commesso dal 27 agosto 2014 e con condotta tuttora permanente. Sansone e Cannova invece per il reato di cui all’articolo 479 del codice penale, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, commesso in Palermo il 29 febbraio del 2009 con la sottoscrizione dell’atto che concedeva la Valutazione di impatto ambientale e autorizzava l’ampliamento della discarica. Cappadonia risponde da solo di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, per la sottoscrizione di un atto l’1 dicembre del 2006. La notifica delle informazioni di garanzia, ai tre precedenti indagati e agli altri cinque che si sono aggiunti adesso all’elenco, eseguita dai carabinieri del Noe di Catania che lo scorso 27 agosto avevano effettuato l’accesso all’impianto di contrada Zuppà che poi ha portato al sequestro, si è resa necessaria perché i due magistrati inquirenti devono procedere ad accertare, nelle forme dell’atto non ripetibile, «la presenza di eventuale inquinamento nel sito occupato dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea».
Si attende inoltre la verifica disposta dalla procura per il prossimo 16 dicembre: a eseguirla sarà l'ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel rapporto del 17 settembre aveva rilevato: «Le acque sotterranee della discarica presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono situazioni di criticità correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare locali profonde incisioni... e le condizioni precarie di equilibrio del corpo della discarica... potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante pericolo per l'ambiente e per l'incolumità delle persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche».
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