L’articolo 4 del regolamento del
presidente della Regione n. 48/2012 prevede tra i documenti richiesti
alle imprese che intendono realizzare sul territorio siciliano
impianti alimentati a FER (fonti di energia rinnovabile) e quindi,
nel caso di Furnari, alla Comet Bio, anche l’“attestazione
di Istituto di credito o Società a tale scopo abilitata ai sensi
degli articoli 105 e 106 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n.
385, e successive modifiche e integrazioni, resa anche attraverso
lettera di “patronage”, di disponibilità a finanziare
l’iniziativa e la sussistenza in capo al richiedente della capacità
organizzativa e finanziaria per il suo sviluppo”.
La banca scelta a tale scopo da
Blandina risulta, dalla documentazione allegata al progetto e
trasmessa al Comune di Furnari il 23 aprile 2014, essere il Credito
Cooperativo Antonello da Messina, con sede nella città dello
Stretto, il cui capitale sociale è di 3.889.700 euro.
Dalla lettura di quella che, nelle
intenzioni della cordata di “neo-imprenditori delle energie
alternative”, dovrebbe essere la richiesta “lettera di
patronage”, dove viene precisato “che la presente comunicazione
non costituisce impegno della scrivente banca a finanziare la Vs.
società [Comet Bio] e/o a prestare alcuna garanzia e/o impegno
espresso o implicito in relazione all'effettivo reperimento delle
risorse finanziarie eventualmente necessarie alla realizzazione del
Programma”, emergerebbe, secondo quanto evidenziato
dall’amministrazione furnarese in una richiesta di chiarimenti
all’istituto bancario dell’11 luglio scorso, “una evidente
contradditorietà in relazione alle garanzie […] offerte a favore
della Comet Bio, a cofinanziare” l’opera, oltre a dubbi
sull’effettivo “impegno in tal senso” dell’istituto
messinese.
Per il Comune di Furnari tale
“contraddittorietà” solleva interrogativi sulla “reale
sussistenza delle garanzie fideiussorie in favore della Comet Bio”,
per un progetto i cui costi sono stati stimati in quasi sei milioni
di euro e solo in parte finanziabile con risorse pubbliche, ritenute
incompatibili “con il patrimonio sociale effettivamente versato e
sottoscritto” dall’istituto di credito.
Questi interrogativi, se non
adeguatamente risolti dal Credito Cooperativo Antonello da Messina,
potrebbero segnare un ulteriore punto a favore del no alla centrale?
Una risposta potrà darla solo la
conferenza dei servizi del prossimo 22 luglio, che potrebbe riservare
colpi di scena dell’ultimo minuto.
in Italia non ci sono piu valori di vita.................la sola cosa che si cerca é ;denaro a recapito di tutto............vergogna
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