Nei confronti del dipendente regionale l’ex assessore
regionale al Territorio Mariella Lo Bello aveva presentato lo scorso marzo un
esposto. Il funzionario: aveva predisposto un atto che bloccava
l’autorizzazione a una discarica di Gela. A quel punto l’assessore Lo Bello,
insospettita dallo “strano” comportamento, avvia una serie di verifiche e salta
fuori la storia di una conferenza dei servizi convocata nel settembre 2008 e
presieduta dallo stesso Cannova che aveva rilasciato l’Autorizzazione integrata
ambientale per l’ampliamento della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, omettendo
la vicinanza al centro abitato di Furnari.
Nell’ottobre del 2008 il funzionario acquista un’Audi A6 in
Lombardia, in una concessionaria che faceva riferimento all’amministratore
delegato della società alla quale era stata rilasciata l’autorizzazione.
«Abbiamo così trasferito il funzionario e presentato una denuncia sospettando
un giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in
un assessorato noto per le sue lentezze e le improvvise accelerazioni»,
commentava la Lo Bello.
L’inchiesta Terra mia attraverso numerose intercettazioni
ambientali ha svelato le nuove regole del sistema mazzette, assurto ad un vero
e proprio lavoro.
«Se io lavoro mi da... mi da i soldi... non regala nessuno
niente. – raccontava Cannova al figlio -Se tu li meriti perché sei bravo e
lavori, te li danno». Non lo stipendio, ovviamente, ma le mazzette.
Prima regola, la mazzetta va consegnata in auto.
Proto a Cannova: «Aspetta che ti lascio quelle cose», mentre
una cimice piazzata nella vettura del funzionario registrava.
«Mettiti più avanti», sussurrava Proto.
«Io non ti voglio far camminare con la borsa, Mimmo mi metto
là vicino?», chiedeva Cannova.
Proto: «Scusa, t'abbastano i piccioli per Cappeddanno?».
Nell'auto di Cannova si tenne anche un'altra consegna di
denaro, quella fatta da Antonioli, per consentire al funzionario di fare un
bonifico di copertura. Anche in quel caso, la cimice registrò in fruscio di
banconote che venivano contate.
Sì, un bonifico, perché nelle nuove regole del perfetto tangentista
la mazzetta si traveste da prestito, con il funzionario corrotto a fare un
piccolo bonifico all'imprenditore.
«Te li do io i soldi, sono dodici tondi - spiegava Giuseppe
Antonioli, amministratore della "Tirrenoambiente" a Gianfranco Cannova, - basta
a giustificare... Se vengono e dicono, io gli rispondo: "Ma questo è un
mio amico, questo signore mi deve dare dei soldi...».
Altra regola, sms in codice.
«Il fax in ufficio è acceso?».
“Fax” è l'appellativo con cui Cannova chiamava Proto. Quando
sorgeva la necessità di un incontro riservato, il funzionario mandava un
messaggio a un intermediario.
La risposta sempre tramite sms: »Aspetta il fax
all'Excelsior per le 11,30». Era il segnale per incontrarsi al Grand hotel
Excelsior di Catania.
Quarta regola, i pagamenti per le vacanze-regalo al
funzionario pagati con la carta di credito di un’impiegata.
«Poi Mimmo (Domenico Proto) gli restituisce i soldi», spiegava
Cannova alla moglie, che però insospettita rispondeva: «Sì, ma non ha senso,
un'impiegata come se lo permette di pagare una vacanza di 6000 euro per una
settimana? Perché tanto noi consumiamo».
«Lo può fare» la lapidaria risposta.
La moglie insisteva: «Un'impiegata lo può fare? Perché,
quanto guadagna?».
«Lo può fare nel senso che è la ditta che le offre il premio
del soggiorno».
Ultima regola, la più criminale.
Due corrotti sono meglio che uno. Ma prima di corrompere il
secondo, informarti bene con il primo. Così faceva Proto, che si informò con
Cannova su un suo collega: «Ci faccio firmare sta cosa. Dieci, venti,
trentamila euro pure per... ».
«Ancora legna ci devi mettere nel fuoco?» rispondeva il
funzionario infedele per far intendere che anche il collega non era immune dal
virus tangentizio.
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