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mercoledì 17 settembre 2014

Discarica di Mazzarrà e violazione delle normative europee: solo le istituzioni nazionali hanno il potere (dovere) di intervenire


La Commissione Europea più volte è intervenuta sulle problematiche relative alla gestione dei rifiuti in Italia. Infatti, nella procedura d'infrazione 2003/2077, avviata contro la Repubblica Italiana, nell'aprile 2013 la Commissione europea ha adito la Corte di giustizia UE (causa C-196/13) in quanto su tutto il territorio italiano vi sono numerose discariche irregolari (compresa quella di contrada Zuppà), per le quali le Autorità italiane non hanno eseguito le necessarie attività di ripristino o bonifica. Tale causa è attualmente pendente innanzi alla Corte.
La Commissione continua a seguire da vicino la situazione relativa alla gestione dei rifiuti in Italia, ivi compreso in Sicilia, al fine di ottenere una soluzione strutturale del problema, che consenta una corretta applicazione della normativa dell'Unione europea a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.
Nello specifico caso di Mazzarrà Sant’Andrea, la Commissione, considerato che le autorità amministrative e giudiziarie italiane, ivi compreso il NOE, sembrerebbero essere già intervenute sulla discarica messinese, ricorda tuttavia che essa non è competente per condurre ispezioni sul posto negli Stati membri, al fine di verificare il rispetto della normativa europea in materia ambientale. Gli Stati membri hanno l'obbligo di recepire nel diritto nazionale tale normativa europea, ed è quindi la normativa nazionale che si applica alle situazioni concrete (nello specifico sempre Mazzarrà); successivamente, le autorità nazionali competenti hanno la responsabilità di garantire l'adeguata applicazione delle disposizioni nazionali, che recepiscono la normativa ambientale europea.
Essendo quindi posto a carico delle Autorità degli Stati Membri l'obbligo di assicurare il rispetto del diritto dell'Unione europea, solo le amministrazioni e i giudici nazionali hanno il potere di rivolgere ingiunzioni o di disporre l'annullamento di atti (ad esempio un’autorizzazione integrata ambientale) di autorità degli Stati membri, mentre le sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea possono solo accertare l'esistenza di una violazione del diritto UE, accertamento in seguito al quale spetta sempre allo Stato membro adottare i provvedimenti necessari per conformarsi alla sentenza e porre fine alla violazione accertata.
Alla luce di quando afferma la Commissione, la responsabilità dell'azione concreta sulla discarica è in mano alle nostre istituzioni, Regione in primis, sarà il caso di ricordarselo il prossimo 29 settembre allorquando verrà presa la decisione definitiva sulla sorte di contrada Zuppà (e di circa tremila cittadini italiani).

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